Antonio Talia è un giornalista che scrive di Cina dalla Cina. Gli accade una cosa strana, da qualche tempo ha scoperto che Giampaolo Visetti (nell’immagine), corrispondente per La Repubblica da Pechino, saccheggia il suo lavoro e lo ripropone come proprio. La cosa sembra succedere diverse volte e Talia ovviamente se ne risente. Prova a farlo presente a La Repubblica, apre un piccolo blog dove registra i plagi e, per di più, prestando maggiore attenzione a quanto scrive Visetti, si accorge che il corrispondente di Ezio Mauro lavora anche parecchio di fantasia, con risultati a dire il vero imbarazzanti.
La questione è grave, perché non si tratta del solito fenomeno per il quale anche penne note e affermate scrivono spropositi cut & paste senza nemmeno rendersi conto che siano bestialità. Se Visetti legge in radio un articolo di Talia integralmente senza dire che è di Talia, si tratta evidentemente di una scorrettezza grave, che oltre al plagio chiama in causa il furto del lavoro di un collega, il quale paradossalmente potrebbe apparire ai lettori uno che plagia il più noto e quotato giornalista de La Repubblica.
Il tutto ovviamente al netto degli articoli fantasy di cui si diceva, che da soli dovrebbero bastare a suggerire a Largo Fochetti l’opportunità di rivolgersi ad altri per la delicata funzione di corrispondente dalla Cina. Sia come sia, mi pare evidente che di fronte a tali accuse La Repubblica ed Ezio Mauro non possano rispondere con il silenzio. Delle due l’una, o Talia mente e ha organizzato un complesso piano per ricercare visibilità con grande sprezzo del pericolo e della decenza, oppure tocca ad Ezio Mauro dimostrare che nella sua redazione non c’è spazio per comportamenti indecenti come quelli evidenziati. Sono panni che vanno lavati in pubblico, anche se il pubblico e i colleghi per ora non si sono mostrati molto sensibili alle rimostranze di Talia.
Certo, attaccare La Repubblica e accusarla di gravi infrazioni etiche e deontologiche, come sarebbe in questo caso, può apparire sconveniente e inopportuno per le speranze di carriera di più d’uno, ma sarebbe il caso che colleghi e lettori chiedessero a gran voce ad Ezio Mauro di fare al più presto chiarezza sulla vicenda. Vicenda che, pur essendo inutile richiamarsi al rigore anglosassone per casi del genere in un paese come il nostro, non può certo essere risolta rimproverando o rimuovendo Visetti dal suo ruolo in silenzio. Come minimo, se si riconoscono per vere le accuse, La Repubblica deve ai suoi lettori una verifica della produzione di Visetti e la rettifica di falsi e plagi, diversamente sarebbe opportuno che la testata denunciasse Talia e difendesse le proprie ragioni, tertium non datur.
kowapaolo
28 agosto 2012
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Il caso Visetti si espande. Dal giornale che guida le coscienze degli italiani, ancora nessuna risposta.
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Giuseviola Giuse
28 agosto 2012
io credo che quando certe cose accadono ho l’amaro in bocca o almeno avevo l’amaro in bocca x tanti motivi il primo e’ che se avevo condiviso i sensi dell’articolo e non codividevo il delatore la cosa mi lasciava altresi’ interrotto , ora sono diverso un pacifista con idee istantanee e credo che seguire la polemica non sia affatto produttiva e lascerebbe ancor piu’ vuoto fra noi ed il nostro futuro che oggi stesso deve farci compagnia come la nostra amata la nostra famiglia lo stato la societa’ democratica internazionale e tutto il resto ciaoo
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Naifmanontroppo
30 agosto 2012
Purtroppo quelli di Repubblica predicano bene e razzolano male. Talia dovrebbe scrivere all’ordine dei giornalisti (che comunque non farà nulla) e pensare a un’azione legale. E in ogni caso invito a fare come sto facendo io da tempo: non leggo più Repubblica.
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Gianluigi
31 agosto 2012
Ma è lo stesso di questa storia?
http://www.freddynietzsche.com/2011/03/23/il-caso-futoshi-toba/
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John Blacksad
2 settembre 2012
Sì, è sempre lo stesso cazzaro
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Sergio
1 settembre 2012
Lo stresso che scriveva della scoperta della razza tibetana, del muro eretto attorno a Pechino per contrastare l’ondata di migranti dalle campagne. E tante altre fantastorie. Oramai anche grazie a lui non leggo piu’ la Repubblica, quindi non seguo piu’ le sue grandi avventure.
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bufalo70
1 settembre 2012
”saccheggia il suo lavoro e lo ripropone come proprio”
E’ successo due-volte-due.
Come al solito, la fai tragica e t’innervosisci appena qualcuno contesta la globalizzazione, di cui la Repubblica chicagoana-comunista di Cina è il traino.
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mazzetta
1 settembre 2012
eh? m’innervosisco appena qualcuno contesta la globalizzazione? devi aver sbagliato blog :D
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kowapaolo
2 settembre 2012
A parte che se fosse successo anche solo una volta sarebbe gravissimo, quello è il lavoro di Talia, non di Visetti.
A parte che non è successo due-volte-due, Talia parla dei plagi sui suoi articoli, ma basta cercare un po’ in rete per trovare i plagi del Guardian.
A parte queste cose, è abbastanza curioso questo sillogismo: Cina = globalizzione, Repubblica = anti Cina ==> Repubblica = anti globalizzazione.
Stiamo parlando dello stesso giornale? Della stessa Repubblica sostenitrice della globalizzazione dal volto umano, peraltro anche attraverso il precedente inviato in Cina, anch’esso conosciuto per una scarsa concezione deontologica?
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Sergio
2 settembre 2012
Kowapaolo + 1!
Ben scritto!
Altro che Guardian, secondo me stiamo al livello di Daily Mail.
E non e’ solo plagio (gravissimo), e’ manifattura di notizie false (peggio!). Create nel migliore dei casi al 40mo piano di un grattacielo a Pechino dal quale non si riesce a scendere nemmeno per prendere un te’. E questi scrivono pure libri!
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bufalo70
2 settembre 2012
“quello è il lavoro di Talia”
UHM.
Dunque.
Illuminami : Antonio Talia è stato testimone oculare di tutti i fatti di cui ha scritto in quei due articoli non attribuiti ( insomma, come Clark Kent – Superman volava laddove vi era un crimine, nello stesso momento in cui veniva compiuto ) …
oppure …
ANCHE LUI ha fatto diversi copia-e-incolla da altre fonti giornalistiche, per mettere assieme quei dati ( ad esempio ) sulla tresca nei Casino di Macao ?
2 – diversi giorni fa, ho ascoltato le registrazioni-audio di Giampaolo Visetti, confrontandole con le pagine-web di Agi China 24, seguendo istruzioni e link di Talia … sì, è chiaro che l’inviato de la Repubblica ha usato materiale ( non di prima mano, come detto e fino a smentita ) del collega, senza attribuirgli il lavoro redazionale. C’è un’identità evidente tra i testi, si tratta di due evidenti scorrettezze.
Visetti farebbe bene a chiedere scusa immediatamente al collega, e il direttore Ezio Mauro dovrebbe ALMENO un breve chiarimento ai lettori.
Ma da qui a chiedere la testa ( il licenziamento in tronco ) del professionista … EH … ce ne corre.
Mi sa che voi c’avete le fissazioni lombrosiane, siete alla ricerca della fisionomia umana del Male.
Che sia Visetti, finalmente, quello giusto ?
( saluti ).
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bufalo70
2 settembre 2012
Dimenticavo : OVVIAMENTE, tutti voi non avete mai commesso errori, nella vostra vita.
Siete dei Santi.
…
Ma no, siete soltanto dei puritani.
( saluti ).
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kowapaolo
2 settembre 2012
Personalmente, ho sempre lavorato con le mie spalle e col mio cervello. E nei miei “lavoretti” ho sempre avuto la decenza di citare le fonti. Nel mio estremismo giacobino, vorrei non solo il licenziamento ma anche sessioni di autocritica su tutte le fregnacce scritte dal Visetti e dal Rampini.
Ma ci si accontenta anche di tante scuse croce sul cuore non lo faccio più.
Detto questo, Talia ha svolto il suo lavoro come lo svolge un giornalista: attingendo alle fonti. Quando cita la stampa cinese scrive che sta citando la stampa cinese, quando citala procura scrive che cita la procura. E così via. Credo anche che Talia sappia pronunciare i nomi cinesi, a differenza di Visetti.
E non è solo questione dei due articoli di Talia. Qua puoi leggere di come abbia copiato e distorto il lavoro dei giornalisti del Guardian: http://linguaggiodelweb.blogspot.it/2011/10/il-cinese-soppiantera-presto-linglese.html e http://linguaggiodelweb.blogspot.it/2011/11/altro-giornalismo-di-seconda-mano.html
E le sciocchezze scritte sulla presunta censura di Avatar in Cina; http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/01/19/news/avatar_cina-2001788/ e http://www.badtaste.it/articoli/avatar-censurato-cina-ma-carit%C3%A0
O delle fantasiose cronache della Tokyo post-terremoto http://www.giornalettismo.com/archives/119367/il-bambino-medico-e-la-commessa-infermiera-storie-o-favole-dal-giappone/
Poi se te sei contento di continuare a spendere un euro al giorno per farti raccontare balle da Visetti o, nel migliore dei casi, per pagare gente che non ha svolto il lavoro per cui paghi, non puoi certo pretendere che siano contenti anche gli altri.
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mazzetta
2 settembre 2012
no, il problema è solo tuo, che quando ti fa comodo definisci “errori” i comportamenti dolosi. Se si trattasse di “errori” sarebbero stati seguiti da scuse. Adesso puoi anche andare a fare il tuo numero altrove
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