In una conferenza stampa il movimento No Tav ha denunciato un fatto gravissimo, che chiama in causa il comportamento di un giornalista de La Stampa e del suo direttore, Mario Calabresi, incapace di assumersi le evidenti responsabilità che scaturiscono da uno scandalo del genere.
Riassumendo, secondo quanto riferito e documentato dai No Tav, il giornalista Massimo Numa avrebbe spedito una serie di mail ad Alessandro Lupi, noto per essere stato colpito da un lacrimogeno in pieno volto. Mail nelle quali firmandosi Alessio e fingendosi un entusiasta No Tav, sgrammaticato e grezzo, scriveva ad Alessandro di essere stato presente all’incidente e di aver visto che Alessandro non era stato colpito, ma era caduto da solo.
Comunicazioni alle quali Alessandro ha risposto tra l’incredulo e il perplesso, ma in seguito Numa ha esibito pubblicamente questa corrispondenza per sostenere che anche “nel movimento” si diceva che Alessandro non era stato colpito dalla polizia. E ad Alessandro qualche sospetto è venuto.
Infine il colpo di scena, “Alessio” si dev’essere distratto, perché una mail di Alessio è partita dall’account di Numa @lastampa.it e finita nella posta di Alessandro. Tutte le mail di Alessio, che caso, risultano partite dal server de La Stampa.
Da questi fatti pare che Numa si sia particolarmente impegnato per smentire il povero Alessandro e diffamare il movimento No Tav, costruendo un carteggio da utilizzare a questo scopo. Purtroppo per lui, Numa non pare l’hacker capace di penetrare il computer di Alessio e Alessandro, ma uno che non si rende conto che una mail spedita dal suo posto di lavoro è facilmente tracciabile, anche se spedita dall’account di un Alessio inventato a caso.
Una cosuccia che ai No Tav, che pure hanno già denunciato falsificazioni e manipolazioni da parte de La Stampa, non è piaciuta. Ne hanno chiesto conto al giornale, ma il giornale tace, il direttore tace.
È evidente a chiunque che in un caso del genere un giornale serio si comporta in maniera diversa, sia o meno dalla parte del torto. Le accuse sono gravi e le ferite all’etica evidenti e, in un caso del genere, tacere sperando che la cosa giunga alle orecchie del minor numero di persone è un’offesa che s’aggiunge a offesa.
Offesa prima di tutto ai propri lettori, perché i No Tav possono difendere le loro ragioni, mentre i lettori de La Stampa sono del tutto indifesi e non sapranno mai nulla della vicenda.
Nel giornale diretto da Mario Calabresi, dicono i No Tav, c’è chi invece di fare il giornalista opera da agente provocatore, poco importa dei suoi motivi o dei suoi ispiratori, così non si fa.
E Mario Calabresi dovrebbe dire forte e chiaro che nel suo giornale quelle cose non si fanno, che La Stampa non è una macchina del fango. E invece tace, non smentisce e non risponde alle gravi accuse.
Secondo me, anche solo come contributo per alzare il livello, Calabresi dovrebbe rispondere pubblicamente a queste accuse.
Sarebbe bello se La Stampa dimostrasse di meritarsi la serietà di Monti, che tanto ha lodato, e contribuisse a dare un segnale di cambiamento. Se Calabresi vuole davvero un paese più serio, dimostri di meritarselo.
credits: uomoinpolvere
Aggiornamento: C’è un articolo su Carmilla che ricostruisce il curriculum del protagonista della vicenda
Aggiornamento: All’ora di cena del 22, Mario Calabresi ha annunciato su Twitter, dove era stato sollecitato da molti, che risponderà “al più presto” a chi gli ha chiesto lumi con gentilezza e non anonimamente (aridanghete). Ha anche aggiunto che: “Sto cercando di capire cos’è successo”.
Eppure i termini della questione non sono particolarmente difficili da afferrare, così come non è la prima volta che LaStampa si segnala per comportamenti orrendi ai danni dei No Tav. A sentire queste prime dichiarazioni sembra che tutto sia successo a sua insaputa, speriamo non sia questa la linea del giornale.
Aggiornamento: Carlo Gubitosa ha raccolto l’inverosimile giustificazione di Numa e un parere dalla redazione. Qui l’articolo originale
Aggiornamento: Massimo Numa si è in seguito esibito in un lungo scambio di mail e messaggi su Twitter, coadiuvato anche dal collega Roberto Travan: [1] [2]
roberto
21 novembre 2011
Uno scandalo da non far passare come lettera morta.
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ics
21 novembre 2011
da Numa questo ed altro.
la cosa no stupisce minimamente.
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Cincinnati Kid
21 novembre 2011
la stupidita del sistema italiano è che tende a coprire chi ubbidisce agli ordini.
Mi spiego meglio..in altri sistemi probabilmente si usano gli stessi mezzucci col piccolo particolare che una volta beccati il giornale licenzierebbe in tronco il giornalista e gli altri giornali si butterebbero sulla notizia per togliere piu copie possibili al giornale concorrente
In italia no…in itlaia i giornalai campano di contributi pubblici quindi viene meno un’evidente interesse verso il lettore consumatore che compra il giornale…anche per questo credo che il fatto quotidiano pur avendo limiti sia l’unico giornale da comprare perchè è l’unico che puo scrivere CAZZATE senza farle pagare al contribuente.
Ps
i no tav dovrebbero vagliare la possiblita di azioni legali contro giornale direttore e giornalista , come minimo chiedergli milioni di euro di danni di immagine e la messa in mora…non che vincano ma almeno si comincia a giocare sullo stesso piano di lorsignori…
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Lorenzo
21 novembre 2011
La cosa non stupisce, concordo: Numa è ometto tristemente noto ai compagni. Lo pensavo più furbo, però.
Stupisce semmai che poco se ne parli. C’è un altro articolo su Carmilla, punto.
Diffondiamo noi, consapevoli però che ai lettori borghesi – avvezzi per conveniente abitudine ad un controllo di coerenza a senso unico, solo su parole ed opere di chi voce e potere non ha – questi mezzucci piacciono; qualcuno ricorda le molotov posticce piazzate alla Diaz, e poi fatte magicamente scomparire? Nè giornalisti nè sbirri: sono dei creativi.
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Nik
21 novembre 2011
ricorda la storia dell’agente Betulla
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Cassandra
22 novembre 2011
…Probabilmente il direttore sperava non facesse clamore perché c’è da vergognarsene, altroché. E non solo per la meschinità del fattaccio.
Inviare mail “anonime” dal server del giornale… manco Totò!
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Anonimo
25 novembre 2011
eeee opla, un altro “inconsapevole”. Ricordo la nonna che diceva al nipotino – ma porcu d’en porcu, ‘m piasria savej chi ‘d musta a dì porcu.
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Lorenzo
29 novembre 2011
Ma Calabresi è poi riuscito a capire cosa è successo?
Dai, che non è difficile.
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vittorio pasteris
11 gennaio 2012
Domanda: dove è finito il post con l’articolo su Gubitosa ?
VP
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mazzetta
11 gennaio 2012
nel passaggio da splinder ho dimenticato d’aggiornare il link, a scanso di futuri problemi aggiungo anche quello a Liberazione
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Luca
10 Maggio 2013
Certo che da Calabresi e Gramellini ci si aspetterebbe come minimo una risposta, se non arriva vuol dire che “la stampa” ha perso davvero ogni credibilità
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