
Joseph Greenstein, conosciuto come «The Mighty Atom», era letteralmente un fenomeno da circo, dove si esibiva in numeri da forzuto. Piccolo di statura, si rese protagonista di diverse imprese, sui palcoscenici come nella vita di tutti i giorni, una delle quali è rimasta scolpita nelle cronache della Grande Mela:
«Joe era nella parte tedesca di New York per affari. Si fermò durante il suo percorso alla vista di una grande insegna, posta in alto sopra a un negozio, con la scritta «NON SONO AMMESSI CANI ED EBREI». Chiese allora a un passante «Cosa diavolo è quella?» Questi lo informò che si trattava del quartier generale dei nazisti e che era in corso un grosso incontro del «bund» (federazione). Joe allora attraversò la strada fino a un negozio di vernici dove affittò una scala lunga più di cinque metri, poi entrò in un negozio di articoli sportivi dove chiese una mazza da baseball «Hank Greenburg.» Salì quindi sulla scala, rimosse l’insegna e la distrusse con le sue mani, poi attese sul marciapiede che succedesse qualcosa.
Quando l’edificio cominciò a svuotarsi, Joe prese la sua mazza e giocò un po’ a nazi-baseball. Come disse al giudice in tribunale più tardi «Non è stato proprio un combattimento, vostro onore. È stato un piacere!». Joe menò l’intero Bund e mandò all’ospedale più di 20 persone. Ne uscì con un occhio nero. Portato in tribunale con le accuse di assalto aggravato, disturbo della quiete pubblica e via dicendo, Joseph Greenstein si piazzò alla sbarra sorprendentemente sorridente e cordiale.
Il giudice dai capelli bianchi faceva fatica a credere ai suoi occhi, vedendo il piccoletto con appena una piccola ecchimosi sotto un occhio e, accanto, una folla di persone malamente malmenate che riempiva l’aula con braccia e gambe bendate e molti denti mancanti. Incapace di crederci, il giudice si rivolse a un agente e disse: «Questo piccolo tizio ha fatto tutti questi danni?». L’ufficiale rispose « Be’, vostro onore, questi sono solo quelli che sono potuti uscire dall’ospedale per venire in aula!» Il giudice chiese a Joe se avesse qualcosa da dire. «Vostro onore, ogni battuta è stata come un home run!», rispose.
L’agente si piegò e sussurrò all’orecchio del giudice «Questi tizi sono dei nazi vostro onore, lo hanno attaccato». Il giudice batté il martello, «Non colpevole, caso chiuso.»
Erano tempi, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, nei quali opporsi ai nazisti e confrontarsi con loro anche fisicamente era estremamente popolare nella cultura americana, che per decenni ha considerato cosa buona e giusta battersi, anche estemporaneamente, contro nazisti e fascisti appena ce ne fosse fosse l’occasione. Poi gli anni sono passati e oggi il presidente americano si chiama Donald Trump, figlio di uno che fu arrestato perché sfilava con il Ku Klux Klan e condannato per truffe e discriminazioni nei confronti degli inquilini o aspiranti tali – non bianchi- del suo robusto patrimonio immobiliare. Uno sostenuto apertamente dalla destra meno presentabile.
E le cose sono un po’ cambiate. Ma sono cambiate anche nell’Italia che nella sua Costituzione si dice una repubblica antifascista, anche se proprio mentre scriveva la sua carta fondamentale ha rinunciato a punire persino i fascisti che si erano resi responsabili di gravissimi crimini di guerra e di altrettanto gravi orrori in patria. Tanto sono cambiate le cose che da anni ormai è diventato lecito proporre vergognose equivalenze tra chi morì ucciso dai fascisti e gli stessi fascisti che trovarono la morte nella sconfitta.
Tanto sono cambiate che sui giornali è diventato quasi impossibile leggere la cronaca di crimini fascisti o nazisti nelle quali si impieghino le parole nazista o fascista, così il terrorista nazi di Charlottesville è stato per lo più descritto come «un ventenne» senza altre accezioni da buona parte dei media.

A Charlottesville i manifestanti ariani hanno sfilato senza imbarazzo con bandiere decorate di svastiche e fasci.
Seguendo questa tendenza ormai affermata, nemmeno l’attacco terroristico di Charlottesville ha registrato particolari reazioni da parte dei politici italiani e a dire il vero ne ha registrate pochissime anche di timide. Da anni i politici italiani sono latitanti sul fronte dell’antifascismo nonostante nel frattempo si siano moltipicati gli atti di violenza di matrice nazifascista. Nel tempo si sono anzi moltiplicati quanti le condonano, legittimano o giustificano, più meno apertamente, ma il vero problema è il silenzio dei sedicenti «democratici» di fronte a questi orrori, un silenzio inquietante che ha avvolto il Partito Democratico come la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle, i partitini centristi come quelli di destra.
Tutto l’arco costituzionale con rarissime eccezioni si mostra cieco e sordo di fronte a questi crimini e alle manifestazioni d’odio fascista e razzista e non è raro trovare persino chi invoca l’esempio di Sandro Pertini contro la «casta» dei politici, mentre esprime idee condivise dai nazifascisti, che il vecchio presidente italiano ha combattuto con decisione per tutta la vita, al punto di prendere le armi contro di loro.
Meglio va ed è andata negli Stati Uniti, dove alla fine anche il presidente Trump, molto vicino alle organizzazioni che hanno messo in piedi l’orrenda manifestazione nazifascista che ha acceso le polveri nella cittadina della Virginia, ha dovuto pronunciare parole nette contro i nazi a causa di una robusta e rumorosa ribellione all’interno del suo stesso partito e nella società americana. Non che ne avesse molta voglia, le sue prime dichiarazioni infatti avevano messo sullo stesso piano le violenze dei nazifascisti con le proteste degli antifascisti. Un atteggiamento che va per la maggiore anche in Italia, dove più di un furbone si riempie la bocca con una stupida battuta di Flaiano: «Il fascismo si divide in due parti: il fascismo propriamente detto e l’antifascismo». Del tutto privo di senso, questo aforisma è diventato uno degli artifici retorici preferiti dei fascisti e dei loro complici, che rivendicano ipocritamente «libertà d’espressione» per chi promuove un’ideologia che la libertà d’espressione l’ha sempre repressa con la forza, non appena ne ha avuto l’occasione e che non esitano a ricorrere al sempiterno vittimismo fascista quando, per un motivo o per l’altro, sono repressi come meritano.
Presentare un’equivalenza tra fascisti e antifascisti è un espediente che dovrebbe fare orrore a ogni persona intelligente e minimamente democratica, visto che essere nazifascisti vuol dire predicare e praticare una ideologia violenta che si fonda sulla repressione e sottomissione delle donne, degli omosessuali, delle persone che praticano una religione diversa da quella cristiana, di quanti hanno un colore della pelle diversa dal bianco e di chiunque non condivida le idee che ai tempi fecero la fortuna di Hitler, Mussolini e altri loro tragici compagni di merende. Idee che hanno animato la marcia di Charlottesville, formalmente intitolata alla difesa della statua di un un leader sudista, ma durante la quale si sono cantati slogan contro gli omosessuali e gli ebrei mentre alcuni convenuti si dedicavano alla caccia e al pestaggio dei neri che hanno avuto la sfortuna di trovarsi isolati in loro compagnia.

Davide Granconato, di Casapound, ha commentato così l’attacco terroristico di Charlottesville. Trova le differenze con le identiche manifestazioni dei fan dell’ISIS dopo fatti simili.
Essere antifascisti vuol dire invece, semplicemente, opporsi attivamente a questo orrore. Essere antifascisti vuol dire praticare la (più che legittima) difesa contro chi predica il totalitarismo nazifascista. Non significa essere «comunisti» e nemmeno, ce lo insegna la storia dell’Italia come quella degli Stati Uniti, essere di sinistra.
Vuol dire “solo” riconoscere ed opporsi a un orrore che ha provocato in Europa e altrove una guerra che ha fatto milioni di morti e prodotto l’Olocausto. Essere antifascisti vuol dire attenersi a quel «mai più» che tutte le forze politiche estranee al nazifascismo scolpirono nella pietra di infiniti memoriali all’indomani del secondo conflitto mondiale.
Non essere attivamente antifascisti o fare assurde equivalenze tra fascisti e antifascisti, vuol dire essere complici dei nazifascisti, come ne furono complici le maggioranze silenziose che in Germania, Italia e altri paesi aprirono le porte all’avvento e all’affermazione dell’orrore.
Lo stesso si può dire per chi adotta la retorica ipocrita e la neo-lingua con le quali i nazifascisti cercano di mascherare la loro ideologia agli occhi dei «normali» (normies). Usare termini come «buonista», evocare una «invasione» di neri (orrore!) che non c’è e gridare ai «comunisti» ogni volta che qualcuno protesta per una manifestazione mal camuffata d’idee fasciste, equivale a rendersi complici dei nazifascisti. Che restano nazifascisti anche se in pubblico cercano di limitare i saluti hitleriani o le manifestazioni d’odio verso gli ebrei. E lo stesso vale per le equivalenti manifestazioni d’odio, individuali o collettive nei confronti dei musulmani (chissà perché da molti considerate lecite e diverse da quelle identiche contro gli ebrei) o delle persone di pelle nera, e anche per quelli che «io non sono razzista, ma mi ci fanno diventare».
Opporsi vocalmente ai fascisti è dovere di ogni sincero democratico, contrastare fisicamente i fascisti nelle strade quando sfilano con bandiere nazifasciste e aggrediscono persone colpevoli solo di non essere abbastanza bianche e di destra, è legittima difesa. Ancor più legittima quando non provvedano al bisogno le forze dell’ordine che sarebbero intitolate a farlo. Una legittima difesa che è rifiuto della violenza fascista e che non fa di chi la pratica un violento e nemmeno qualcuno che abbia minimamente qualcosa a che spartire con i nazifascisti, che si distinguono dagli antifascisti perché non scendono in piazza in nome dell’uguaglianza e della democrazia, ma in nome della sopraffazione del diverso e di chi non si mostra prono alla loro ideologia.
Chi dice il contrario e accusa quanti resistono alle violenze fasciste di essere come loro è complice dei fascisti. Tacere di fronte alle violenze fasciste, minimizzarle o derubricarle a violenza comune, significa essere complici di nazisti e fascisti. Evitare di chiamare fascisti i fascisti e nazisti i nazisti, equivale a rendersene complici. A maggior ragione, quando le violenze nazifasciste diventano attacchi terroristici come quelli di Charlottesville o come la strage di neri per mano di Gianluca Casseri o ancora quella di Utoya per mano di Anders Breivik, il tacere, l’attribuirne la causa a qualcosa di diverso dall’ideologia nazifascista (il «multiculturalismo» o l’invasione straniera) significa essere complici di un’ideologia criminale e di chi per affermarla ricorre al terrorismo contro i nemici del nazifascismo, siano gli antifascisti, i neri o i giovani socialisti norvegesi. Vale per gli individui e vale ancora di più per i mezzi d’informazione, che in Italia fanno molta fatica a chiamare terroristi i bianchi che si macchiano di questi crimini e moltissima fatica a chiamare con il loro nome fascisti e nazisti e che spesso definiscono «populisti» politici e partiti che sono apertamente fascisti e che propagandano idee fasciste.
E in questi giorni il numero di complici più o meno silenti del nazifascismo si è mostrato impressionante, ancora di più in Italia dove persino il maggiore partito «di sinistra» e i suoi principali esponenti sono stati incapaci di condannare l’atto terroristico di Charlottesville o di nominare nazisti e fascisti come responsabili, posizionandosi politicamente persino più a destra di gran parte del Partito Repubblicano americano e dello stesso Trump, che alla fine è stato costretto ad esprimere una netta condanna e «ripugnanza» per quei gruppi con i quali in Italia molti sedicenti democratici non hanno timore di mescolarsi. Ai nazisti e fascisti non va concessa agibilità politica, chi predica l’odio sposando la loro retorica non è protetto dalla libertà d’espressione altrimenti garantita dalla democrazia. Vale per chi manifesta esplicitamente idee nazifasciste e anche per chi riempie le reti sociali di affermazioni ipocrite pur tentando mascherarle, di solito malamente. A chi dice «io non sono razzista ( o fascista o nazista), ma...» va risposto: «Tu sei un razzista (o fascista o nazista)». E lo stesso vale per chi, nel tentativo di giustificarsi o di giustificare la sua tolleranza nei confronti di questi criminali, cita il famoso falso attribuito a Voltaire: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire», che tanto piace a chi rivendica il diritto di predicare liberamente l’odio, insultare gli sgraditi o promuovere l’ideologia neofascista, come a quanti credono in qualche modo che sia possibile e più elegante smarcarsi dall’antifascismo e dirsi diversi. A questi bisogna render chiaro quanto praticare o fingere questa falsa equidistanza faccia di loro dei complici di fascisti e nazisti.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla sconfitta dei regimi criminali e stragisti di Hitler e Mussolini sono ormai passati decenni, ma fascismo e nazismo non sono morti, sembrano anzi in discreta salute e più pericolosi che mai. Fanno proseliti e appaiono sempre più «sdoganati» nel discorso pubblico e accolti, come se fossero normali, anche da media e commentatori troppo pavidi o troppo ignoranti per trovare la forza e le risorse morali e intellettuali per ergersi a difesa delle democrazie, che tanto sangue ci sono costate.
Per questo è necessario rinnovare la lotta antifascista e avere ben chiaro in mente che se non si è attivamente e convintamente contro fascisti e nazisti, si è loro complici. È necessario che questa semplice considerazione sia chiara a tutti quanti tengono alla democrazia, siano essi semplici cittadini, politici, operatori dell’informazione o appartenenti alle forze dell’ordine, perché solo l’unità dei democratici si è dimostrata argine sicuro contro il nazifascismo e i suoi infiniti orrori. Perché sia veramente «mai più» occorre che il fronte antifascista sia sempre unito e attento contro il risorgere dei fascismi, ora come allora, perché l’orrore cova ancora sotto la cenere e probabilmente lo farà a lungo e perché giocare con quel fuoco è un lusso che nessuna democrazia può permettersi, se non vuole fare la fine dell’Italia e della Germania dell’anteguerra.
Frutto
16 agosto 2017
Non sono complice un cazzo io. E voi (tu e i tuoi amici Wm) non avete alcuna patente che vi permetta di appiccicare spillette. Questa è la vostra opinione, rispettabile. Non è la Bibbia.
Io che non mi riconosco in Salvini non mi riconosco neppure nei Centri Sociali che vogliono impedirgli di parlare. Semplicemente perché non è democrazia questa.
Alzare i toni è estremamente pericoloso quasi quanto menare le mani. Ne è l’anticamera.
Mai letto un vostro post (di Mazzetta e dei WM) in cui siete disponibili a cambiare idea. Avete la verità in tasca. Ed è molto pericoloso.
Combattere, sta per partecipare attivamente alla lotta armata (cit.Treccani) e io non la voglio la lotta armata.
Mi piacerebbe tanto furore intellettuale (per adesso intellettuale) contro l’€ che ha creato le condizioni per tutto questo. Sennò parliamo davvero delle sole conseguenze e mai della CAUSA. Ed è un insulto alla vostra intelligenza.
Ah, io non ho nulla a che spartire coi fascisti. Ma complice è stocazzo!
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mazzetta
16 agosto 2017
Lotta armata?
Sei Riotta o solo uno che fa il furbo?
L’euro sarebbe la causa del risorgere dei fascismi?
E dove l’euro non ce l’hanno e i fascismi sono anche più in salute di chi è la colpa?
Excusatio non petita…
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Frutto
1 settembre 2017
Riotta é un fervente credente dell’€. Se parla di lotta armata non saprei, non gli dedico il mio tempo.
Davvero, se non vedi il fascismo dell’ € è un grosso problema. Perché un sistema politico creato apposto per generare forti disuguaglianze. In cui non potendo svalutare la moneta svaluti il lavoro. Può interessare? Questo non trovi sia il terremo perfetto per far sorgere le destre? io sono altamente antifascista! Ok? La pensiamo uguale.
Ma qui si stanno buttando risorse per inseguire coglioni come casa pound da stracondannare (è da non sottovalutare, ok?) e ci perdiamo il nord Europa che ci impone le regole economiche che ci portano alla fame.
Tempo fa in un corteo dell’XM24 durante lo slogan condivisibilissimo: casa-lavoro- dignità, ho provato a dire che non ha alcun senso pratico urlare contro quel poveraccio di Merola se non si capisce che é poco più che il giardiniere di un condominio il cui amministratore é Gentiloni (ai tempi Renzi) e con al governo di Roma ( Bruxelles) la Merkel e i suoi interessi. Mi guardavano come un marziano (probabilmente con la felpa verde).
Finché la sinistra non sdoganerá il fatto che L’€ ci sta ammazzando da ogni punto di vista ( tu sei un giornalista e non devo certo spiegarti dove trovare i mille esempi che lo dimostrano) e che se lo ha detto per primo Salvini, pazienza, andremo poco in là oltre alle consuete schermaglie fasci vs. Antifa. Se vi basta accomodatevi. È in gioco con L€ La vita o la morte democratica. Se non cogliamo questo sai quanti altri fascismi nasceranno?
Vero che il mondo ( stavo scrivendo l’Italia) é di destra e colmo di rigurgiti fascisti. Tutti pericolosi. Ma perdonami, in questo momento mi interessa l’Italia (altro concetto che fa rabbrividire la sinistra).
Grazie dell’attenzione.
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El barto
17 agosto 2017
I centri sociali che vogliono impedire a Salvini o Fedriga di parlare fanno benissimo, perche’ gentaglia come quei due commettono continuamente reati di hate speech, odio razziale, incitamento alla violenza e diffusione di false notizie, con le quali poi creano vilento e rabbioso clima sociale. Si chiama cittadinanza attiva, termine che non sai minimamente cosa sia e serve a rendere migliore i posti in cui viviamo. In democrazia non puoi dire quello che cazzo ti pare, cosi’ come quelli che la Boldrini ora giustamente mette alla gogna. E che ora fanno le vittime adducendo che semmai lei stessa provoca, merde provocatori.L’ euro non c’entra ovviamente nulla in questo discorso, perche’ i fascismi ci sono da molti anni e non solo nei paesi con tale moneta, quindi totalmente senza logica cio’ che dici. Chi alza i toni sono le destre che inventano bufale, spingono sul fuioco dell’ odio, provocano andando dagli zingari e facendo le vittime contro chi li contesta e facendo campagne di stigmatizzazione che vorrei vedere te dentro tale calderone come reagiresti. Altro che i centri sociali. COme sempre si cambia discorso per far finta di non vedere dove sta il vero nemico.
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Frutto
1 settembre 2017
L’€ è un sistema di governo. Quando lo capirai sarà (in realtà già lo è) troppo tardi.
In democrazia si può dire ciò che ai vuole. E chi insulta te, me o la Boldrini incorrererà nella legge. Non nella censura che a quanto pare ti solletica molto.
Ah, io o centri sociali li ho vissuti, ho fatto le manifestazioni, rischiato la vita. Vuoi darmi anche tu le spillette?
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El barto
2 settembre 2017
Ok adesso ho capito il tuo discorso. Con me spalanchi cancelli aperti. A gente come Ferrero o Di Pietro, e si sono riuscito a parlarci, ho urlato a squarciagola che riformare in senso pubblico l’ euro non ha AFFATTO senso perche’ come spiego’ anni fa Barnard la moneta unica nasce come progetto di X tipo non conciliabile con gli interessi pubblici e fu ideata da l filo nazista transalpino Francoise Perroux. La vera sinistra seppur tardi ha virato su quanto affermavo alle scorse europee e i compagni che prima si trinceravano dietro la decisone presa ora mi danno ragione. Chiaro che il no Euro di Salvini ha il puro sapore demagogico e populista e infatti concordo quando dici che bisogna andare oltre il discorso versus questo o quello. Pero’ credo ceh Mazzetta sia consapevole di questo.
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giovanni
16 agosto 2017
“ideologia violenta che si fonda sulla repressione e sottomissione delle donne, degli omosessuali, delle persone che praticano una religione diversa da quella cristiana, di quanti hanno un colore della pelle diversa dal bianco e di chiunque non condivida le idee che ai tempi fecero la fortuna di Hitler, Mussolini e altri loro tragici compagni di merende”
Non stranamente, dalla tua definizione manca completamente la ragion d’essere primaria del fascismo, che era la repressione prima violenta e poi sancita per legge dei partiti e dei sindacati che si battevano per i diritti dei lavoratori. Il fascismo non è nato per i lager, è nato per bastonare socialisti e lavoratori che scioperavano. Le leggi razziali vennero 20 anni dopo l’incendio dell’Avanti, e non per caso.
RIdurre il fascismo a antisemitismo e omofobia fa molto comodo alla destra, ed è il motivo per cui la sedicente sinistra è ripudiata dai lavoratori. Persino un Fini già 20 anni fa poteva convenire sulla condanna delle leggi razziali, purchè dal discorso pubblico scomparisse il fondamento del fascismo, che era la repressione dei diritti dei lavoratori. Un paio di citazioni di gente che anche senza essere comunista, e pur avendo, in un caso, tutto l’interesse personale a ridurre il fascismo all’antisemitismo, non si dimenticavano di qual era la ragion d’essere del regime:
“Il fascismo… era sorto e si era consolidato come custode di un ordine e di una legalità detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il
lavoro altrui…” (Primo Levi)
“Che cosa è il fascismo? …è la tendenza del capitale monopolistico ad esercitare una totale
manomissione sul pubblico potere, assicurandosi una base di massa nel paese, qualunque siano poi le forme che questo regime reazionario di massa riveste.” (Lelio Basso)
Una sinistra che ha cancellato dal proprio cervello la lotta di classe cancellando a monte i proletari,i è una sinistra che non potrà che essere sempre perdente.
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mazzetta
16 agosto 2017
nessuno vuole cancellare la lotta di classe.
si discute di antifascismo e l’antifascismo non fu solo lotta di classe, come fascismo e nazionalsocialismo non avevano come orizzonte primario la creazione di una società capitalista, ma un disegno molto più ampio che prevedeva una rifondazione sociale, pur all’apparenza compatibile con il capitalismo.
un disegno fondato sul suprematismo al quale anche il capitale doveva piegarsi e infatti alla fine il fascismo è stato tradito dal capitale, con il quale inizialmente era andato in luna di miele, come peraltro è successo con la chiesa e con altri.
Alla fine i fascismi sono stati sconfitti da comunisti e capitalisti insieme e se pensi che l’antifascismo o la lotta ai fascismi possa avere il minimo successo affidandosi al solo contributo dei comunisti, secondo me sei un illuso.
I fascismi sono un cancro per l’umanità ed è bene che questa idea sia chiara a tutti, ancora di più a chi ancora pensa di fondare una rivoluzione sociale sui proletari, in un paese nel quale la prole è ridotta ai minimi termini e le condizioni di vita non sono minimamente paragonabili a quelle d’inizio 900. Vivere ed agire fuori dal tempo non aiuta nessuno e mi pare che sia il caso e il momento d’aggiornare una lettura della società che ormai si riferisce a una società che non esiste più e di smettere di rivolgersi ai proletari che, almeno nel nostro paese e in tutti quelli mediamente sviluppati non esistono più.
se vuoi fare la rivoluzione grazie alla rivolta proletaria, ti/ci toccherà attendere un pezzo, almeno fino a quando il capitalismo non cadrà sotto il peso delle sue contraddizioni. Crollo che secondo alcuni è imminente da un bel pezzo, ma che rischia di essere come l’Armageddon, un orizzonte fantastico che serve più che altro a tenere insieme gli adepti di un culto fondato sulla fede più che sulla razionalità, mentre tutto evolve pregandosene delle aspettative dei rispettivi adepti,
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giovanni
17 agosto 2017
“fascismo e nazionalsocialismo non avevano come orizzonte primario la creazione di una società capitalista”
No, avevano come orizzonte primario la distruzione fisica di chi combatteva il capitalismo. Non è la stessa cosa. Bastonare un operaio che sciopera è diverso da introdurre il fordismo in fabbrica.
“i fascismi sono stati sconfitti da comunisti e capitalisti insieme ”
il fascismo E’ il capitalismo che toglie la maschera quando non può più tenere a bada il proletariato solo con la propaganda. Dire che il fascismo è stato sconfitto dal capitalismo è un ossimoro. E infatti in Italia il fascismo NON E’ MAI STATO SCONFITTO, si è solamente messo al servizio dei nuovi padroni. Il signor Scelba in 5 anni ha messo in galera più comunisti di Mussolini in 20!
“se pensi che l’antifascismo o la lotta ai fascismi possa avere il minimo successo affidandosi al solo contributo dei comunisti, secondo me sei un illuso.”
Cosa che non ho mai scritto. Ho scritto che una sinistra che si dimentica pregiudizialmente della lotta di classe, non ha ragione di esistere. Se il fascismo è omofobia e antisemitismo, gli unici che lo combattono saranno omosessuali ed ebrei, ovvero infime minoranze. Se è, come è, la distruzione dei diritti dei lavoratori, allora il campo dell’antifascismo sarà quello di tutti i lavoratori, ovvero la stragrande maggioranza della popolazione. Il primo antifascismo sarà per forza minoritario e sconfitto, il secondo può giocarsela.
“I fascismi sono un cancro per l’umanità”
il fascismo è solo il capitalismo quando toglie la maschera. Auschwitz non ha niente da invidiare a quello che hanno fatto gli inglesi in India. Il cancro è il capitalismo, chi non lo capisce, ha già perso.
” in un paese nel quale la prole è ridotta”
MA ci sei o ci fai? Il proletario non è chi ha figli, qui siamo proprio alle aste…
“una lettura della società che ormai si riferisce a una società che non esiste più ”
La storia sarò SEMPRE storia di lotta di classe. Chi lo nega, è sconfitto in partenza perchè rinuncia a priori a combattere. E infatti, e non a caso, con “idee” del genere, la sinistra italiana si è autodistrutta, il proletariato “scomparso”, che continuerà sempre ad esistere, perchè il capitalismo si fonda sullo sfruttamento del proletariato, è alla fame, e i padroni ingrassano e ringraziano chi fa per loro lo sporco lavoro di convincere i proletari che non esistono (come classe sociale che unita potrebbe rovesciare il capitalismo).
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giovanni
17 agosto 2017
“Coloro che sono contro il fascismo senza essere contro il capitalismo, che si lamentano della barbarie che proviene dalla barbarie, sono simili a gente che voglia mangiare la sua parte di vitello senza però che il vitello venga scannato. Vogliono mangiare il vitello, ma il sangue non lo vogliono vedere. Per soddisfarli basta che il macellaio si lavi le mani prima di servire la carne in tavola. Non sono contro i rapporti di proprietà che generano la barbarie, ma soltanto contro la barbarie. Alzano la voce contro la barbarie e lo fanno in paesi in cui esistono bensì gli stessi rapporti di proprietà, ma i macellai si lavano ancora le mani prima di servire la carne in tavola.”
(Bertolt Brecht)
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mazzetta
18 agosto 2017
Il punto è che se oggi continui a chiamarli proletari non li convincerai mai e s’arruoleranno anzi a pacchi tra i nazi, a proposito d’ignorare le basi.
Il punto è che se oggi alla lotta antifascista chiami “i proletari” in nome della lotta di classe vi ritrovate tu e tuo cugino a farvi bastonare, mentre i veri proletari, quelli che davvero conoscono la fame, continuano ad essere sfruttati in qualche angolo del Sud-Est asiatico
Perché esista una lotta di classe serve una unità di classe che non s’è mai vista nel nostro paese, nemmeno quando le condizioni erano in teoria molto più favorevoli.
Quindi, perdonami se liquido le tue osservazioni come ridondanti e decisamente inutili, qui e ora, e se preferisco usare un altro tipo d’analisi e d’approccio per sostenere la necessità dell’unità antifascista, qui e ora, in compagnia di chi prova ripugnanza per i fascismi anche senza essere pronto alla lotta di classe e ad abbattere il capitalismo.
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Tilius
25 agosto 2017
Premesso che gli enunciati di base sono condivisibilissimi (“combattere nazi e fascisti era e resta cosa buona e giusta e chi non lo fa è loro complice ” etc etc etc) trovo che tacciare del cretino il povero Flaiano solo perché non si é capita la frase su fascisti e antifascisti sia… come dire… sbagliare il bersaglio.
Flaiano voleva solo sottolineare il fatto che ante settembre ’43 in Italia si era tutti (o quasi tutti) fascisti, e che dopo (e comunque entro aprile ’45) si diventò magicamente tutti (o quasi tutti) antifascisti. E quindi implicitamente evidenziare l’italica vocazione a fare i voltagabbana. Poco importa – in tale ottica – che quella volta si trattò di spostarsi da qualcosa di sbagliato a qualcosa di giusto.
That’s all.
Chiunque assegni a quelle parole un significato diverso, non sa di cosa sta parlando,
Cordialità.
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mazzetta
26 agosto 2017
non ho dato del cretino a Flaiano.
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antonio
16 agosto 2017
gli “insospettabili” filonazi
http://www.timesofisrael.com/netanyahu-junior-says-leftists-more-dangerous-than-neo-nazis/
(e il padre non ha ancora detto niente dopo 5 giorni, è riuscito nel miracolo di fare una condanna talmente generica da non citare nemmeno Charlotteville).
Del resto quando il principale finanziatore di Trump ( grande amico del suo Goebbels Bannon) è lo stesso di Netanyahu, cosa può dire?
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fausto
27 agosto 2017
Nel frattempo in Ucraina…..
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Zani
21 settembre 2017
bellissimo leggere questi scambi di battute. A prescindere da una qualunque ragione, trovo molto bello leggere di persone così giustamente infervorate contro nazismi e fascismi. L’ importante è che non siano le “virgole” o i “puntini”del discorso a dividervi dal continuare a dibattere e combattere tutto questo. Ognuno a suo modo, chi la pensa in una maniera e chi in un altra.
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Mag
22 febbraio 2018
Sono certo che gli strumenti per combattere il rinascente movimento fascista non debbano essere violenti. Sono altresì certo che chi usa citare Flaiano lo faccia in riferimento ai gesti violenti di natura antifascista (cosa che credo fosse il riferimento anche dell’intellettuale Flaiano), e non per una sorta di “appoggio” a ‘sti poracci; per quanto mi riguarda, non essendo fascista né tanto meno antifascista, preferisco che si dia espressione a tutti. Saremo noi a decidere dove relegarli – e legalmente – anzi, esercitando il nostro diritto di voto e soprattutto indicando con la nostra vita quale sia la strada. La violenza mi pare una roba fascista da sempre.
Cos’è, vi fa paura quella manica di ignoranti? Credete davvero che potrebbero avere voce in capitolo?
Secondo questa misura si dovrebbe togliere la voce a chiunque non vogliamo (e la decisione di chi vogliamo si esprima a chi va? uno? pochi? molti? e se non si è d’accordo nemmeno tra quei pochi – o molti?). Non è paradossale?
Andiamo a votare, comportiamoci da cittadini consapevoli, condividiamo la cultura civile: vedrete come spariranno dalle strade.
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mazzetta
23 febbraio 2018
“non essendo fascista né tanto meno antifascista” sei un utile complice dei fascisti e a margine uno che non ha capito niente della storia d’Italia e della nostra Costituzione.
per non dire della libertà d’espressione e delle violenza/nonviolenza
ti mancano le basi, altro che “condividiamo la cultura civile”…
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