Londra, Heidelberg, New Orleans. Niente terrorismo, ma ai razzisti non importa

Posted on 26 febbraio 2017

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Tre incidenti simili in poche ore hanno eccitato i razzisti di tutto il mondo.

Heidelberg: un uomo investe con l’auto alcuni pedoni, ne uccide uno sul colpo e ne ferisce due. Uno di questi morirà. Lui è ferito e catturato dalla polizia dopo che è uscito dall’auto armato di un coltello. Secondo la polizia tedesca, che non ne ha ancora rivelato l’identità, l’uomo non ha niente a che fare con storie d’immigrazione e il gesto non avrebbe un movente collegato al terrorismo.

Londra: un uomo investe con l’auto 5 romeni addetti a un lavaggio per auto nella zona di Bellingham. Secondo i testimoni si tratterebbe di un atto deliberato da parte di un uomo di colore in evidente stato d’ebrezza. Le autorità britanniche per parte loro hanno escluso il terrorismo come movente.

New Orleans, Neilson Rizzuto, 25 anni (in copertina), investe con il suo furgone 28 persone impegnate in una sfilata di carnevale. L’uomo ha colpito una fila di macchine prima di finire sulla folla e secondo la polizia potrebbe essere accaduto perché era «higly intoxicated», in una parola: strafatto. Non si sa grazie a quale sostanza o sostanze, ma la polizia esclude il terrorismo come movente e dal suo profilo Facebook appare ancora più improbabile che possa trattarsi di terrorismo «islamico».

Tre casi che la canea razzista sui social ha immediatamente messo insieme ricavandone che le polizie di tutto il mondo siano impegnate a coprire gli atti di terrorismo, va da sé «islamico», trasformandoli in incidenti o nelle opere di matti e fuori di testa. Che per inciso è invece quanto accade spesso con gli atti di terrorismo consumati da terroristi di destra o platealmente razzisti. Nel nostro paese c’è persino chi ha tentato l’operazione con Anders Breivik, l’autore della strage di Utoya

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A loro non la si fa, più semplicemente si tratta di una strategia già vista all’opera più e più volte, che consiste nell’attribuire al terrorismo islamico qualsiasi incidente accada al mondo, mentre al contempo si minimizza o s’ignora qualsiasi attacco abbia una matrice chiaramente razzista, come ad esempio quello recente di Kansas City, dove un autodichiarato xenofobo ha aperto il fuoco su due ingegneri indiani, uccidendone uno, credendo che fossero «arabi», tanto gli bastava. Niente terrorismo islamico in questi casi o almeno niente terrorismo islamico contro bersagli bianchi e occidentali. Per questa gente infatti gli attentati che ogni giorno mietono decine di vittime nei paesi a maggioranza musulmana non rilevano. La mentalità che sta dietro questa differenza è elementare quanto orribile, anche se abbastanza prevedibile: in quel caso «si ammazzano tra di loro» (musulmani) e allora non c’è da lamentarsi o da scandalizzarsi, #jeSuisCharlie va bene, ma #JeSuisMohamed, quando il terrorismo fa strage tra i musulmani, non viene proprio in mente a nessuno.

P.s. Questi razzisti da tastiera sono tanto molesti che hanno fatto perdere la proverbiale compostezza teutonica al gestore dell’account della polizia di Mannheim.

 

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