A margine di una discussione sul caso dei marò su Giap, il sito del collettivo Wu Ming, si scopre che Luigi Di Stefano, già perito del caso Ustica e ora autore di una “analisi tecnica” che butta guano sulle indagini indiane, esibisce titoli professionali e accademici falsi.
Sul suo sito si legge infatti che avrebbe conseguito la laurea in Ingegneria Ambientale e che quindi sarebbe: “Doctor of Science in Environmental Engineering (Ingegneria Ambientale) presso “Adam Smith University of America”. E lui si firma Ing. a piè di pagina della presentazione della sua “analisi tecnica”.
Non è ingegnere, anche se si presenta così, e a chi glielo ha fatto notare ha risposto, nei commenti al post, che:
“La tesi di laurea è “Ipotesi di piano energetico nazionale basato sulla riforma del sistema elettrico, con l’inserimento di significative aliquote di produzione di energia elettrica da fonti non fossili”, e la qualifica è “Environmental Engineering”. Per iscrivermi all’Albo dovrei fare la conversione della laurea americana in Gran Bretagna e poi chiedere la conversione in Italia, ma proprio non mi interessa buttare un sacco di soldi”.
Una menzogna, visto che la Adam Smith University of America” è ben conosciuta come “diplomificio” (pag. 113) e non è accreditata neppure negli Stati Uniti e quindi il riconoscimento è impossibile, anche spendendo un sacco di soldi. Quindi Di Stefano qui sopra mentiva sapendo di mentire, difficile che non sappia cos’ha comprato presso di loro, o meglio presso di lui, quel Donald Grunewald che la dirige da sempre dalla sua casa in Connecticut nonostante la sua sede in teoria si trovi al piano terra dell’ostello per ragazze del Methodist Compound di Monrovia, in Liberia. Negli Stati Uniti, riferibili a questa “Università” ci sono solo la casa di Grunewald e una casella postale, peraltro piazzata a Saipan, sulle isole Marianne. Difficile che Luigi di Stefano ne sia all’oscuro. A togliere ogni dubbio sulla qualità dei corsi ci ha pensato un’inchiesta del Chronicle of Higher Education, nel corso della quale uno dei suoi giornalisti terminò con profitto un corso annuale d’inglese in circa un’ora e un semestre in economia in 15 minuti. Tutto si risolve nel rispondere a questionari elementari, la forma è salva e il gioco è fatto, c’è da credere anche per quelli incapaci di superarli, a questo punto.
Una pubblica millanteria che è reato, come mi è già capitato di ricordare ad altri che esibivano titoli simili:
“L’ art. 1 del D.Lgs 262 del 13 marzo 1958 sancisce che: “le qualifiche accademiche di dottore, compresa quella honoris causa, le qualifiche di carattere professionale, la qualifica di libero docente possono essere conferite soltanto con le modalità e nei casi indicati dalla legge” ovvero dalle istituzioni universitarie statali e non statali autorizzate a rilasciare titoli aventi valore legale.
E poco importa se risultino conseguite all’estero dove il loro conferimento non è reato, perché l’ articolo 2 della stessa legge dice che: “È vietato il conferimento delle qualifiche di cui all’articolo precedente da parte di privati, enti e istituti, comunque denominati, in contrasto con quanto stabilito nello stesso articolo. I trasgressori sono puniti con la reclusione da tre mesi ad un anno e con la multa da lire 150.000 a lire 300.000. Chiunque fa uso, in qualsiasi forma e modalità, della qualifica accademica di dottore compresa quella honoris causa, di qualifiche di carattere professionale e della qualifica di libero docente, ottenute in contrasto con quanto stabilito nell’art. 1, è punito con l’ammenda da lire 30.000 a lire 200.000, anche se le predette qualifiche siano state conferite prima dell’entrata in vigore della presente legge. La condanna per i reati previsti nei commi precedenti importa la pubblicazione della sentenza ai sensi dell’art. 36, ultimo comma, del codice penale”
Quindi, al di là della grande vicinanza del sedicente ingegnere a Casapound e alla banda del signoraggio/antiusura in tandem con Scilipoti; che fa abbastanza ribrezzo, ma che spiegherebbe molto del suo agire; Luigi Di Stefano esibisce titoli falsi. C’è da chiedersi a questo punto perché una persona che si comporta in una maniera del genere sia tenuta in grande considerazione dalla stampa nazionale, che non ha mancato di prendere per oro colato anche l’esibizione sul caso dei marò sotto accusa in India, una buffa “analisi tecnica” che proprio su Giap è stata fatta a pezzi da una piccola folla di sfrontati, mentre in parlamento è stata propinata a un gruppo di parlamentari senza alcun contraddittorio o filtro. Ancora oggi media e istituzioni si fidano di una persona che si comporta così, fanno bene?
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AGGIORNAMENTO: All’inizio di ottobre del 2014 sembra che Di Stefano abbia rinunciato a definirsi ingegnere e anche dottore, ora sul suo sito si definisce «Di formazione tecnico-scientifica», è sparita la «laurea» ed è sparito anche l’Ing. La cosa strana è che il suo curriculum continua a presentarlo come esperto di lavorazioni della plastica per le ottiche e gestori di acquedotti e impianti fognari, nessuna competenza specifica che possa spiegare quali competenze lo abbiano fatto scegliere come perito di parte in un processo come quello su Ustica, nemmeno alla voce esperienze professionali» si nominano esperienze o studi in aeronautica, radar o balistica. Non stupisce quindi che ritenga normale fare perizie da qui all’India, dove non ha messo piede, utilizzando fonti di seconda mano.
icittadiniprimaditutto
5 gennaio 2013
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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Luigi Di Stefano
2 agosto 2020
Dopo tanto tempo mi sono imbattuto casualmente in questa pagina. A leggere i giornali italiani e indiani i due erano colpevolissimi mentre dai documenti giudiziari indiani risultano innocenti in particolare dalle autopsie e dalla perizia balistica. Sono felice di aver portato avanti anni “Le ragioni dell’innocenza” per poi avere le prove che avevo ragione. Chi invece dovrebbe dolersi è chi ha sbraitato e vomitato insulti come una vecchia megera, poi si defila e guarda per terra. Io ho una preparazione tale in queste faccende (trenta anni da perito giudiziario) e quindi sapevo benissimo quel che facevo, quelli che come preparazione scrivono articoli da trenta righe invece non sapevano quel che dicevano.
Comunque niente problema: ho vinto contro un miliardo di indiani e alcuni milioni di babbei, va bene così;
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mazzetta
13 settembre 2020
Dopo tanto tempo resta una millantata come all’inizio.
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Luigi Di Stefano
2 agosto 2020
x Mazzetta… scusi se riporto un suo intervento per far vedere come si possano fare vibranti e definitive affermazioni senza capire una mazza di quello che si stà dicendo: oh, ne avesse presa una!
…………
“la Corte suprema che annullò tutto ”
quindi ho letto bene e “è stata cassata dai giudici indiani”, perché mi fai perdere tempo con il nulla?
Perché ripeti ancora le sciocchezze di Di Stefano e co. ? Perché fai finta che non esista una perizia balistica che associa i proiettili trovane -nei corpi- dei pescatori a quelli sparati dai fucili dei maro?
Perché parli di baggianate ed eviti accuratamente di affrontare la prova regina, peraltro riconosciuta anche dal nostro governo?
Perchè parli ancora di maro’ innocenti quando ormai è pacifico che a colpire quei pescatori siano stati dei fucili italiani?
Se non ci sono risposte alle tue baggianate è perché non rilevano, spiega tu come avrebbero fatto a non estrarre le “nostre” pallottole da quei cadaveri e a procurarsele in un altro modo, visto che fai tanto il fenomeno.
…………..
Ora per sapere che le pallottole repertate sulle vittime non sono nostre basta leggere le misure. Certo che se invece uno si limita a leggere i titoli di Repubblica, Corsera o Times of India allora sono colpevoli. Ma quei titoli non contano una mazza, è fuffa, aria fritta, chiacchiere di comari.
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Mantide Laica
6 gennaio 2013
Reblogged this on Il falso specchio and commented:
La “perizia” di questo “ingegnere” è stata ripresa non solo da amplificatori di cazzate come Libero (per cui Di Stefano è “un tecnico di lungo corso” http://www.liberoquotidiano.it/news/982925/L-India-manda-spie-a-Roma-Vogliono-incastrare-i-Mar%F2.html ) o il Giornale (“perito giudiziario” http://www.ilgiornale.it/news/esteri/perizia-sui-nostri-mar-falso-clamoroso.html ) ma anche da il Sole 24 ORE, che cerca di passare per un giornale serio ( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-25/lesperto-maro-india-hanno-143435.shtml?uuid=AbTHGvDF ). Insomma, le cazzate di un membro di un gruppo di fascisti che i più considerano marginale sono state amplificate senza controllo dalla stampa e hanno influenzato buona parte importante dell’opinione pubblica, e causando una vomitevole ondata di razzismo
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fausto
6 gennaio 2013
Per molti di loro la laurea è un soprammobile di lusso. Ma lasciassero perdere: la vita dei laureati italiani non è quella di un pascià, e probabilmente il loro status sociale non giustifica più questa bramosia di far parte del club!
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qualcuno
7 gennaio 2013
colpito ed affondato :D
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Davide
9 gennaio 2013
“…nonostante la sua sede in teoria si trovi al piano terra dell’ostello per ragazze del Methodist Compound di Monrovia, in Liberia..” ahahahahah!
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stefano
19 novembre 2013
non è un caso che il partito di riferimento non sia mai andato oltre lo 0,3%.
perché continuate a fargli pubblicità?
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mazzetta
19 novembre 2013
veramente a fargli pubblicità sono quelli che portano questi soggetti in Parlamento e poi spargono le loro balle in TV e su giornali come il Sole e altri.
semmai qui si denuncia proprio questo fatto, altro che fargli pubblicità
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ANDREGARD
19 novembre 2014
Il problema non è se L. di S. è laureato o no. La verità traspare dal filmato indiano originale e dopo la traduzione si capisce che i 2 marò sono caduti in una trappola: nel filmato il capo pesca dichiara che era buio, le 21 e 30, hanno sentito un grande rumore e non hanno visto niente. Oibò appena i 2 sono stati arrestati con l’inganno la dichiarazione diventa: era giorno, poco dopo le 16, si vedeva bene e abbiamo visto chi ci sparava…come si fa a credere così ingenuamente a un voltafaccia così proprio non so! È inutile blaterare su questo o quel ingegnere o sul giornalista che è o non è iscritto all’albo… il filmato parla da solo e chiaro … il capo pesca dovrebbe passare la macchina della verità. .. e chiedetevi perché non è stata determinata l’ora dei decessi, cosa che viene fatta in tutti questi casi in tutti i paesi…un motivo ci sarà … o no?
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mazzetta
19 novembre 2014
” La verità traspare dal filmato indiano originale ” un altro che prende un video passato in TV e poi tradotto per il Graal che ha visto lui con i suoi amichetti, che tristezza…
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ANDREGARD
8 gennaio 2015
Mazzetta ti vedo molto intelligente e sicuro di te: ti sfido…documentati prima di rattristarti per me: il filmato si trova solo in una stazione tv indiana (pensa non è italiana per niente)… unico problema è che da quando il filmato è stato tradotto la tv indiana cerca di ostacolarne la visione. Scaricalo (sai per ora lo permette) e poi chiedi, come ho fatto io, ad un indiano originario del Kerala, fallo tradurre completamente (perhché se solo parziale W-M e M.M. diranno che tutto è tendenzioso). Poi devi chiedergli anche la traduzione dei giornali indiani sullo stesso argomento (non la parte inglese) dopo l’arresto dei 2 …e solo dopo puoi fare tutti i tuoi commenti. Almeno provaci prima di pensare che siamo tutti amici nella tristezza. Sai io mi rattristo poco quando ho tempo faccio lunghi viaggi e mi diverto molto…e tu in India ci sei mai stato, hai delle conoscenze li? E, comunque siano andate le cose, forse non sai che dopo aver massacrato 15 innocui e disarmati pescatori thailandesi i marinai militari indiani non sono mai stati processati perché gli indiani dichiararono che ammazzare 15 pescatori scambiati per pirati è solo un tragico errore. Questo W-M e M.M. non te lo diranno…ma informati tu, autonomamente e senza appiattirti sulle idee di altri.
Comunque non ti sei neanche chiesto perché è stata richiesta l’inversione dell’onere della prova. Con tutte le prove sicure? Una precisazione: mi sa che fra il giornalista e il L. di S. non ci sia nessuna differenza. Uno semplicemente la vede al contrario dell’altro. Se mai il processo si farà, se l’ìIndia richiederà di nuovo l’inversione dell’onere della prova è certo che nell’impianto accusatorio indiano qualcosa non va.
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mazzetta
8 gennaio 2015
“perché è stata richiesta l’inversione dell’onere della prova” quando sarebbe accaduto?
e no, quello che passa in tv e sui giornali non è una prova, tu condanneresti o assolveresti uno dopo aver visto dall’estero Porta a Porta e aver letto Libero? Possibile che non si capisca che un tg o un articolo di giornale non sono fonti di prova?
e se “forse non sai che dopo aver massacrato 15 innocui e disarmati pescatori thailandesi i marinai militari indiani non sono mai stati processati perché gli indiani dichiararono che ammazzare 15 pescatori scambiati per pirati è solo un tragico errore. ” che vuol dire? Che perché non hanno processato i loro tutti quelli che ammazzano dei pescatori, se la -devono- cavare dicendo che si son sbagliati e amen?
Ricordo che i nostri non han detto di essersi sbagliati, ma di non averli colpiti proprio, almeno all’inizio
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ANDREGARD
8 gennaio 2015
Leggi in alcuni articoli di giornali indiani la normativa legata alla Sua Act: tolto la sciocchezza della pena di morte (che in India, pur avendola è da anni che non la utilizzano), tale legge specifica che l’onere delle prove non è dell’inquirente ma è di chi si deve difendere.
Non dico che non devono essere processati (sempre che il processo sia con l’esibizione delle prove) però questo odio che gli indiani hanno dimostrato, considerando la loro magnanimità verso i propri soldati…la vedo un po’ particolare. Quello che ho scritto sullo sbaglio è quello ripetuto dal ministro indiano, ma la verità, secondo la Thailandia, è diversa e, che pur disarmati, li hanno falciati tutti, e hanno continuato a sparare fino a far affondare la nave. Un paese democratico, penso io, e forse sbaglio, non dovrebbe trattare un caso simile (15 e 2) nello stesso modo o almeno con leggi similari?
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mazzetta
9 gennaio 2015
l’applicazione del Sua Act è già stata esclusa, era un’ipotesi avanzata da un procuratore e non dal governo o da altri, ed è stata cassata. Quindi niente odio per i marò e niente di diverso da una giustizia lenta e farraginosa come la nostra. E come da noi politici che cavalcano la storia per gli interessi loro e non certo per odio verso l’Italia.
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HOPITAL
23 gennaio 2015
E qui di nuovo non hai letto bene. La Sua Act è stata richiesta nel 28 esimo (rinvio più o meno) inizio di processo e non è stata cassata dai giudici indiani. Appena saputa la questione il nostro governo rispose in modo molto forte (sai essere considerati terroristi da un paese che non ha processato i suoi soldati che hanno ammazzato 15 pescatori di un altro stato e un numero imprecisato di donne e forse bambine dopo le violenze nel territorio del Congo è perlomeno offensivo) e fu fatto il ricorso alla Corte suprema che annullò tutto (ma su ricorso non per altro). La NIA comunque, se fosse rimasta, avrebbe continuato a chiedere l’inversione dell’onere della prova. (da giornali indiani) Ma ciò che W.M. e M.M. non hanno raccontato è la questione del filmato originale indiano (qui viene ripetuto per 2 volte ai giornalisti indiani che l’incidente è stato alle 21,30 -perché non dovrei credere al capo pesca quando racconta il tutto e con alcuni particolari interessanti- chiedi anche a qualche medico del rigor mortis dopo avergli fatto vedere il filmato); e dei pescatori morti fatti sparire subito (l’autopsia è stata fatta in uno dei centri migliori indiani e … non hanno nemmeno un frigorifero per le salme? Ma tu ci credi?); e dei carabinieri saliti e scesi velocemente su una barca forata e senza pallottole; e della barca fatta marcire in modo da rendere impossibili altre perizie balistiche; dell’esistenza dell’e-mail della quale l’India era a conoscenza (e da poco uscita fuori come scoop. Ti dirò di più …ti posso dimostrare che io la conoscevo già da alcuni giornali non italiani almeno un anno fa e scritto in altri blog) ecc. Comunque adesso devono decidere la nuova polizia che, a mio parere, potrà mantenere la segretazione delle prove e chiederà di nuovo l’inversione dell’onere della prova. La questione delle 20,5 miglia dovrà essere superata perché c’è un accordo firmato dal vecchio governo sulla giurisdizione penale entro le 12 miglia e, utilizzeranno qualche legge speciale per estendere di nuovo la loro giurisdizione (il mare contiguo avrebbe forse un senso se l’India non avesse firmato l’accordo internazionale) Continueranno a non utilizzare le loro prove? Altra possibilità è far dichiarare ai due di essere colpevoli (anche se non lo sono), avere le scuse del governo italiano e, ovviamente, un cospicuo rimborso (perfetto visto che loro non hanno rimborsato nulla alle famiglie dei pescatori thailandesi e delle donne violentate), ma anche in questo caso senza esibire nessuna prova. Sono queste le domande alle quali vorrei risposte. Se anche leggi il libro dell’autore da te richiamato non da nessuna risposta su quello che ho scritto. Anche in alcuni blog mi ha risposto in modo evanescente … in pratica sono stato bollato come uno dei soliti che vorrebbero un processo equo…per un militare poi. E che sul filmato non c’era nulla da dire. E’ in una stazione indiana…non devo credere neanche a quella?
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mazzetta
23 gennaio 2015
“la Corte suprema che annullò tutto ”
quindi ho letto bene e “è stata cassata dai giudici indiani”, perché mi fai perdere tempo con il nulla?
Perché ripeti ancora le sciocchezze di Di Stefano e co. ? Perché fai finta che non esista una perizia balistica che associa i proiettili trovane -nei corpi- dei pescatori a quelli sparati dai fucili dei maro?
Perché parli di baggianate ed eviti accuratamente di affrontare la prova regina, peraltro riconosciuta anche dal nostro governo?
Perchè parli ancora di maro’ innocenti quando ormai è pacifico che a colpire quei pescatori siano stati dei fucili italiani?
Se non ci sono risposte alle tue baggianate è perché non rilevano, spiega tu come avrebbero fatto a non estrarre le “nostre” pallottole da quei cadaveri e a procurarsele in un altro modo, visto che fai tanto il fenomeno.
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ANDREGARD
24 gennaio 2015
Mi sembra che il fenomeno sia tu. L’articolo è tuo. Documentarsi è facile. Per esempio l’autore del libro non ha scritto la storia dei pescatori thailandesi e delle violenze. Basta leggere alcuni giornali dello Sri L., del Congo o della Th. Perché deve sempre essere preso ad esempio L. di S. … l’inversione dell’onere della prova è scritta nei giornali indiani. La prova regina sarebbe la perizia balistica … in laboratorio? Informati su cosa succede a quel tipo di pallottole usate ad una distanza di 125 metri (sempre che questo ti vada bene …scritto su The H.). La prova balistica interna è attendibile dopo la prova balistica esterna, possibile solo sulla barca, ma mai effettuata. E visto le condizioni della barchetta, mai più effettuabile. E non l’ha detto L. di S. Le mie sono baggianate … e chi lo sa con certezza? L’asserzione che la prova balistica esterna sia accettata anche dal nostro governo chi te l’ha detto? Se fosse tutto così semplice come dici tu gli inquirenti indiani non avrebbero mai fatto sparire subito i corpi. (Qui mi ripeto: veramente tu credi che in uno dei centri più avanzati indiani, fiore all’occhiello, non abbiano neanche un frigorifero per le salme? Non potevano condividere interamente l’autopsia con i periti italiani e diradare qualsiasi dubbio?).
E poi dovresti leggere meglio, in quanto ho anche asserito che, nel caso sia successo il fatto, l’India a mio modestissimo parere, forse non condivisibile, dovrebbe usare la stessa misura usata per i suoi marinai militari (se permetti quando uno stato di diritto, che applica determinate leggi, decide che i suoi marinai militari, dopo aver falciato 15 pescatori disarmati, non devono essere processati, mi aspetto un’applicazione se non uguale, almeno simile, come omicidio colposo…oppure le leggi vanno cambiate a seconda della cittadinanza?)
I magistrati romani, come ben sai, avevano iniziato un procedimento a carico dei 2 marò e, in questi anni, hanno chiesto più volte le copie degli incartamenti sulle perizie, sui referti e sulle testimonianze, con una proposta oggettiva per decidere il rinvio a giudizio dei marò per omicidio. L’India cosa fa? Un atto di trasparenza: rende segretate tutte le sue prove e rifiuta qualsiasi contatto. A che pro questo riserbo? Tu l’hai capito? Per il libro è tutto così lampante e facile da dimostrare. Come vedi i giudici italiani non hanno accettato le perizie balistiche, (non sono neanche state comunicate) e aspettano l’intero incartamento. Per quanto tempo?
Non ho capito perché se qualcuno scrive un parere che non è il vostro sono tutte baggianate, fatti che non esistono, da fascisti o quasi, o scritti di L. di S., o cose che fanno perdere tempo. Penso che tutti perdiamo tempo (e forse ogni tanto ci piace) anche solo a scrivere articoli che, pur scritti bene, sono degli assemblati provenienti da più articoli o da un libro datato o da altri scritti similari.
Quello dell’e-mail non era così difficile da scoprire leggendo alcuni giornali non italiani e non indiani di 2 anni fa. Ti garantisco…i fenomeni non esistono. Esiste al contrario chi cerca più risposte.
Non capisco perché sia cosi importante scrivere su L. di S. quando un giornalista in India (e che vuole fare giornalismo li) dice di aver ricostruito gli eventi realmente accaduti, secondo lui, e voi ne siete sicuri. I filmati, uno originale indiano e uno originale italiano sono reperibili interi in Italia. La storia dei pescatori thailandesi ecc. si trova in vecchi articoli di giornale dei paesi interessati. E qualche persona che abita in questi paesi aiuta.
Comunque scusa se ti ho tediato e fatto perdere tempo.
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mazzetta
24 gennaio 2015
” Per esempio l’autore del libro non ha scritto la storia dei pescatori thailandesi e delle violenze.” Forse perché non c’entra niente?
Guarda che anche quella della barca è una balla, l’hanno restituita dopo le prove – che sono state fatte con tutti i crismi e sotto nostra superfizione e hanno ricevuto nostra approvazione. com’è una balla che senza la barca la perizia sui proiettili non valga, ma che buffonate t’inventi? Ti rendi conto che hai appena affermato che una perizia balistica non vale se ci sono solo proiettili presi dal corpo della vittima?
Lo hai capito o no che nei corpi dei pescatori han trovato i proiettili dei nostri fucili?
Lo hai capito o no che l’Italia non contesta la perizia?
Lo hai capito o no che non contesta nemmeno che i “nostri” abbiano ucciso i pescatori, ma che si muove tra la non imputabilità dei due e il delitto colposo?
Lo hai capito o no che abbiamo già risarcito le famiglie?
Nessuna fonte governativa ha mai denunciato la prova balistica
Nessuno sostiene nemmeno l’innocenza dei nostri.
Il resto è fuffa come i non-argomenti citati sopra, roba stravecchia, già smentita più e più volte, roba che spargono e condividono solo gli stupidi che pensano così d’agire da patrioti e i furbi che vogliono approfittare di loro
Quindi, per favore: basta. Vai a disturbare altri, questa roba l’ho già sentita e risentita, se va bene non rileva, altrimenti son patacche.
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ANDREGARD
25 gennaio 2015
Tu continui a parlare di una prova che non è stata mai condivisa con la difesa, cosa che in un paese democratico mediamente succede, e, come altre, è stata segretata. (indico un’autopsia collaborativa. Ti faccio un esempio che non c’entra: quando fecero l’autopsia di alcuni dei cadaveri dei pescatori thailandesi e l’estrazione di una pallottola del 16 esimo, l’unico ancora vivo, l’India chiese di essere presente e fu giustamente accontentata e la stessa verificò che le pallottole erano sue anche se alcune di fattura russa e italiana. Ed ecco perché in realtà richiamo spesso la questione dei pescatori thailandesi) Ti sei chiesto perché segretare le prove di colpevolezza? E perché gli indiani non hanno accettato di condividere l’autopsia con un dottore italiano (anche solo come spettatore: tu lo sai che non hanno voluto nessuno presente? I carabinieri hanno visto solo le radiografie senza però saperle leggere. Fu definito strano il colpo che attraversava parallelamente da tempia a tempia. Questo era scritto in un giornale indiano). Ma se fosse stato presente anche un esperto della difesa avremo già risolto il tutto in un modo o nell’altro. O no? Una delle famose radiografie, subito segretate, mostrava pallottole praticamente intere che (non c’è bisogno di L.diS. per saperlo) dovevano, rispetto ai metri di distanza dichiarati dagli indiani, 125 m, essere quasi sbriciolate con il fucile in dotazione sulla E.L.
Quando il tutto sarà de-segretato (in teoria nei paesi democratici non avrebbero fatto sparire i corpi), si potrà valutare la questione.
In sintesi chiediti perché l’India non voluto mostrare le sue prove, neanche quella che tu dici prova regina: una prova è tale se è oggettivamente verificabile e oggettivamente riproducibile. Come sarà possibile con le salme fatte sparire? Hanno pensato bene di distruggere anche la barca.
Tu non hai nessunissimo dubbio? Fino ad oggi l’India ha solo parlato di queste tantissime prove (specie nei giornali), ma non le ha mostrate neanche alla difesa. Quantomeno ai giudici italiani che avrebbero potuto iniziare un processo. Questa è la trasparenza e la garanzia che tutto quello raccontato dagli inquirenti indiani è oro colato?
Io non ritengo che tu dica baggianate (o sia tedioso) ma sono perplesso della tua certezza “matematica” basata su prove sempre dette a voce ma mai rese disponibili (intendo alla difesa e ai giudici romani) e, se tutto fosse cosi semplice e limpido, come dici tu, anche rispetto alla prova regina, qualsiasi giudice indiano avrebbe fatto carte false per iniziare e finire velocemente questo processo. Sai il figurone “marines italiani condannati per omicidio dal giudice…”. Leggi alcuni giornali indiani e vedrai che amano molto mettere il nome del giudice, specie in processi importanti.
Comunque sulle autopsie gli indiani hanno sempre avuto dei problemi e molte condanne si sono trasformate dopo anni in assoluzione anche per la sparizione delle salme. Un esempio è la storia dei due italiani appena scarcerati, che nel giro di pochi giorni e con un’autopsia raffazzonata in un giorno (anche quella dei pescatori è durata un giorno e nessuno è mai riuscito ad intervistare l’anatomopatologo, che si è reso irrintracciabile) si sono visti condannare prima a morte e poi al carcere a vita.
Ritornando al libro, destinato ad un pubblico italiano, ovviamente non poteva parlare dei pescatori thailandesi, specie di come la Thailandia e l’India avevano collaborato insieme per arrivare ad una soluzione veloce dell’accaduto (anche se non del tutto apprezzata) perché quel libro era destinato a cercare di convincere quanti più italiani possibili della colpevolezza dei due…in quel momento era più interessato a quello. Per non irritare le autorità indiane.
Al contrario, qualche sparuto giornalista indiano, (che ha anche rischiato) il problema di un ipotetico trattamento similare se lo è posto, e l’ha posto anche, successivamente, per i soldati stupratori in Congo, dove il C.F. ha dato qualche notizia senza infierire sui loro militari. (otre 40 soldati che in un territorio straniero hanno abusato per circa 8 anni di tantissime persone delle quali molte si sono suicidate: cercalo nel C.F. e fammi sapere).
Nel famoso libro, che richiama come prova importante l’autopsia, mi sembra di aver letto (forse a pag. 105), che la E.L. era stata costretta a invertire la rotta dopo le 35 miglia da un aereo e che la Marina Militare Italiana aveva dato ordine di non entrare nel porto indiano. Al contrario l’aereo da ricognizione non aveva minacciato nessuno (abbastanza vicino c’era la nave Grecale in servizio antipirateria che avrebbe potuto portare via i marò, se questi avessero avuto la percezione di aver ucciso qualcuno) ma aveva segnalato la presenza della E.L. alla guardia costiera indiana che non fece nulla per non creare un incidente internazionale (35 miglia). Le autorità indiane pensarono allora al tranello del riconoscimento di una barca pirata. (Se tu sapevi di essere colpevole ti saresti lo stesso fatto trasportare sulla terra ferma?) Fu il comandante della E.L. che chiese sia all’armatore, sia alla Marina Militare Italiana l’autorizzazione ad approdare al porto indiano per riconoscere la barca pirata. (e qui ci sono le documentazioni datate). E fu la M.M.Italiana a dare l’OK e non come raccontato.
Altra cosa, l’autore del libro ha generato l’idea, in molti italiani, che l’Italia si sia sempre opposta creando una strategia vincente. In realtà l’Italia per 4 o 5 volte si è opposta, ma negli altri 25 inizi di processo, hanno fatto tutto i giudici indiani. Chi non voleva fare il processo o perché non competente, o perché ammalato o ecc.
Se tutte le prove regine non fossero state distrutte, se non avessero cercato di bloccare il loro filmato originale, se non avessero segretato le rimanenti prove, qualche dubbio uno potrebbe averlo, ma a distanza di anni nulla è cambiato.
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ANDREGARD
25 gennaio 2015
Fammi un esempio in cui l’Italia non abbia pagato. E il pagamento è stato effettuato prima dell’interrogatorio delle parti. E se tutte queste prove fossero cosi sicure come tu affermi, le avrebbero già trasmesse direttamente ai giudici italiani che avrebbero iniziato il processo parallelo in Italia. Non esistono giustificazioni plausibili del perché nessun incartamento è stato consegnato ai giudici romani. Forse come dici tu le prove ci sono ma nei processi di questo tipo dovrebbero essere ripetibili.
Il collegio di difesa difficilmente può aver accettato o contestato tutte le prove e le perizie (anche perché prima devono essere interamente de-segretate) perché questo è un passo successivo all’elevamento del capo d’imputazione e possibile solo all’interno del processo iniziato. Anche nella legislazione indiana. Come fai tu a saperlo che non sarà contestata nessuna di queste prove?
E’ poi un conto avere delle prove in un processo e un conto dimostrare la loro veridicità senza un ragionevole dubbio. Per affermare con certezza che sono colpevoli, non è meglio aspettare la fine del processo, e anche dell’eventuale ricorso?
Ho capito…tutto ciò che è contrario a quello che pensi tu è fuffa. L’ho già letto in più blog che definiscono fuffa (o profluvio insensato di idee) qualsiasi cosa contraria a ciò che viene scritto…non è che vi siete messi d’accordo? La definizione mi piace molto e la userò anche io.
Comunque Ti saluto e non ti farò perdere altro tempo…
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mazzetta
26 gennaio 2015
“I carabinieri hanno visto solo le radiografie senza però saperle leggere”– Va bene, se il livello, anche di mistificazione, è questo, c’è poco da fare, ciao
p.s. la storia in Congo mi è ben nota, ma non c’entra, quelli erano militari in missione militare, i nostri erano invece su una nave civile ed è quello il problema, che li abbiamo mandati senza la copertura giuridica che spetta ai militari in missioni, affittati all’armatore pur sapendo che c’era esattamente il rischio che succedesse quel che è successo
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ANDREGARD
23 gennaio 2015
Scusa…ho usato il nome HOPITAL al posto di ANDREGARD, è stata una svista.
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alan
29 Maggio 2016
è l’immagine dell’Italia, dove niente è vero, ci si permette di tutto, la galera è fatta solo per gli indigenti e le istituzioni, ovvero gli uomini di esse non hanno il senso della vergogna che, se ci fosse, li guiderebbe a scelte e comportamenti dignitosi
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