GB: la madre dei filtri antiporno si è schiantata contro un blogger

Posted on 24 luglio 2013

1



Claire Perry è quella che ha spinto Cameron sulla strada dell’adozione di un filtro nazionale antiporno e al suo primo confronto con un blogger si è capito che non ha la più pallida idea di cosa sia internet, per non parlare della libertà d’espressione.

Perry, ex banchiere e parlamentare conservatrice, ha avuto infatti la bella idea di attaccare, minacciare ed accusare a vuoto Paul Staines (aka Guido Fawkes), un blogger “liberal” che aveva riportato sul suo blog la notizia dell’hacking del sito della signora, che alcuni burloni avevano riempito d’immagini porno per protesta contro l’ideona di filtrare internet, annunciata da Cameron come cosa fatta.

Così si è armata di Twitter e si è rovinata da sola, perché prima ha esordito accusando Staines di “ospitare” un link che distribuisce porno attraverso il suo sito e poi scusandosi con i visitatori per l’hacking “sponsorizzato” da @GuidoFawkes, che ovviamente non ci ha nulla a che fare. Poi, una volta che Staines le ha fatto presente che si trattava di uno screenshot del suo sito, che non c’era alcun link e che sì, è una notizia se il sito di una che fa campagna contro il porno è hackerato da “porno-pranksters”, l’astutissima gli ha prima chiesto di rimuovere il post “immediatamente” e poi lo ha minacciato di raccontare al suo editore che va in giro a spargere porno.

Niente che abbia preoccupato Staines, ma tutto molto tipico e già visto. Anche in Italia fior di politici sprovveduti invocano controlli sulla rete per “difendere i bambini” e Perry non ha fatto altro che spingere un progetto sponsorizzato da una radio Cristiana, che ovviamente nel porno vede il diavolo. Tipico è anche che la signora abbia prima calunniato Staines fondandosi su una clamorosa ignoranza dei fatti, e della differenza tra un link e uno screenshot, e infine lo abbia minacciato dicendo che riferirà i suoi presunti crimini al suo editore, peraltro contrario a quello che proprio The Sun ha definito “il primo passo verso la censura di stato”.

Il menu completo degli orrori che un politico non dovrebbe mai commettere, almeno in una democrazia, riproposto identico in diverse occasioni anche dalle nostre parti. Succede sempre così, bigotti e moralisti chiedono limitazioni alla rete fondandosi su presupposti del tutto errati e poi quando vedono esposta la loro ignoranza calunniano e minacciano chi la fa notare. Tutto il mondo è paese, un paese brutto inquinato dalla presenza di bigotti iperattivi che non hanno di meglio da fare che mostrare al mondo le loro miserie, senza alcuna vergogna.

 Pubblicato in Giornalettismo