Livio Caputo ha avuto una pensata contro i black bloc: «io penso che la tattica adottata, tutta rivolta a evitare gli scontri, sia stata troppo morbida, abbia dato un eccessivo segno di debolezza. E la tecnica dei franchi tiratori non è certo una mia scoperta. Viene adottata regolarmente, come risulta anche da innumerevoli film, ogni qualvolta bisogna proteggere un corteo con capi di stato o di governo ed è perciò anche, per così dire, stracollaudata». Con -franchi tiratori- Caputo intende i cecchini, che in realtà non sono per niente collaudati nel mantenere l’ordine pubblico, infatti di solito quando proteggono i capi di stato non sparano affatto. E cosa dovrebbero fare i cecchini contro i black bloc?
«Mi è allora venuto in mente che cosa, a mio avviso, sarebbe stato possibile fare per evitare che i black bloc compissero lo scempio che hanno compiuto. Sparargli alla testa, sono d’accordo, non era una buona idea: i morti, quando è possibile, è meglio evitarli anche in circostanze eccezionali come questa. Ma se le forze dell’ordine avessero appostato, sui balconi o sui tetti delle strade in pericolo una ventina di FRANCHI TIRATORI, di quelli che centrano un bersaglio anche a 500 metri di distanza (“celebrati” anche da un recente film americano) e avessero dato loro disposizione di sparare alle GINOCCHIA o ai PIEDI dei più esagitati mentre compivano i loro misfatti, si sarebbero potute evitare le distruzioni cui abbiamo dovuto assistere senza scatenare la guerra. Sono cioè convinto che, dopo due o tre centri, gli altri rivoltosi si sarebbero affrettati a battere in ritirata, e non avendo neppure il tempo di liberarsi del loro armamentario dietro una cortina fumogena, avrebbero potuto essere in buona parte arrestati».
Tenete presente che Caputo non è un guerriero da tastiera con il cervello fritto dall’abuso di YouPorn, ma un giornalista con una certa esperienza che ha appoggiato questo orrore su un blog del Giornale anche se probabilmente senza rendersi conto di quello che scrive e nemmeno di come lo ha scritto. Al Giornale non sono in molti con la sufficiente conoscenza dei diritti dei cittadini e dei rei in particolare e buona parte di questi se ne frega comunque. Non ci sono quindi scuse o attenuanti per questa uscita barbara e inqualificabile, che comunque a qualcuno è piaciuta, chi rispondesse proponendo di sparare nelle gambe a Caputo passerebbe per terrorista, sul Giornale invece ci sono persino commentatori che lo scambiano per un paladino della legalità e difensore dello stato.
gengiss
5 Maggio 2015
Su tutti i media c’è una forte demonizzazione dei cd. back-block, una specia di gara a chi invoca le misure più severe. Eppure, cos’hanno mai fatto di così grave? Qualche auto bruciata e qualche vetrina rotta; nessuna violenza alle persone. Un forte acquazzone mediamente a Milano fa più danni. Se pensiamo che solo il sito dell’Expo (escluse quindi le opere accessorie) è costato un miliardo e mezzo (a carico del pubblico), e non è affatto certo che i soldi verranno recuperati con i biglietti…
E nessun giornalista che sia chieda con quale motivazione abbiano agito questi anarchici. Se avvengono disordini a Ferguson o a Baltimora, si tente a giustificare e a cercare le ragioni sociali, mentre se avvengono a Francoforte o a Milano, si tratta solo di “vandali” e “teppisti”. Forse che i giovani europei hanno meno ragioni per essere arrabbiati di quelli americani?! E anche gli obiettivi (Bce, Expo) mi sembrano ben scelti: questi cd. “ragazzini” ne capiscono di politica più dell’italiano medio.
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MrVektriol
5 Maggio 2015
Bah, Livio Caputo nel 1976, ai tempi degli scontri di Soweto, sempre sul Giornale difendeva L’apartheid e definiva i ribelli neri terroristi nemici della democrazia…
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mazzetta
5 Maggio 2015
pensa che uno così l’han fatto sottosegretario agli Affari Esteri.
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fausto
23 Maggio 2015
Sparare ai manifestanti è scontato, ma si sono dimenticati l’altro ingrediente: raccolti i cadaveri ed i feriti, bisogna addossare la colpa agli avversari politici. Altrimenti non funziona mica bene. E dire che dovrebbero intendersene, in teoria.
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