La polizia cubana ha fermato Yoani Sanchez e altri attivisti cubani che erano intenzionati a manifestare al processo che vede uno spagnolo imputato per l’omicidio colposo di due dissidenti, morti quando l’auto che conduceva e sulla quale erano insieme, ha avuto un incidente a causa della forte velocità. Senza saperne molto di più, le anime belle ne hanno approfittato per mobilitarsi contro il regime di Cuba, più che a favore della blogger.
Di blogger e giornalisti imprigionati e uccisi infatti ce ne sono quasi tutti i giorni, ma quelli che vedrete schierati per la liberazione, sacrosanta, di Sanchez e degli altri non ne vedrete mai mobilitarsi. La figura peggiore l’ha rimediata Huffington Post Italia, che ha lanciato nel nulla l’hashtag #FreeYoani. Nel nulla, perché su Twitter non è stato ripreso da nessuno o quasi, nemmeno dai giornalisti del HPI.
P.S. Sanchez e gli altri sono stati rilasciati al termine dell’udienza alla quale avevano annunciato di voler manifestare. Si è trattato quindi di un fermo di poche ore funzionale a frustrarne le intenzioni.
Merita una menzione anche Matteo Renzi, che ha pubblicato al volo un volantino per la liberazione della blogger usando la grafica della sua campagna per le primarie. La miglior dimostrazione di come certi afflati umanitari nascondano in realtà interessi personali. Sono ben pochi quelli che si mobilitano per gli oppressi, molti di più quelli che cavalcano le disgrazie di poche vittime scelte e le sciacallano a loro uso e consumo.
icittadiniprimaditutto
5 ottobre 2012
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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Lucrezia
6 ottobre 2012
Complimenti, seguo con grande interesse il tuo blog perché svolgi un ottimo lavoro!
Ho una domanda: tempo fa lessi da qualche parte (perdonami, non riesco a rintracciare la fonte) che Yoani Sanchez non sarebbe altro che una blogger a caccia di pubblicità. Tu che ne pensi?
Ricordo anche una intervista da lei rilasciata al periodico Rebelion http://www.rebelion.org/noticia.php?id=104205 e da lei in seguito contestata.
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Virgendelpilar
6 ottobre 2012
I processi alle intenzioni di Yoani Sanchez lasciano il tempo che trovano. C’è o no a Cuba una situazione politica che giustifica l’esistenza di una dissidenza? Secondo me sì, e allora che bisogno c’è di indagare sulle motivazioni reali della Sanchez?
Il problema di Yoani Sanchez semmai è che rivela l’ipocrisia dell’establishment politico e giornalistico occidentale che ama buttarsi in queste cause facili e comode per evitare che la gente si accorga dei suoi vergognosi silenzi in altre cause, quelle difficili e scomode che spingono ad andare contro ad altro genere di poteri rispetto a quello rappresentato dai fratelli Castro. Chi se la sta passando meglio in questo momento, Yoani Sanchez o Julian Assange? E dove sono i Battista e i Renzi quando si parla della vergognosa montatura giudiziaria contro il fondatore di Wikileaks?
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Io
6 ottobre 2012
Il problema, caro Mazzetta, è che a Cuba si viene arrestati se si cerca di seguire un processo. ABBASSO IL DITTATORE CASTRO, ora e sempre!
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mazzetta
7 ottobre 2012
che c’entra Cuba? questo non è un post su Cuba :D
e non sono gli anni ’50
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Io
7 ottobre 2012
Oddio, parlare di Yoani Sanchez è parlare di Cuba e della situazione politica, che è quella che è. E resta il fatto che non si può fermare una persona, guardacaso nota oppositrice, che cerca di capire qualcosa di un processo. Succedesse da noi ci chiederemmo se siamo in dittatura. Poi l’opportunismo è un altro paio di maniche, ma il polverone sollevato io non lo vedo altro che bene.
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mazzetta
7 ottobre 2012
veramente il gruppo aveva annunciato una specie di manifestazione, da quel che dicevano quelli che han diffuso la notizia dell’arresto. anche perché è chiaro che fanno un scandalo di un provecesso abbastanza comune, se non fosse che l’imputato è uno che finanzia la dissidenza cubana per conto della destra spagnola. uno che andando veloce in auto ha avuto un incidente e ucciso due dissidenti che erano in macchina con lui
ed era stata fermata, non arrestata o imputata, cose come “freequalcuno” si fanno per un fermo temporaneo?
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flavio detomin
7 ottobre 2012
no credo proprio, hai ragione! Per caso, hanno protestato per l’uccisione della giornalista giapponese in Siria? E per gli altri giornalisti uccisi sistematicamente dalla polizia e dai narcos in Messico? Appena sentono Cuba, a questa gente muovono d’impulso le dita sulla tastiera…E’ più forte di loro….
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christian
8 ottobre 2012
se posso vorrei segnalare questo articolo di Gianni Minà:
http://www.giannimina-latinoamerica.it/1961-a-proposito-di-yoani/
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Giulia S.
11 ottobre 2012
Santo cielo, mi ricorda un Paese in cui gli studenti vengono fermati mentre si recano a una manifestazione pacifica e autorizzata, o malmenati e picchiati durante. L’Italia.
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