Invisible Children aiuta la dittatura ugandese

Posted on 10 aprile 2012

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In Uganda era andata malissimo, così si dovettero mobilitari “giornalisti” e associazioni “umanitarie”.

Nel 2008 l’esercito ugandese assistito dall’AFRICOM (Il comando militare per l’Africa) statunitense lanciò la disastrosa Operation Lightning Thunder (OLT), che schiacciò l’opposizione armata al governo di UPDF (Uganda Peoples Defense Forces) e LRA, ma che si risolse in un disastro umanitario e in estesi massacri tra la popolazione civile. Fuggito Kony in Repubblica Centrafricana, il regime di Museveni, gli Stati Uniti e il governo (?) del Congo di Kabila decisero di passare all’azione per influenzare media e organizzazioni umantarie.

Invisible Children, Resolve Uganda e il  Center for American Progress’ Enough Project sono le organizzazioni che si sono distinte nella collaborazione con il regime ugandese e nelle promozione della penetrazione americana in Africa.

Nei cable l’ambasciatore Steve Browning da conto di questa collaborazione e di altro, compresa la denuncia al regime di alcuni oppositori da parte di membri dell’organizzazione “umanitaria. Un’attività per la quale alcuni esperti legali hanno affermato che IC potrebbe essere chiamata a rispondere in giudizio. Perché è bene ricordare che quella di Museveni è una feroce dittatura, quali che siano i (buoni) rapporti con il Dipartimento di Stato americano.

Il portavoce del Dipartimento di Stato, Il CEO di IC Ben Keesey e un altro portavoce della stessa si sono rifiutati di comentare la notizia. Il video dei record non era altro che un’operazione stimolata dal Dipartimento di Stato per appoggiare la penetrazione americana nel cuore dell’Africa

Pubblicato in Giornalettismo