
Non è ancora chiaro se l’idea della bislacca riforma della forma di governo, e quella conseguente di giocarsi tutto per farla passare, siano venute a Renzi o a qualche astuto del suo entourage, ma quel che è certo è che nel campo renziano si è sottovalutato l’affetto che lega molti italiani alla Costituzione e la loro determinazione, già certficata dalle urne, nel difenderla dai maldestri quanto interessati tentativi di manomissione portati dalla classe politica, decisa a rescriverne le regole perché incapace di raccogliere i consensi necessari a governare. Altrettanto chiaro è che non sono bastati il controllo e la complicità della maggior parte dei media per aver ragione di questa determinazione, così come non sono bastati i numerosi espedienti messi in campo per cercare di convincerli che la riforma era cosa utile e necessaria e non è bastato il tentativo di posporre il voto fin sotto Natale, nella speranza che il tempo avrebbe permesso di aumentare i consensi, finendo semmai per logorare l’elettorato, giunto alle urne saturato dalla propaganda governativa.
Così a Renzi non sono sono serviti i numerosi tentativi di evocare il diluvio in caso di bocciatura della riforma:
Come non è servito arruolare le pagine buongiorniste o inondare l’Italia di messaggi semplici quanto indimostrati a caccia dei meno attrezzati:
Non è servito a molto neppure ergersi improvvisamente a paladino nazionale contro l’Unione Europea:
Nemmeno è servito promettere un radioso futuro e magnifiche sorti progressive:
Anche la promessa di opere mirabolanti non è servita a spostare voti:
E questa volta non è servito nemmeno erogare e promettere denari, anche se la pratica è stata spinta fino agli estremi, ai confini del laurismo:
Decisamente inutile si è poi rivelata la personalizzazione della contesa fino alla demonizzazione dell’avversario, alla quale hanno partecipato con lena molti pasdaran renziani:
Addirittura controproducente, per quanto squallida, si è rivelata la guerra ai dissidenti all’interno del partito:
Nemmeno fare lo stesso con il resto della sinistra dissenziente, fino a dare dei fascisti a quelli dell’ANPI, si è rivelata un’ideona:
Decisamente controproducente si è rivelato poi il tentativo di cambiare spregiudicatamente idea in corsa, qualcuno direbbe di cambiare le carte in tavola, e di vestire l’operazione con l’abito della menzogna, al punto di esibire schede elettorali che non erano previste dalla riforma per convincere parte degli elettori a votare la nuova Costituzione, perchè poi l’avrebbero aggiustata secondo i loro desideri.
Una manovra che ha riportato a casa Cuperlo e qualche dissidente, ma che ha anche avuto il difetto di fornire all’elettorato un’eclatante dimostrazione d’inaffidabilità e scarsa serietà:
Non è servito nemmeno blandire o assecondare le destre, tacendo sugli episodi di razzismo o ignorando alcuni fatti di cronaca, come la morte di Castro, nel timore di scontentare qualcuno prendendo posizione:
Inutile anche continuare ad aprire sempre di più alla destra liberista, a caccia di voti che non saranno mai della sinistra:
Ancora più inutile è stato premiare i pargoli per ingrossare i comizi o cercare di darsi un’immagine pop per sedurre i giovani:
Decisamente controproducente è stato invece il mettere la propria testa sul piatto del referendum, non ce n’era bisogno, non era richiesto, non aveva senso e si è dimostrata una vera e propria tafazzata:
Saturare i media con la propria presenza ne ha solo amplificato le devastanti conseguenze:
Del tutto inutile è stato invece provare a mobilitare le piazze, quando ci ha provato è andata male e per il resto la polarizzazione della contesa ha costretto lo staff di Renzi a blindare le sue apparizioni in pubblico:
Altrettanto inutile è stato il cercare d’intestarsi i successi del paese, al netto del tempismo non sempre perfetto nel condurre a termine l’operazione:
E non parliamo dell’idea di correre a sponsorizzare la candidatura di Clinton per ricevere in cambio il plauso dei democratici americani, idea bizzarra che non è venuta a nessun altro capo di stato o di governo:
In conclusione si può ben dire che Renzi, e con lui chi lo ha aiutato a definire e perseguire questa strategia, le abbia provate tutte, ma che alla fine sia stato pesato, misurato e trovato decisamente mancante.
dicembre 6th, 2016 → 14:06
[…] non semplicemente la misura di una sonora sconfitta con 20 punti di scarto. Sconfitta rimediata in un referendum che aveva fatto di tutto per vincere. Inutile dire che la conclusione è priva di qualsiasi senso logico, perchè un referendum offre […]
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dicembre 7th, 2016 → 01:00
[…] secondo fatto è: come faceva notare ieri mazzetta, non c’era alcun bisogno che Renzi personalizzasse a tal punto il referendum, da essere […]
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