»Oggi il buon Gramellini lancia l’allarme per le nuove divise delle hostess Alitalia che, a suo dire, oltre a una scelta cromatica sgradevole avrebbero un grosso difetto:
«Le ha disegnate un milanese, ma il committente è musulmano e si vede. Dalla punta dei capelli a quella dei piedi, sarebbe vano cercare un centimetro di pelle scoperta».
Forse impressionato dai guanti, ma più probabilmente dal pregiudizio, Gramellini cerca così di suggerire ai propri lettori che la gonna al ginocchio sarebbe un’imposizione tipicamente islamica e che la bustina in testa equivalga a uno chador. Una vera e propria offesa alla «nostra cultura» e alle «nostre donne», par di capire. Colpa di una:
«… cultura che, quantomeno in materia di donne, si trova nelle condizioni più di prendere esempi che di imporne».
Almeno così assicura Gramellini, che in fatto d’abbigliamento femminile si dimostra non meno confuso delle sue immaginarie controparti musulmane. La nuova divisa delle hostess, colori a parte, infatti non ha nulla di diverso da quelle di sempre. Non c’è nessun ritorno all’antico e ancora meno c’è traccia di una moderazione «musulmana» imposta al loro abbigliamento. Anzi, per rendere bene l’idea di quanto siano ridicole e assurde le affermazioni di Gramellini, basta riandare con la mente alla polemica che qualche anno fa ha visto per protagoniste le hostess di Meridiana, che si ribellarono all’adozione di divise del tutto simili, perché troppo «succinte».
Niente divise che vengono «direttamente da un incubo della Fallaci o da un romanzo di Houellebecq sull’Europa Saudita» quindi, solo una sparata razzista e ignorante da parte di un mestierante del giornalismo a corto d’idee.
Aggiornamento: il pezzo di Gramellini ha raccolto una valanga di critiche, ma anche episodi d’emulazione, come il pezzo di Federica Bianchi sull’Espresso, che è quasi interamente sovrapponibile all’originale. Anche lei come Gramellini sembra ignorare che la divisa esiste in due versioni e quindi l’esistenza di quella che, con colori invertiti e peccaminose calze rosse, con la sua esistenza riduce a pattume anche tutte le considerazioni sulla scelta dei colori.
lukecd
9 giugno 2016
Senza polemica ma:
“Per rendere bene l’idea di quanto siano ridicole e assurde le affermazioni di Gramellini, basta riandare con la mente…”. Si può pure guardare all’esempio di Meridiana, ma questo non rende ridicolo nulla. Tra l’altro le divise non si assomigliano per nulla, queste sono nettamente diverse e meno “succinte”.
Dopodichè lei avrà anche ragione e non ci sarà nessuna imposizione per soddisfare requisiti favorevoli all’Islam ma questo lo può affermare in base a che fonti? Stessa cosa vale per Gramellini che non cita fonti, prove o considerazioni tecniche per affermare il contrario ovviamente.
Detto questo, le divise sono terribili ed esteticamente penose. Parere credo ampiamente diffuso, ma verifichi pure.
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mazzetta
9 giugno 2016
Cominciamo dall’inizio: spetta a Gramellini dimostrare le sue accuse a Etihad, ma che siano false lo dimostra il fatto che le divise della compagnia degli Emirati siano meno castigate delle nuove divise Alitalia.
Divise che sono del tutto identiche per stile e copertura a quelle già citate di Meridiana e altre compagnie, a meno che lei non scambi le calze color carne per nudità.
Il fatto che esteticamente siano penose non autorizza nessuno a inventarsi che siano particolarmente castigate per colpa di fantomatici musulmani, che è scorretto ed è operazione chiaramente razzista
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Adriano G. V. Esposito
11 giugno 2016
” e non ci sarà nessuna imposizione per soddisfare requisiti favorevoli all’Islam ma questo lo può affermare in base a che fonti? ”
Ma prima ancora di parlare delle fonti non ci si dovrebbe mettere d’accordo su:
1) “requisiti dell’Islam sulle divise delle hostess”
2) “Imposizione dei gestori islamici di linee aeree di tale requisiti”?
Qui infatti è tutto dato per definito.
Invece…
1) È un fatto gramelliniano che l’Islam abbia dei requisiti per le divise delle hostess. Ma l’Islam, come sa chi se lo studia un po’, è una religione senza un corpo centrale e ogni comunità si fa le proprie regole interpretando il Corano e quindi bisognerebbe cercare, se ci sono, le regole che si sono date le varie comunità su questa materia.
2) È un fatto gramelliniano che un prorietario islamico di linee aeree applichi questi eventuali precetti islamici. Ma i proprietari islamici di linee aeree, come sa chi se li studia un po’, non applicano presunti precetti islamici ma fanno interpretare il gusto islamico ai committenti di divise, islamici o no. Bisognerebbe quindi fare una lista con quattro colonee: compagnie aeree, proprietà, divisa, committente, specifiche date al committente.
Ma tutto questo per andare a smontare un’accozzaglia di blateri di gramellini? Anche no… Io personalmente continuo a studiare gli esempi in materia di donne che l’Italia dà alle culture arabe o musulmane. Ad esempio questo è l’ultimo:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/16_maggio_31/carla-piange-sara-io-bruciata-lasciata-viva-non-so-cosa-sia-peggio-a3962102-26f8-11e6-84f5-8b0ccaa79a80.shtml
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opellulo
9 giugno 2016
Qualcuno che si sia preso la briga di andare a chiedere un parere a chi con quella divisa ci lavora no eh?
Come al solito nella penisola il corpo delle donne diventa terreno di sconto per ideologie più becere.
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Adriano G. V. Esposito
11 giugno 2016
gramellini non solo ha dato per scontato che la sua idea più succinta di divisa da hostess sia l’idea che ne hanno tutte quelle che se la devono indossare per lavorare, non solo, ha anche polemizzato su chi deve dare insegnamenti in materia di donne. Insomma maschi che decidono che le hostess devono avere “pelle scoperta” quando lavorano per lui sono maschi che possono insegnare come si trattano le donne…
Per questo gramellini non s’è preso “la briga di andare a chiedere un parere a chi con quella divisa ci lavora”: sono i maschi come lui che decidono come devono essere vestite le hostess…
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mozart2006
10 giugno 2016
Gramellini gira a fasi alterne, questo è il periodo della polemica contro l’ immigrazione e di conseguenza, vedo, sugli aspetti religiosi che ne potrebbero conseguire o ne conseguono. Pertanto si è collocato sul versante salviniano. Fra qualche giorno lo vedremo girarsi da un’ altra parte con la sua tipica, singolare coerenza.
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El barto
23 agosto 2016
A parte che le divise femminili sono molto simili per quasi tutte le compagnie aeree con le quali ho viaggiato, Gramellini invece di preoccuparsi a scoppio ritardato di come Etihad, la proprietaria della nostra compagnia nazionale di bandiera, tratta i propri lavoratori, si preoccupasse di come Marchione tratta a merda i lavoratori della SEVEL o che fine ha fatto la GOlden Lady delocalizzando in Serbia e lasciando sul lastrico oltre 400 addette del tessile italico. QUesti sono i veri radical chic.
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