Buonanno, Santanché e quelli che insultano le vittime della strage alla Mecca

Posted on 25 settembre 2015

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Oltre 700 morti e 800 feriti tra i pellegrini impegnati nell’Haji a Mina, nei pressi della Mecca. Cordoglio? Commozione? Niente di tutto questo, l’estrema destra italiana si è anzi mobilitata per insultare le vittime, che hanno la colpa di essere musulmani.

buonanno

È Daniela Santanché la prima a insultare (via Corriere della Sera) le vittime della tragedia verificatasi questa mattina alla Mecca:

«Apprendo che si registrano oltre 200 morti e 500 feriti (poi il bilancio è salito, ndr) per una calca avvenuta tra i pellegrini alla Mecca, schiacciati dalla folla durante l’Hajj, il pellegrinaggio annuale dell’Islam. Nemmeno le bestie. Penso ai loro poveri figli e a quelle povere donne costrette a vivere dietro la vergogna di un velo, penso all’ignobile retorica buonista della sinistra. Rabbrividisco».

Un minestrone indegno e non solo perché la «retorica buonista» e la condizione della donna c’entrano poco con l’incidente, ma soprattutto per il riferimento alle bestie appiccicato ai pellegrini. Sul Corriere i lettori hanno peraltro scelto in maggioranza il sorriso per rispondere alla domanda «dopo questo articolo mi sento»

Non poteva mancare Gianluca Buonanno, il leghista ha preso la via di Twitter per comunicare al mondo che secondo lui i musulmani non dovrebbero andare alla Mecca, ma allo zoo. Lesta, una sua fan s’accoda ed esprime la sua soddisfazione per la «buona notizia». Una buona notizia perché per gli estremisti della destra nostrana l’unico musulmano buono è quello morto, le preoccupazioni di Santanchè per donne e bambini sono solo ipocrisia, e ogni volta che giunge notizia della morte di un buon numero di musulmani c’è gente abbastanza demente da manifestare sui social network le propria soddisfazione per un massacro o una strage.

E non mancano gli spiritosi, ma in generale è il razzismo quello che trasuda dai commenti sulla strage e da battute grevi e ben poco rispettose di quelle 300 persone morte e dei loro parenti. Quelli che sostengono la necessità di uno scontro di civiltà con l’Islam, non perdono occasione per mostrarsi incivili, maleducati e incapaci persino di condividere uno dei fondamenti condivisi in tutte le culture che vogliano dirsi civili: il rispetto dei morti e del dolore dei parenti delle vittime. Qualunque sia la civiltà difesa da persone del genere, non è quella che vogliamo per il nostro paese.

Pubblicato in Giornalettismo

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