
Matteo Salvini oggi ha cavalcato furiosamente la bufala della tassa sui condizionatori. Prima ha lanciato la falsa notizia con grande furore e poi, quando ormai da tempo molti gli avevano fatto notare che si tratta di una bufala, ha rilanciato dichiarando che la Lega si opporrà al provvedimento.
La legge in realtà equipara gli impianti di condizionamento di potenza superiore ai 12 kW a quelli di uguale potenza adibiti al riscaldamento e prevede che siano sottoposti alle stesse verifiche e cure. Ma in un appartamento non arrivano nemmeno a 12 kW e i condizionatori domestici più diffusi tendono a stare attorno ai 2 kW. Niente tassa sui condizionatori domestici quindi, ma niente tassa nemmeno sugli altri, solo controlli obbligatori come per gli impianti di riscaldamento, ma non è finita qui.
Rilancio e raddoppio della figuraccia, infatti il decreto-legge 4 giugno 2013 sia stato convertito in legge dal Parlamento all’unanimità o quasi, anche con il voto compatto della Lega Nord.
E a questo punto non ci sarebbe da stupirsi se la Lega avesse votato anche in sede europea a favore della direttiva sul risparmio energetico, alla quale il nostro paese si è così adeguato. Se solo Salvini sapesse di che straparla o facesse lo sforzo di documentarsi, figuracce del genere potrebbe essere evitate con facilità, invece lui ne infila una dietro l’altra. Davvero uno statista.
P.s. Per gli interessati, la fonte della bufala è una nota di Federconsumatori, che su Twitter ha poi detto di essersi attivata su segnalazione di alcuni cittadini, ma che non ha spiegato come da lì sia arrivata al calcolo dei 200 euro d’aumenti a famiglia, Nella nota ovviamente non c’è alcun riferimento ai 12 kW, mentre si dilunga molto sui presunti maggiori costi.
Pubblicato in Giornalettismo
amilcaxas
24 luglio 2015
sono sempre più convinto che abbia ragione Umberto Eco
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GenioChiara
24 luglio 2015
Ma quanto sono idioti…
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Luca
24 luglio 2015
Una precisazione: i kW a cui si riferisce la legge sono quelli *termici*, ossia indicanti il flusso di calore sottratto (raffrescamento) o fornito (riscaldamento) all’abitazione e non la potenza elettrica consumata, che è legata alla potenza termica da due coefficienti, EER (raffrescamento) e COP (riscaldamento) che determinano l’efficienza e la classe energetica dell’impianto.
Un buon impianto moderno (un classico “split”) ha un EER pari o di poco superiore a 3 e un COP attorno a 3-3,5, quindi un impianto da 12+ kW termici (o ca. 40.000 BTU o 10.000 frigorie) per cui è obbligatorio il libretto corrisponde a consumi elettrici di ca. 4 kW: decisamente un *grosso* condizionatore, da 2 a 3 volte più potente di quelli in uso in un normale appartamento.
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