
Il generale Godefroid Niyombare ha tenuto un discorso, poi diffuso dalla radio, nel quale ha dichiarato che il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza ha violato la costituzione cercando di farsi eleggere per un terzo mandato. Dalla presidenza hanno detto che il pronunciamento è «uno scherzo». Dopo giorni di proteste in Burundi sembra arrivato il momento del golpe. A guidare la ribellione è il generale Godefroid Niyombare, già capo dei servizi e licenziato nel febbraio scorso, al suo fianco numerosi ufficiali dell’esercito e della polizia e un ex ministro della difesa. Nkurunziza (nell’immagine), presidente dal 2005, al momento si trova in Tanzania per un vertice con i colleghi dell’Africa Orientale che per oggetto proprio la situazione nel suo paese, che è andata peggiorando da quando il presidente ha annunciato la sua intenzione di presentarsi per un terzo mandato, anche se nella costituzione c’è il limite di due.
Alle proteste è seguita la repressione e già 4.000 persone sono scappate nel vicino Ruanda temendo per la loro vita. Nkurunziza è sostenuto dal più potente vicino ruandese, ma il presidente Kagame potrebbe avere difficoltà a trovare il pretesto per un intervento militare in suo sostegno, anche se ogni moto in Burundi si trasforma presto in problema per i paesi confinanti, Congo, Tanzania e Ruanda. Nkurunziza inoltre è da tempo oggetto di critiche trasversali per la sua pretesa di rimanere al potere, ma anche per alcune decisioni bizzarre e giudicate pericolose per la fragile democrazia burundese.
L’anno scorso ad esempio ha vietato il jogging temendo che potesse essere usato come copertura per «attività sovversive», segnatamente contestazioni contro di lui. Divieto al quale è seguita la condanna all’ergastolo di 21 iscritti del partito Movement for Solidarity and Democracy (MSD), colpevoli di aver usato la corsa come un modo d’organizzare una protesta poi scaduta nella violenza. Contro Nkurunziza si è schierata anche la comunità internazionale che lo accusa di non rispettare la costituzione e gli accordi di Arusha, che hanno messo fine alla guerra nel vicino Congo. Proprio oggi l’UE ha annunciato il tagli degli aiuti come protesta per la violenta repressione, Nkurunziza appare decisamente solo, dentro e fuori i confini del suo paese.
La mossa dei militari arriva dopo l’uccisione di una ventina di manifestanti da quando sono iniziate le proteste, che hanno già portato alla fuga di oltre 50.000 burundesi nei paesi vicini, mentre da giorni l’ONU lancia allarmi temendo un esodo ancora più massiccio. Per il momento dalla capitale Bujumbura non giungono notizie di violenze, la polizia che nei giorni scorsa era incaricata dell’ordine pubblico è sparita dalle strade e si sta radunando una grossa manifestazione contro il presidente. I militari hanno annunciato l’istituzione di un Comitato di Salvezza che dovrebbe guidare il paese verso nuove elezioni.
Pubblicato in Giornalettismo
Posted on 13 Maggio 2015
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