Oggi La Stampa e il Corriere della Sera ci sono andati pesanti con il copincolla e hanno prodotto due articoli costruiti copincollando brutalmente e abbondantemente dal sito lamanifpourtous.it, che ovviamente ripropone i deliri delle organizzazioni omofobe di matrice cattolica che gridano contro l’inesistente «teoria del gender» (o complotto), che altro non sarebbe che una diabolica trovata per distruggere la famiglia, il genere umano e consegnare il mondo nelle mani degli omosesssuali o della «lobby omosessualista», che a sentir loro, adoratori di Santa Romana Chiesa che non ingerisce e non ha mai ingerito, nel nostro paese farebbe il bello è il cattivo tempo a dispetto dei santi e di quell’altra fesseria che che si sono inventati: il «diritto naturale»
Il Corriere della Sera è stato investito dalle proteste dei lettori e ha rivisto profondamente l’articolo, senza fiatare, mentre La Stampa ce l’ha ancora online e per ora finge indifferenza. I poveri estremisti di Manifoourtous.it invece sono lì che gridano alla censura della voce della scienza (che sarebbe poi la loro), in attesa di gridare all’agguato omosessualista se dovesse sparire o essere modificato anche l’articolo della Stampa (p.s. come infatti è successo, i «5 punti» sono rimasti solo nell’URL)
A prescindere dalle ubbie degli estremisti omofobi cattolici, che su questi temi trovano sponda per una volta gradita anche in altrettanto evoluti musulmani, c’è da dire che fa orrore vedere che un tema del genere è trattato in questo modo da due delle maggiori testate italiane. C’è una leggerezza nell’affrontare il tema che ferisce chi ne capisca un minimo, c’è il plagio selvaggio e c’è l’impiego come fonte di un sito d’estremisti, il tutto con il bel risultato di rifilare ai lettori ignari un pacco di robaccia e di far montare il sangue alla testa a tutti quelli che capiscono la portata e la gravità di trovate del genere. Per non dire dei bigotti rintronati che ci sono rimasti malissimo e che ora piangono nei commenti del Corriere.
Ora probabilmente le due testate continueranno a far finta di nulla come accade quasi sempre,e tutto si conlcuderà in gloria, sperando almeno che anche La Stampa rimetta mano al pezzo, ma ci sarebbe da approfittare della coincidenza con il Festival Internazionale del Giornalismo per chiedere ai professionisti del settore se, per caso, la crisi di credibilità della stampa non dipenda anche dallo spaccio di prodotti realizzati con questa cura e professionalità. Un gender di giornalismo che sarebbe da mettere seriamente in discussione, se mai si volesse salvare quel poco credito che rimane al prodotto delle grandi testate italiane.
P.S. alla galleria degli orrori si è aggiunto anche un pezzo di Alessandra Servidori, anche lei ha copincollato abbondantemente fonti già massacrate nella loro credibilità e si è detta d’accordo con il Papa nella sua critica all’inesistente ideologia del gendere. Anche lei come gli atri autori citati è stata invitata a rettificare il suo articolo.
credits to @angelerrimo
CimPy
15 aprile 2015
OT?
Non è che gli articoli tarocchi siano un’esclusiva del Corriere e della Stampa: anche al Mattino di Padova c’è chi pubblica autentiche bufale (e scusate il parziale OT sull’argomento)
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Ilario D'Amato
16 aprile 2015
L’ha ribloggato su Ilario D'Amato, journaliste ha commentato:
Che vergogna.
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iriade
17 aprile 2015
Non si capisce, nel merito, quali sarebbero le inesattezze. Ho letto il pezzo di Alessandra Servidori e lo trovo condivisibile se non in toto, al 99% almeno. E non ho nessunissima simpatia per il Papa né per alcuna religione, cionondimeno le gender theories, da 20 anni che le conosco, le ho sempre trovate delle grandi sciocchezze. Così come in quanto donna l’idea di “genitorialità” mi appare orrenda, perché la relazione fra donne e bambini e quella fra uomini e bambini è imparagonabile.
Le gender theories sono reazionarie esattamente quanto la dottrina cattolica, e non hanno neanche il coraggio di uscire allo scoperto ma si nascondono dietro un dito “non esiste l’ideologia gender” quando andando alla sostanza, si sta parlando di una disciplina accademica filosofesca che esiste eccome, e per un certo numero di anni ha pure tenuto al caldo le carriere di qualche accademicone postmoderno.
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mazzetta
17 aprile 2015
il fstto che lei lo trovi condivisibile è un problema suo. Anche il pezzo di Servidori parla di cose che non esistono ed è costruito con il maldestro plagio di fonti squalificatissime. E no, non “si sta parlando di una disciplina accademica filosofesca che esiste eccome” i “gender studies” non sono una filosofia, non hanno prodotto una “teoria del gender” o niente di similie, sarebbe come se un branco d’ignoranti denunciasse la “teoria della biologia” perché si studia biologia.
Sono solo balle costruite dagli estremisti cattolici per dare forma a una minaccia che invece non esiste, al solo fine di gridare al complotto e legittimare la propria omofobia. Robaccia da sfigati e il giudizio va esteso alle più alte sfere vaticane che assecondano questa politica demente e reazionaria.
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iriade
17 aprile 2015
I gender studies io li ho scoperti 20 anni fa, all’Università. Mi sono letta i libri di Teresa De Lauretiis e mi sono studiata tutte le classificazioni e le elucubrazioni sul fatto che il genere sia un costrutto sociale imposto. Molto ma molto prima che il Papa aprisse bocca sull’argomento. La cosa triste è che nemmeno lei entra nel merito, mai. I gender studies non sono paragonabili alla biologia, perché non sono una disciplina. Sono un corpo di studi che hanno prodotto alcune tesi ben precise, fra cui quella del “genere” come costrutto interamente sociale e culturale che secondo me è una gran bella idiozia. Si può dire? O forse siamo tutti bigotti cattolici se diciamo questo? No perché sono abbastanza basita dal basso livello che sta prendendo questa discussione in certi ambienti, davvero tutti a nascondersi dietro un dito invece di entrare nel merito. Parliamone, del genere. Parliamone sul serio. E vediamo come la pensiamo. Non c’è modo migliore per rispondere agli attacchi del Papa che questo, il problema è che tanti ambienti questa discussione non la vogliono fare perché rivelerebbe quanto sono confusi, dal punto di vista teorico.
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mazzetta
17 aprile 2015
“La cosa triste è che nemmeno lei entra nel merito, mai. ” sarebbe triste il contrario, visto che “il merito” in questo caso non esiste, come non esiste la “teoria del gender” o il “complotto omosessualista” .
Parlare delle differenze di genere e di genere è una cosa, il delirare di “teoria del genere” o di complotti lo lascio volentieri ai crociati rintronati.
iI modo migliore per rispondere al Papa e fargli presente che parla di robaccia inventata da fanatici religiosi e bigotti, altro che dargli spago.
quanto alla confusione, è buffo che non si notino le baggianate clericali e s’accusino altri di fare confusione, ma immagino che a commenti del genere corrisponda l’assoluta ignoranza della storia delle ingerenze clericali in questo paese
p.s.
per lei è normale che Servidori copincolli robaccia e la presenti come l’autorevole parere di un’esperta, quando un’azione del genere prova che la signora non ne capisce mezza, nel merito?
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iriade
17 aprile 2015
Se non mi dice qual è la fonte della Servidori, come posso risponderle?
“Parlare delle differenze di genere” per citare le sue parole non è sufficiente, credo, per definire i gender studies. Sarebbe come dire che Veronesi “parla di malattie”. I gender studies esistono, santa la pupazza. Ma lo volete capire che questa linea di difesa è ridicola, agli occhi di maggioranze tutt’altro che proclericali? Comunque ecco qua:
http://www.genderstudies.ucla.edu/
L’UCLA non è proprio un covo di ex papi, è un’università anche di un certo prestigio negli Stati Uniti, ne converrà. In cui si studia un corso il cui succo, se capisce l’inglese, è questo:
“This course explores scholarly theories and histories of the body, focusing on topics including sex identities, sexuality, gendered violence, and reproductive politics. Questions to be considered include: How has science, medicine and culture sought to distinguish “male” from “female” in different historical periods and locations? How have the meanings of the terms “sex” and “gender” varied across time and place? How has the gendered body been represented in different visual cultures? How have embodied identities been produced in different historical and geographic contexts? What is the relationship between embodiment and desire?”
I presupposti teorici di questa roba qua sono ridicoli e assurdi. E lo dico dal punto di vista di una persona che si batte contro l’omofobia, e contro le discriminazioni. Se lo dice anche la Bergoglio con altri fini (e non ne dubito), si combattono i fini, incassando però il colpo, perché sul merito degli studi di genere ha detto cose vere e continuare a blaterare che dice fandonie ha pochissimo senso, rende solo ridicoli.
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mazzetta
17 aprile 2015
perdonami, nessuno ha mai negato che esistano i gender studies, si nega che esista la “teoria del genere” così come se la immaginano certi cialtroni. “theories and histories of the body” non si traduce in “teoria del genere” nemmeno facendo le capriole, ma solo barando indegnamente, ci siamo?
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iriade
17 aprile 2015
Capito di che stiamo parlando, di sottigliezze traduttive. A me questa pare una capriola, o meglio, una piroetta con doppio salto e mezzo indietro carpiato. Se pure qualcuno traducesse “Gender studies” con “Teoria del genere”, non mi sembra un errore di traduzione così grave da gridare al “barare indegnamente”. Specie perché se vai a guardare, gli assunti che vengono attribuiti alla “teoria del genere” sono toh, guarda un po’, proprio quelli che si ritrovano nei gender studies. Detto ciò, all’interno dei gender studies più e più volte gli stessi studiosi hanno parlato di “gender theory”, quindi veramente, finiamola. Bisognerebbe avere un po’ più il coraggio delle proprie opinioni, e un po’ meno schernirsi dietro le parole.
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mazzetta
18 aprile 2015
“Se pure qualcuno traducesse “Gender studies” con “Teoria del genere”, non mi sembra un errore di traduzione così grave…” ma non è per niente un semplice errore, è doloso e sarebbe come tradurre lo studio della biologia con “la teoria della biologia”, peraltro assegnando a questa cd teoria tutto quello che di negativo si può studiare facendo biologia
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iriade
18 aprile 2015
Intanto buongiorno, e senza polemica, tu li conosci i gender studies? Perché da come ne parli sembrerebbe in effetti di no. Paragonarli alla biologia è più che mai inesatto. I gender studies non sono una disciplina di studio. Sono un corpus di teorie, ecco perché la definizione di “teoria del genere” non è per niente campata per aria. Sono un corpus di teorie che hanno in effetti, anche le caratteristiche di un’ideologia, perchè chi ci crede le porta avanti (e a mio modo di vedere, in questo non c’è niente di scandaloso. Trovo molto più scandaloso come ho già detto che chi crede in questa ideologia ora si stia nascondendo dietro un dito senza dimostrare il coraggio delle proprie opinioni). Un corpus di teorie talmente tanto confuso e ammappazzato che produce, fra l’altro, situazioni demenziali tipo questa:
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/04/04/fabio-sabatini-lincredibile-scandalo-della-tutina-rosa-di-mia-figlia/
Direi che qui la chiesa non c’entra proprio niente. Il problema sono concetti veramente insulsi come “gender neutrality”, talmente tanto insensati che si rischia di diventarne vittima come accaduto al povero blogger.
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mazzetta
18 aprile 2015
vedi?
attribuisci a un’inesistente ideologia le ubbie di una poverina, quella della tutina rosa
al netto del fatto che non è strano che chi crede in Gesù che è risorto e tutto la fiera di santi e miracoli, poi si confonda o che la chiesa menta sapendo di mentire pur di affermare i propri dogmi
già, se non te ne sei resa conto non c’è nessun complotto omosessualista, nessuno che vuole distruggere la civiltà o la famiglia, c’è solo un branco di bigotti che come fa da millenni vorrebbe continuare a imporre le proprie fantasie al resto del mondo. A ogni costo, figurarsi che sarà mentire sapendo di mentire, per gente che fino a mezzo secolo fa non fiatava nemmeno mentre si faceva strage d’ebrei, ma che del’ira d’olocausto e di milioni di bimbi uccisi dagli aborti.
Cercare di spacciare la difesa dei diritti dei non eterosessuali per un progetto eversivo è tipico dei cazzari crociati, dicevano lo stesso con quelli che volevano abbattere le monarchie assolute e il Papa re, la violenza della chiesa cattolica e dei suoi fedeli non ha paragone nei secoli, se non con quella hitleriana di cui fu complice
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iriade
18 aprile 2015
Io non sto parlando di complotti omosessualisti, per l’amor del cielo. Non sono dalla parte della chiesa, e se fosse per me io la famiglia la distruggerei eccome.
Però tu cambi il discorso, e non entri nel merito, e non ammetti che ci possa essere chi come me critica e ritiene insulsi e dannosi i gender studies pur essendo schierata nettamente contro l’omofobia.
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mazzetta
18 aprile 2015
se non ti piacciono i gender studies è una cosa e non mi preoccupa per niente, se da lì ne trai che esista un’ideologia o teroira gender sei fuori strada e poi arrivi alle stesse conclusioni dei rintronati crociati, che non lo fanno perché si sbagliano, tutto qui
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