Strage di studenti in Messico, l’esercito arresta la polizia

Posted on 29 settembre 2014

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Sei morti, 17 feriti e 57 «scomparsi», questo il tragico bilancio della repressione di una protesta studentesca nella città messicana di Iguala, nello stato del Guerrero. Il governo ha mandato l’esercito, che ha arrestato 22 agenti e si è attivato alla ricerca degli scomparsi.

 

 

José Luis Abarca Velázquez, sindaco di Iguala de la Indipendencia, città a metà strada tra Acapuclo e la capitale, nello stato del Guerrero, dice di non aver ordinato alla polizia di aprire il fuoco, e di non aver saputo nulla delle violenze che hanno fatto gridare allo scandalo in tutto il paese.

Il sindaco però è fonte poco degna di fiducia, visto che è sotto inchiesta governativa per la sua vicinanza a Guerreros Unidos, una formazione criminale dalla quele potrebbero venire alcuni dei «sicarios» che secondo le fonti locali hanno affiancato la polizia cittadina in quello che è stato un vero massacro di studenti impegnati in una protesta locale. Ora si chiedono a gran voce le dimissioni del primo cittadino, ma nel frattempo l’attenzione è concentrata inevitabilmente sulla sorte dei 57 studenti «scomparsi», che si temono in pericolo di vita e che non risultano arrestati o in alcun modo detenuti dalla polizia, ma dei quali non si sa più nulla da venerdì scorso.

Sabato i 22 poliziotti arrestati grazie a indicazioni e a immagini fornite dagli stessi studenti, sono stati trasferiti sotto scorta militare ad Acapulco, dopo che diverse persone avevano manifestato chiedendo la loro liberazione. Oggi al contrario a protestare sono gli insegnanti, che hanno dichiarato una giornata di sciopero in tutto lo stato per protesta contro l’esplodere della violenza contro gli studenti.

La polizia locale, che secondo i testimoni ha sparato sui giovani manifestanti nelle strade e anche sull’autobus che portava i giocatori di una squadra di calcio, aveva in un primo momento affermato di essere intervenuta dopo che gli studenti avevano «dirottato» alcuni autobus, ma la violenza messa in campo da polizia e altri uomini armati e non identificati è stata tanto esagerata e tanto diffusa che la scusa ha retto pochissimo, spingendo il governo federale a intervenire e l’esercito a occupare di fatto la cittadina, esautorando le autorità locali.

Sei i morti e 17 i feriti tra studenti e passanti, ma mancano all’appello ancora 57 giovani, tutti allievi della scuola“Raul Isidro Burgos”, secondo l’elenco diffuso dallo stesso governo federale, che non si sa che fine abbiano fatto a da chi siano stati rapiti, visto che alle autorità non risultano in arresto o in detenzione. Nelle ricerche è stato impegnato anche un elicottero, ma appare decisamente improbabile che possano essere in fuga dalla polizia in blocco senza aver dato notizia per giorni, come inizialmente avevano ipotizzato le autorità locali, per nulla preoccupate della loro scomparsa.

Pubblicato in Giornalettismo