
L’inviato dell’ONU riesce a ricucire la frattura tra minoranza Houthi e governo dello Yemen e ottiene un accordo che si spera che regga, dopo che da giovedì scorso la capitale è stata investita dalla violenta protesta degli sciiti.
Houthi e governo nelle settimane scorse si erano sfidati in piazza con manifestazioni pro e contro il governo, le manifestazioni dei sunniti si riconoscono faiclmente nelle immagini per la presenza di donne con il niqab, fino a che gli Houthi non hanno deciso di passare alle vie di fatto. Minoranza sciita che vive nel Nord e che da tempo è repressa su impulso dei sauditi, che gli sciiti non li gradiscono, considerandoli «iraniani» o quinte colonne dell’Iran. Le proteste contro il governo centrale, che in più combatte contro i qaedisti e il revanscismo del Sud, scontento della riunificazione e del pluridecennale regime dell’ormai deposo Saleh. Un governo che fatica a restare in sella e che s’appoggia per questo sui tutori sauditi, che lo tengono in piego anche economicamente mentre gli americani bombardano i qaedisti con i droni.

L’inviato dell’ONU in Yemen Jamal Benomar mentre sbarca dall’aereo con il quale ha fatto la spola tra ribelli e governo (Photo credit MOHAMMED HUWAIS/AFP/Getty Images)
Così giovedì gli Houthi hanno preso le armi e sono calati sulla capitale quasi incontrastati, attaccando l’edificio della televisione di stato, che di conseguenza ha spento le trasmissioni, e impegnando in sporadici combattimenti le forze governative, raccogliticce, che si sono fatte loro incontro.Gli Houthi protestano chiedendo maggiore autonomia, meno repressione e il ristabilimento di alcuni sussidi tagliati nelle scorse settiman dal governo.
Sabato l’accordo, intessuto dall’inviato ONU Jamal Benomar, che ha ftto la spola tra la capitale Sanaa e Saada, capitale dell’omonimo governatorato, sotto il controllo Houthi. I combattimenti per le strade della capitale sono parsi i più intensi dal 2012, quando a scontrarsi furono sostenitori e oppositori del regime di Saleh e hanno provocato la chiusura delle scuole e l’istituzione del coprifuoco in diverse zone della capitale.
«Questo accordo diventerà un documento nazionale che aprirà il sentiero per un cambiamento pacifico e getterà le basi di una collaborazione nazionale, per la stabilità e la sicurezza», ha spiegato Benomar, aggiungendo che i preparativi per la firma sono in corso e che questa è imminente. Parole confermate dal presidente Abd Rabbu Mansour Hadi come dai rappresentanti Houthi e che fanno ben SPerare, almeno per l’immediato futuro del paese e la risoluzione di questa crisi, viso che il paese resta uno dei più poveri al mondo, dipende dagli aiuti internazionali e negli ultimi anni è anche diventato crocevia di migrazioni e traffici tra Asia e Africa.
Pubblicato in Giornalettismo
Posted on 22 settembre 2014
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