
Per difendersi dalle rivelazioni di Snowden, che lo accusano di aver ordinato lo spionaggio di massa in stile NSA dei suoi concittadini, il premier neozelandese John Key promette di de-segretare i documenti che dimostrano la sua innocenza. E lo fa subito, infilandosi in un’altra polemica. Intanto il 20 settembre ci sono le elezioni e il suo partito è stato pure denunciato da Eminem per abuso del copyright.
Le rivelazioni di Edward Snowden hanno colpito duro in Nuova Zelanda, rivelando che per anni il primo ministro John Key e il suo governo hanno mentito ai cittadini neozelandesi e li hanno sottoposti a uno spionaggio di massa illegale per le leggi neozelandesi. Non per niente lo stesso partito di governo ha cercato a lungo di passare una legge che rendesse legali operazioni del genere, ma non ce l’ha fatta. Lo facevano invece di nascosto e forse lo fanno ancora gli uomini del GSB (Government Communications Security Bureau ), i documenti e le testimonianze di Snowden dicono che i servizi neozelandesi hanno lavorato con NSA per estendere al paese quello che è lo spionaggio già emerso negli altri paesi facenti parte dei «five eyes», i cinque paesi anglosassoni (USA; Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda) che condividono le operazioni d’intelligence al punto da sembrare uno solo e da avere accesso quasi paritario alle informazioni ottenute con lo spionaggio elettronico sistematico delle reti di comunicazioni internazionali e locali.
Il premier è poi stato sbeffeggiato a un evento intitolato «Il momento della verità», organizzato da Kim Dotcom, il patron tedesco di Megaupload e che abita da anni in Nuova Zelanda, dove gli negano la residenza, che è finito al centro di una disputa legale epocale perché il suo sito, ora chiuso, diffondeva musica e video senza rispetto per il copyright e i suoi detentori. Il processo ha avuto fasi alterne e Dotcom, che dopo appena un anno ha presentato Mega, erede del sito defunto, ultimamente è alla riscossa perché le autorità neozelandesi avrebbero fornito a quelle americane l’accesso ai suoi server e ai suoi dati illegalmente. Il partito di Key è infatti a favore di una severa tutela del copyright, tanto che nel messaggio con il quale accompagna il rilascio dei documenti un tempo segretati, Key dice tranquillamente che il GCSB si occupava anche delle lesioni del diritto di copyright, non proprio un tema da servizi segreti. Lo stesso partito aveva poi proposto una legge draconiana per la difesa del copyright, che arrivava fino a proibire l’accesso alla rete e il distacco della connessione ai recidivi e nel caso di Dotcom è sembrato muoversi di concerto con le major che volevano la chiusura di Megaupload. All’evento organizzato del vulcanico Dotcom, al quale hanno preso parte Greenwald, Assange e Snowden (gli ultimi due in teleconferenza) le reazioni di Key sono state derise e paragonate a quelle di un adolescente colto a mentire, le sue giustificazioni giudicate inconsistenti e insufficienti a smentire le accuse, documentate, di Snowden e Greenwald.
La mossa di Key ha quindi scatenato ulteriori polemiche, perché a questo punto c’è da chiedersi se quei documenti siano stati segretati per un motivo legittimo e se Key abbia fatto un danno ora a rivelarli, per il suo esclusivo interesse nel difendersi dalle accuse, o allora a coprire con il segreto un dibattito sui diritti fondamentali dei neozelandesi, che a più riprese ha detto di non voler ledere, negando che i servizi fossero occupati in quelle attività che poi i documenti di Snowden hanno detto essere proprio le loro principali attività. Delle due l’una: o Key allora nascondeva qualcosa ai neozelandesi o adesso sta abusando del suo potere, senza consultare nessuno, e dalla sera alla mattina ha pubblicato documenti segreti per difendere se stesso e non necessariamente gli interessi del paese.
E non basta, perché come una nemesi su Key e sul suo National Party si è abbattuta l’ira di Eminem, che ha depositato una denuncia per l’uso abusivo della sua «Loose Yourself»per la campagna elettorale del partito. L’uso della canzone non è mai stato autorizzato dal cantante o dai suoi rappresentanti, un’altra pessima figura per il partito che si diceva paladino del copyright
Pubblicato in Giornalettismo
Posted on 16 settembre 2014
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