Il caso Gambirasio ha inondato le pagine della cronaca con la storia dei gemelli che hanno scoperto di avere un padre biologico diverso da quello che hanno sempre considerato il loro. L’indiziato del momento è quindi stato indicato con l’espressione «figlio illegittimo» da tutte le fonti e in tutti i dibattiti, commettendo però in tutta evidenza un errore che sarebbe opportuno emendare, dismettendo l’uso di un’espressione datata e degradante.
L’espressione è figlia di un tempo nel quale l’istituto della «famiglia legittima» era posto a tutela di patrimoni e moralità, architrave di una concezione della famiglia che secondo la concezione cattolica poteva esistere solo in costanza di matrimonio. Una famiglia che poteva essere difesa anche con il delitto, il codice prevedeva infatti robuste attenuanti per il delitto d’onore, che fondamentalmente serviva a difendere il vincolo matrimoniale uccidendo gli amanti che lo mettevano in pericolo.
L’espressione «figlio illegittimo» però è sparita dal Codice Civile nel 1975, quando al figlio «legittimo» nato in costanza di matrimonio o riconosciuto, si è venuto ad opporre il figlio «naturale». La riforma spazzò via anche la definizione di «figlio di N.N.» con la quale anche nei documenti che lo richiedevano s’indicava la paternità di chi non la conosceva o di chi non era stato riconosciuto. Definizione alquanto offensiva, non meno di quella di figlio illegittimo, che tuttavia continuò a permanere nell’uso e nelle cronache in contrapposizione al «figlio legittimo» che rimaneva nei codici. Nel 2006 una pronuncia della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimo l’articolo 274 del Codice Civile fece poi ragione di un altro grave pregiudizio posto in capo ai figli nati fuori dal matrimonio, che un tempo potevano ottenere il riconoscimento dai genitori biologici solo con il loro consenso. Oggi sono invece titolari del diritto a veder riconosciuta la loro paternità, diritto che tra l’altro costituisce in capo al genitore biologico l’obbligo alimentare, che vale anche retroattivamente.
La riforma fu culturalmente un deciso passo avanti verso la civiltà, ma purtroppo da questo punto di vista non riuscì a incidere sull’uso comune dell’espressione che ancora oggi, come possiamo osservare usando un motore di ricerca, è usata da tutti senza distinzione e con grande generosità. Poi nel 2012 è stata licenziata un’altra riforma, che ha eliminato anche il «figlio legittimo», oggi per il codice siamo tutti «figli» con uguali diritti, i legittimi come i naturali e gli adottivi, non esistono più un solo appiglio per giustificare l’uso di «figlio illegittimo».
Nel discorso pubblico continuiamo a usare l’espressione «figlio illegittimo», che è sbagliata nel merito e profondamente offensiva e dovrebbe esserlo anche agli occhi di quanti sono insofferenti al politically correct. Lo facciamo per inerzia, l’ho fatto anch’io, ma anche per insensibilità e per una persistente arretratezza culturale, tanto che ieri mi è capitato addirittura di sentir definire il famoso indiziato con l’espressione: «figlio della colpa» ( ieri sera durante una puntata della trasmissione Matrix, su Canale 5), espressione pelosa d’origine cattolica che si sperava dimenticata. Sarebbe ora di smetterla, nessun essere umano nasce oggi con un handicap giuridico nel nostro paese, nessun figlio è «illegittimo», non lo è per la legge e non lo è nemmeno per la morale, che ha smesso da tempo di considerare bastardi i figli nati al di fuori del matrimonio o dalla paternità incerta. Bisogna quindi che i media e la comunità parlante facciano, in ritardo, mente locale e qualche sforzo per eliminare dal discorso pubblico l’odiosa espressione, retaggio di un tempo e di una morale che ci dovremmo essere gettati alle spalle da decenni.
Pubblicato in Giornalettismo
Marina
22 giugno 2014
“Illegittimo, naturale” o Che altro dir si voglia sono Solo Parole per intendersi. La sostanza rimane la stessa. Oppure si dovrebbe ogni Volta manzionare: il figlio concepito con un uomo Che non era il Marito? La lingua ha i suoi limiti e il nostro cervello ha pregiudizi e catalogazioni. Che dire poi di Parole come “Matrigna, fratellastro, sorellastra ma Anche suocera col suo significato negativo sempre Associato? Trovo Anche ridicolo chiamare ora lo spazzino con Operatore ecologico o il contadino con Operatore Agricolo. Che dir si voglia ogni Lavoro onesto non e’ vergognoso o meno vergognoso se lo si definisce in altri Termini. Il nostro cervello Fa la differenza.
"Mi piace""Mi piace"
mazzetta
22 giugno 2014
commetti l’errore di molti, perché lo spazzino è uno spazzino, il figlio illegittimo invece non è per niente illegittimo
p.s. hai un problema con il caps lock, cambia tastiera
"Mi piace""Mi piace"
Marina
22 giugno 2014
Grazie ma ho solo la Tastiera Tedesca perche io sono Tedesca . Ma Che nome proporresti a chi e’ NATO da una relazione extra?
"Mi piace""Mi piace"
mazzetta
22 giugno 2014
figlio, cos’ha che non va? figlio di x e y invece che figlio di x e z. Poi, non tutti i figli “illegittimi” nascono da relazioni extra, a rigor di logica sarebbero “illegittimi” anche quelli dei conviventi, delle madri sole etc. anche se i loro padri non sono mai stati sposati, anche per questo l’uso del termine è da dismettere una volta che non esiste più alcuna distinzione legale sulla “legittimità” dei figli, let alone che resta un termine dalla forte eccezione negativa gettato addosso a persone innocenti, semmai vittime, che non hanno mai fatta nulla d’illegittimo e che hanno un’identità pienamente legittima
"Mi piace""Mi piace"
marina
23 giugno 2014
Su quello che dici sono d’accordo così come sulla discriminazione a priori ma questa la gente la fa spesso indipendentemente dal termine che si è dato. In tedesco abbiamo l’espressione “außereheliches Kind”, che significa “figlio nato al di fuori del matrimonio”. Anche questo crea meccanismi nel cervello. Lo stesso quando diciamo “persone di colore, extracomunitari” e non “negri”. La gente si fa in ogni caso un’idea negativa. Per questo si spera di trovare il colpevole in un extracomunitario e non in uno “come noi” pur considerato col termine negativo “illegittimo” e non si tiene conto che anche un extracomunitario è uno come noi, anche se forse spesso più sfortunato. Per concludere voglio dire che hai ragione nell’eliminare i termini che provocano effetti negativi ma molto più difficile sarà ridurre i pregiudizi su persone che si scostano anche solo di poco da quegli schemi di normalità che ci facciamo con la nostra testa.
"Mi piace""Mi piace"