
Barack Obama è lanciato verso una visita a sorpresa alla truppe in Afghanistan e alla Casa Bianca preparano la relativa nota stampa. Un bozza del rapporto è inviata a Scott Wilson, capo del Bureau per la Casa Bianca del Washington Post, che redige un riassunto per le testate che non saranno aggregate alla visita copiando la lista delle persone che incontrerà Obama dalla mail appena ricevuta. Poi la rimanda alla Casa Bianca, che la inoltra a 6.000 contatti. Una volta diffuso il rapporto Wilson realizza che c’è una stranezza, tra i nomi di generali e ufficiali c’è anche quella del capo della stazione CIA di Kabul, carica che indica il capo dei servizi nel paese, che nel caso comanda de facto anche su quelli afgani.
Wilson interpella i responsabili dell’ufficio stampa della Casa Bianca che inizialmente non sembrano trovarci niente di male, ma poi un elemento più esperto di altri realizza e subito scatta la mobilitazione per ritirare il rapporto. Impresa impossibile, ma se non altro il Wapo e le altre testate americane e dei paesi alleati evitano di pubblicarne il nome o provvedono a rimuoverlo dalle pagine online.
Purtroppo su Twitter già si discuteva dell’incidente, anche se senza fare il nome che non si doveva fare, ormai era troppo tardi per rimediare. L’identità dell’uomo, segreta per ovvi motivi, non è la prima che salta tra Pakistan e Afghanista, ma questo è il primo caso nel quale è la stessa Casa Bianca a rivelarne il nome, oltre a trattarsi del caso che ha colpito l’ufficiale più alto in grado nel paese. Ora probabilmente la CIA dovrà spostare l’uomo dall’incarico, quasi una prassi consolidata in casi del genere poiché il rischio di rappresaglie nei suoi confronti è altissimo. Anche se non si tratta di una figura che partecipi a missioni al di fuori dei conpound fortificati, resta pur sempre il pericolo di attacchi ai danni della sua famiglia, ovunque si trovi, rappresentando per i talebani e per molti afgani uno dei bersagli più desiderabili da chi si batte contro la presenza americana nel paese.
Pubblicato in Giornalettismo
Posted on 27 Maggio 2014
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