I conti falsi del Pentagono

Posted on 24 novembre 2013

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Il Pentagono ha un bilancio mostruoso, un’inchiesta di Reuters spiega inoltre che non ha sistemi contabili e inventari funzionali e che per questo nessuno negli Stati Uniti è in grado di dire con esattezza dove vadano a finire tutti i soldi che riceve dal Tesoro americano.

Il Dipartimento della Difesa americano ha un budget enorme, ogni anno il Pentagono riceve, e in teoria spende, oltre 500 miliardi di dollari, equivalenti più o meno a un quarto del debito pubblico italiano. Ci sono poi i fondi extra per le guerre e i soldi per l’Homeland Security e per il Veteran’s Affairs, che portano il gran totale oltre il doppio. Un’inchiesta di Reuters in più puntate è arrivata ora a scavare nel bilancio del Pentagono e, soprattutto, nei sistemi che il Pentagono usa per tracciare le spese e gli inventari, scoprendo che la contabilità dei militari americani è piena di buchi fondamentalmente perché i sistemi del Pentagono sono obsoleti e rimangono tali nonostante spese nell’ordine dei miliardi di dollari per dotarsi di sistemi contabili efficienti.

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A tal fine l’ultima legge varata dal Congresso risale al 2009 e imporrebbe al Pentagono di essere audit-ready, cioè pronto alle ispezioni contabili, entro il 2017. Come in altre occasioni del genere pregresse, già si sa che la scadenza non sarà rispettata. Non è un problema da poco se si considera che il Pentagono incassa metà del bilancio federale e che spende miliardi come se fossero noccioline anche in tempo di bilanci magri e di crisi. Poche settimane fa è stato votato il taglio ai sussidi alimentari per i veterani poveri, poco prima era stato approvato un programma d’aggiornamento per gli F-22 che costerà miliardi di dollari, più di quelli che si riparmieranno tagliando i sussidi alimentari ai veterani poveri e alle loro famiglie. E lo F-22 è un caccia fuori produzione, ne sono stati prodotti in tutto 187 e poi l’US Air Force ha detto basta. L’aereo è sofisticatissimo, ma fragile e pieno di problemi e non è mai stato schierato in combattimento, è un caccia da superiorità aerea e l’ultima volta che gli Stati Uniti sono stati impegnati in un duello aereo è stato nel 1991 in Iraq, prima che Saddam facesse fuggire tutti i suoi aerei in Iran per non vederli distrutti. Un programma bocciato che continua a succhiare miliardi, in questo caso contabilizzati, ma Reuters ha evidenziato come la mancanza di inventari affidabili e di controlli sul flusso degli approvvigionamenti, produca diseconomie costose e incontrollate di questo tipo in abbondanza e senza che nessuno ci faccia troppo caso. A questi s’aggiunga che le enormi somme che spariscono senza lasciare traccia nella contabilità, alimentano la corruzione e non solo gli sprechi occulti, dal 1996 all’ultimo anno fiscale il Pentagono non ha tenuto traccia contabile di ottomila milardi di dollari e un po’, cifre stellari.

Un’impresa titanica, quella di tenere le fila dei conti della Difesa americana, il Pentagono è il maggior proprietario terriero del mondo, ha sui suoi libri migliaia di veicoli, milioni di persone, migliaia contratti con terze parti e un elenco sterminato di ordinanze militari, beni e parti di ricambio probabilmente senza paragoni con nessuna azienda al mondo, tutta roba da gestire, contabilizzare e far girare con efficienza, ma pare non succeda nulla di questo. L’inchiesta di Reuters parte proprio dall’aggiustamento dei conti, ogni anno miliardi di dollari sono “aggiustati” a piacimento in modo di far combaciare i conti che viaggiano tra il Congresso e il Pentagono, un aggiustamento noto, che già sa solo vanifica la pretesa costituzionale di controllo del Congresso e del GAO (l’equivalente della Corte dei Conti) sulla spesa pubblica.

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Il Pentagono non riesce a fare i conti perché, nonostante abbia speso miliardi di dollari a botta in più riprese, per tenere traccia dei suoi affari usa una pletora di programmi e sistemi diversi, molti ei quali incapaci di dialogare tra loro. Ci sono in uso programmi in linguaggio COBOL negli anni ’70 e spesso non c’è più nessuno che sappia aggiornarli e nemmeno estrarne i dati e trasformarli in qualcosa di leggibile dagli altri sistemi. Ma sono migliaia i sistemi diversi adottati nel tempo tra un ufficio e l’altro e ben pochi compatibili tra loro. Così i sistemi computerizzati con i quali il Pentagono gestisce la montagna affidata alle sue cure, per dialogare tra loro devono passare attraverso degli umani che ricopiano i dati. E nessuno ha ancora pensato di riversarli in un sistema più moderno facile da condividere e così di fatto rimangono quasi inaccessibili e incomunicabili, salvo ricopiarli a mano. Il paradiso dell’errore, un centro di calcolo di Columbus, Ohio, in una volta sola ha fatto un errore di millecinquecento miliardi di dollari e ci hanno un messo un po’ ad accorgersene.

Anche per gli inventari e la loro gestione ci sono problemi simili, che rendono impossibile gestire i flussi in maniera razionale. Reuters fa l’esempio di un braccio della sospensione degli Humvee, ce n’erano 15.000 in stock nel 2008 quando già la produzione del veicolo era stata cessata, abbastanza per 14 anni di rifornimenti quando lo stock è considerato completo quando copre 3 anni, negli anni successivi ne sono stati comprati comunque altri 7.000 a prezzi molto più alti di quelli in stock, che ci resteranno ancora per anni. La mancanza d’inventari affidabili e il fatto che in teoria costi meno mettere in deposito armi e sistemi d’arma invecchiati piuttosto che rottamarli, ha poi spinto il Pentagono ad accumulare enormi quantità di esplosivi, missili e munizioni “scadute” in giro per il paese, c’è ancora roba degli anni ’40 in giro, ma è chiaro che misurato sui decenni il costo del deposito diventa poi superiore a quello di una tempestiva rottamazione, la custodia di circa un terzo di arsenale ormai obsoleto costa comunque miliardi ogni anno per il solo fatto di occupare spazio e di dover essere custodita e vigilata.

I tentativi finora falliti i dotare il Pentagono, ma anche esercito, marina ed aviazione, di un sistema contabile affidabile sono naufragati in progetti faraonici che hanno coinvolto centinaia di persone alla volta senza una chiara guida o un piano preciso, ricolvendosi così in sprechi pantagruelici e nella loro bocciatura dopo anni di lavoro e spese miliardarie. E non va meglio con i contratti con terze parti, più di un migliaio di miliardi sono andati senza alcun riscontro e nessuno saprà mai se sono stati spesi in cambio di qualcosa o se semplicemente sono spariti, come peraltro testimoniano decine e decine di casi nei quali i contractor sono stati colti a intascare miliardi in cambio di materiali o servizi decisamente inferiori ai capitolati, ma poi si scopre che il Pentagono incarica dei controlli le stesse persone che concedono i contratti, offrendo così un’occasione d’oro che fa di parecchi dipendenti dei ladri o dei corrotti, al resto pensa poi un sistema costruito per per offrire nelle stesse aziende fornitrici futuri lavori be remunerati per i dipendenti della Difesa, un ottimo incentivo perché i militari trattino con gli ex commilitoni passati al settore privato senza porsi in maniera conflittuale.

C’è da chiedersi poi quanta di questa incredibile inefficienza sia casuale e quanta invece strategica e per chi. Agli Stati Uniti non mancano certo le tecnologie e le capacità per dotare il Pentagono e le agenzie riunite sotto l’ombrello della Difesa di sistemi contabili e d’inventario, che traccino in maniera efficiente i flussi di cassa e di magazzino. E con quello che hanno già speso avrebbero dovuto conseguire il risultato già diverse volte, ma non è successo. Succede invece di sentire pareri che certificano l’irriformabilità a breve di sistemi che sono già stati riconosciuti inefficienti da decenni e succede che l’esercito più potente e tecnologico del mondo non sa o non vuole dotarsi di sistemi contabili efficienti. Eppure queste inefficienze le paga prima di tutto l’efficienza bellica, perché i soldi risparmiati non andrebbero persi o restituiti al governo, ma investiti in spese utili prima di tutto al miglioramento della macchina bellica americana. Evidentemente il famoso complesso militar industriale ha bisogno di ampi spazi di manovra per soddisfare appetiti inconfesssabili e alimentare un sistema elefantiaco e sovradimensionato anche per le esigenze di un paese che si propone come prima e incontrastata potenza mondiale.

Pubblicato in Giornalettismo