Un articolo di Sarzanini sul Corriere della Sera guadagna risonanza mondiale accusando i russi, ma appare infondato.
«Non conosciamo la fonte dell’informazione, ha spiegato a RIA Novosti Dmitri S. Peskov, portavoce del presidente russo Putin, «Tuttavia, indubbiamente non è altro che un tentativo di spostare l’attenzione da questioni realmente esistenti nelle reazioni tra le capitali europee e Washington a questioni indimostrate e inesistenti». Non che servisse una smentita per giudicare inverosimile la notizia diffusa ieri dal Corriere.
Sarzanini aveva scritto:
Il primo a stupirsi del regalo è il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che una volta rientrato a Bruxelles, incarica i responsabili della sicurezza di effettuare accertamenti su tutti i dispositivi. Si decide di chiedere l’ausilio dei servizi segreti tedeschi e l’esito delle prime analisi è positivo. Nella comunicazione ufficiale trasmessa attraverso i canali dell’intelligence a tutti gli Stati partecipanti si specifica che «le chiavette Usb e i cavi di alimentazione sono idonei alla captazione clandestina dei dati di computer e telefoni cellulari». E per questo si sollecita di «adottare ogni possibile precauzione nel caso questi oggetti siano stati utilizzati e in caso contrario di affidarli alle strutture di sicurezza per ulteriori controlli».
In pratica:
L’accusa è pesantissima: durante l’ultimo G20 che si è svolto nel settembre scorso a San Pietroburgo, ai capi di Stato e di governo sono stati consegnati gadget che in realtà erano strumenti di intrusione per computer e telefonini.
Quali le fonti di Sarzanini? Non si sa, in proposito la giornalista scrive solo “La notizia filtra” nell’attacco di un paragrafo e più in fondo «Secondo alcune fonti diplomatiche dell’Unione si attendono le ulteriori verifiche effettuate da ogni singolo Stato per far partire una protesta formale con relativa richiesta di chiarimenti.» Purtroppo per Sarzanini le misteriose fonti diplomatiche non hanno confermato ad altri la storia, che appare anche abbastanza inverosimile, visto che un tentativio del genere avrebbe poco senso per le scarse possibilità di rivelarsi efficace e le altissime probabilità di essere scoperto al minimo controllo.
Intanto altri stanno controllando, secondo Sarzanini «Le verifiche effettuate sino ad ora avrebbero dimostrato la capacità di intrusione dei dispositivi, ma non viene specificato se qualcuno abbia effettivamente utilizzato chiavette e cavi». Esito dei presunti controlli a parte, Sarzanini mette le mani avanti: «Non a caso c’è addirittura chi sospetta che possa trattarsi di una trappola per mettere in difficoltà i russi».
Considerazione interessante, perché è abbastanza chiaro che la trappola non potrebbe consistere nell’aver veramente consegnato materiale compromettente a nome dei russi o nell’aver sostuito quello predisposto dai russi per essere regalato alle delegazioni, ma nell’aver raccontato una balla che poi Sarzanini ha pubblicato e mezzo mondo ha ripreso senza tante cautele, annunciando che davvero i servizi di Putin avrebbero usato un metodo del genere per spiare i convenuti al G20, così come nel titolo del Corriere, che non lascia spazio a dubbi.
Spiare i leader del G20 non è operazione da condursi così, bastava leggersi le cronache sullo spionaggio sistematico da parte britannica dei partecipanti al G20 di Londra nel 2009, dimostrato dai documenti distribuiti da Snowden e non da voci incontrollate e non verificate, per capire che se vuoi spiare i leader del G20 serve qualcosa di più delle USB truccate. Possibile che i servizi russi agiscano in maniera tanto dilettantesca, dopo che persino la cronaca si è adoperata per aggiornarli sullo stato del’arte? O forse è più verosimile che qualche Pio Pompa abbia avuto questa ideona per dare una mano alla ditta e non sia riuscito a far di meglio?
Decisamente più facile che la fonte che ha imboccato Sarzanini, se mai esiste, avesse interesse a dare una mano agli americani. Nello stesso articolo si citano infatti i nostri servizi che: «Al momento i servizi segreti italiani escludono che esponenti del governo o delle istituzioni possano essere stati spiati dagli Usa». Altra affermazione alquanto discutibile e incredibile a fronte delle prove documentali e delle stesse ammissioni del presidente Obama o del capo della commissione sui servizi del Senato Feinstein, che ha dichiarato che spiare sui leader alleati è una cosa che non si fa e che cercheranno di vietarlo esplicitamente per il futuro. Non a caso il nostro governo è quello che in tutto l’Europa Occidentale si è lamentato di meno dopo la Gran Bretagna, che per parte sua si deve difendere dalle accuse di essere complice degli americani nel delitto.
Con estrema disinvoltura, ancora una volta, il Corriere della Sera è diventato veicolo d’informazioni indimostrate e quasi sicuramente false. Niente di nuovo, basta andare alla mente al tempo della guerra in Iraq, quando la testata pubblicava le fantasie di Magdi non ancora Cristiano Allam e altri articolisti, utili a costruire la paura della minaccia islamica. Ma anche a tempi più recenti, nei quali la testata si è sempre caratterizzata nel sopire e sminuire la portata delle rivelazioni di Snowden e prima di Wikileaks. Gli amici si vedono nel momento del bisogno, e gli Stati Uniti hanno fin troppi amici nei media italiani.
Pubblicato in Giornalettismo
Cimpy
31 ottobre 2013
Saran mica state le usb di tal Keshe?..
:D
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giandavide (@thegrandavide)
1 novembre 2013
l’unica “prova” qui riportata del fatto che sia una bufala è la smentita del governo russo. ma d’altra parte è difficile trovare un articolo di mazzetta ostile nei confronti dello zar, nei confronti del quale il nostro giornalista con la schiena dritta sembra abbastanza supino.
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Cimpy
1 novembre 2013
Massì, serve qualcosa di più per dire che è una bufala, che le “cimici” a forma di pen-drive sono una genialata: comode, pratiche e, soprattutto, discrete. Vuoi mettere con cose obsolete come uno smartphone, una stilografica da James Bond, un gioiello truccato, un orologio? Che poi magari il vero bersaglio lo ricicla come regalo per qualcun altro e finisci per ascoltare la persona sbagliata. Una chavetta Usb, invece: quale personalità ne farebbe a meno, ma, soprattutto, chi mai oserebbe regalarla a qualcun altro? È chiaro che ogni “bersaglio” se la terrebbe addosso “acca 24”, con orgoglio e trepidazione. Perdinci, per dire che sia una bufala, bisogna convincere uno dei destinatari a tirar fuori la mitica P-007-drive per smontarla per benino ed accertarsi così che sia davvero innocua!
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mazzetta
1 novembre 2013
a parte che i protocolli di sicurezza impediscono – al minimo – di usare elettronica di provenienza non certificata rendendo utile la genialata solo per colpire chi li infranga, a parte che a chi va per manifestazioni internazionali regalano chiavette ogni 5 minuti, di solito spetta a chi denuncia un crimine l’onere di provarlo.
qui ci sono solo fonti anonime e a distanza di giorni tutti quelli che secondo l’articolo stavano lavorando alle verifiche, non hanno fiatato, mentre quasi tutti gli esperti si sono fatti beffe dell’idea
quindi si tratta di una bufala indimostrata fino a prova contraria
p.s. ovviamente come nel caso dell’accusa di “non scrivere contro Google”, sbagli anche nel caso di Putin
ti ho già detto che non sento il bisogno di commentatori tanto scassati?
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balubino
10 novembre 2013
Dal piccolo lavoro di ricostruzione che avevo tentato ne avevo ricavato questi indizi: che la notizia si sarebbe originata da Guido Ruotolo della stampa (https://twitter.com/guiruo) e che nessun portavoce europeo ha voluto commentare o smentire la notizia, ma dal poco che è riuscito a filtrare un qualche tipo di indagine sarebbe stata effettivamente svolta. Dopodiché né Corriere né Stampa si sono premurati di darci dettagli ulteriori o far sapere come è proseguita la vicenda.
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mazzetta
10 novembre 2013
“dal poco che è riuscito” a filtrare da chi? Ruotolo non si occupa di esteri, l’unica fonte che ho visto io è Sarzanini
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balubino
11 novembre 2013
Questa giornalista di IDG che era l’unica che avevo trovato ad aver, apparentemente, scritto un pezzo a seguito della notizia con materiale originale e non semplicemente copiato https://twitter.com/BrusselsGeek/status/396308806310703104 Di Ruotolo diceva Infelise, quindi è del tutto possibile che lo facesse per scuderia e senza cognizione.
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mazzetta
12 novembre 2013
direi che l’assoluta mancanza di un seguito tagli la testa al toPo, se esistesse come notizia ci sarebbe gente, in particolare quelli che hanno accesso alle indiscrezioni che hanno acceso la “notizia, che la segue in attesa della “pistola fumante”,
che invece in questo caso è e già passsata ed era di un’altro genere mi sa
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