
La nuova tecnica si giova della scoperta di batteri in grado di permettere alle piante di fissare l’azoto atmosferico, eliminando così la necessità di ricorrere ai fertilizzanti azotati.
Tutti gli organismi viventi hanno la necessità di assimilare azoto per formare composti organici vitali, quali le proteine e gli acidi nucleici, ma, l’azoto atmosferico non può essere direttamente assorbito dagli organismi. Le piante però possono assimilare l’azoto tramite l’assorbimento di alcuni composti azotati (nitriti, nitrati e sali d’ammonio), che per questo sono impiegati massicciamente in agricoltura come fertilizzanti.
Solo un piccolo numero di piante, in particolare i legumi, hanno la capacità di fissare l’azoto prendendolo direttamente dall’atmosfera e lo fanno con l’aiuto di batteri che, loro sì, ne sono capaci. Ed è qui che il professor Edward Cocking, direttore del The University of Nottingham’s Centre for Crop Nitrogen Fixation, ha cercato e trovato il sistema di mettere questi batteri nelle cellule delle radici di altre piante, di tutte le piante.
In particolare ha isolato un ceppo di batteri che prosperano nella canna da zucchero, capaci di colonizzare gli spazi tra le cellule anche delle colture più diffuse. Una scoperta che potenzialmente mette in grado ogni singola cellula della pianta di fissare l’azoto dall’atmosfera e di fornirle così la gran parte dell’azoto necessario al suo sviluppo.
Cooking è un esperto di fama mondiale nel campo e da tempo lavora per ridurre il bisogno di fertilizzanti, proprio quelli a base d’azoto rappresentano un enorme problema ambientale, perché i nitrati inquinano acque e terreni e persino l’atmosfera e ovviamente sono usati in enormi quantità, uno studio recente ha valutato i danni da questo inquinamento tra i 60 e 280 milioni di sterline all’anno solo in Europa.
La nuova tecnica è stata battezzata N-Fix e, come ha spiegato Cooking: “Aiutando le piante ad ottenere naturalmente l’azoto di cui hanno bisogno è un aspetto chiave per la sicurezza alimentare mondiale. Il mondo ha bisogno di sganciarsi dalla sempre maggiore dipendenza dai fertilizzanti azotati sintetici ricavati dagli idrocarburi fossili e dai loro costi altissimi, dal loro inquinamento dell’ambiente e dai consumi energetici necessari a produrli”. N-fix non è un metodo che chiami in causa la bio-ingegneria o modificazioni genetiche, è un processo naturale che può essere applicato alle piante attraverso i semi e che fornisce ad ogni cellula della pianta la capacità di fissare l’azoto. I semi delle piante sono ricoperti da uno strato di questi batteri per creare una relazione simbiotica mutualmente benefica e produrre l’azoto naturalmente.
Il risultato giunge al termine di un decennio di studi all’università di Nottingham, può essere applicato a tutti i tipi di coltura e sarà disponibile in commercio tra due o tre anni, secondo le stime di chi, l’Azotic Technologies Ltd che ha ottenuto la licenza, sta lavorando allo scopo. La scoperta potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione in agricoltura e mettere in grosse difficoltà le aziende che producono i fertilizzanti, che dopo un annuncio del genere, in prospettiva diventano società a rischio per gli investimenti nel medio-lungo periodo.
Pubblicato in Giornalettismo
pietro
26 luglio 2013
Peccato abbiano dato via tutti i diritti in esclusiva…
Il video spiega che ci hanno messo dodici anni a trovare una tecnica funzionante, ma non fa capire (almeno a me) quanto sia difficile, una volta capito come, riprodurla.
Ovviamente l’azienda che detiene i diritti cercherà di assicurarsi quanto più possibile del margine che toglierà ai produttori di fertilizzanti.
La domanda interessante è quindi quanto sarà possibile, ai coltivatori di medie dimensioni, accedere a questa tecnica.
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mazzetta
26 luglio 2013
beh, i batteri non sono brevettabili e il “coating” in linea di massima si potrebbe anche riuscire a fare in maniera diverse da quella brevettata, sembra meno blindabile di altre tecniche da questo punto di vista, almeno a prima vista di niente perchè di più non si sa
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Daniele C
26 luglio 2013
I batteri non sono brevettabili mi ha fatto pensare. Mi sono tornati in mente i batteri mangia petrolio..
Cmq in rete c’e’ un po’ di questa roba, quindi non so, ma mi informero’
http://m.bizjournals.com/sacramento/news/2013/03/29/marrone-seeks-to-patent-bacteria-species.html?r=full
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mazzetta
26 luglio 2013
che ci provino è noto, per ora però la brevettabilità di forme viventi è fuori discussione
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