
Non sono proprio amletici i dubbi che aleggiano sul caso, ma nessuno sembra interessato ad affrontarli e a scioglierli, c’è piuttosto la tendenza a evadere le grandi questioni di principio a costo di rifugiarsi nella banalità o nella partigianeria, pur di non affrontare evidenze sgradevoli.
LE COSE CERTE – Ci sono alcuni punti fermi che si possono dare per accertati in seguito alla denuncia da parte di Edward Snowden e alle reazioni che ne sono seguite, sulle attività di NSA. Il primo di questi è che le agenzie americane e britanniche spiano sistematicamente le comunicazioni elettroniche del resto del mondo e dei loro stessi cittadini. Attività illegale in patria e ovviamente da considerare ostile dal punto di vista dei paesi spiati, nemmeno su questo ci sono dubbi e lo dimostra tutta la storia delle corti segrete e delle procedure segrete istituite in spregio alla costituzione americana per nascondere attività che sarebbero vietate dalla stessa.
A COSA SERVE – Un altro punto fermo è che tale sorveglianza non è mirata ai “terroristi”, ma alla tutela degli “interessi degli Stati Uniti d’America” e in subordine della Gran Bretagna. Lo dimostra l’estensione pervasiva della sorveglianza e il fatto che i paesi più spiati siano Cina e Germania, non certo covi di terroristi islamici, quello della lotta al terrorismo islamico è stato solo il pretesto che ha permesso dal 2001 in poi di potenziare le capacità di un apparato già elefantiaco e già dedito a perseguire gli stessi scopi, ma con meno mezzi.
L’UOMO IN FUGA – Un altro punto fermo è che Edward Snowden aveva solo due possibilità volendo denunciare la mostruosità che ha potuto toccare con mano: tentare la fuga o finire tombato in una galera per almeno trent’anni con un regime carcerario prevedibilmente afflittivo, oltre a rischiare di subire i trattamenti “inumani e degradanti” come quelli che la stessa giustizia americana ha riconosciuto di aver inflitto a Bradley Manning. L’uomo che ha rivelato una lunga catena di comportamenti criminali e d’intrighi, divulgando i cable della democrazia statunitense e affidandoli a Wikileaks e che, invece di scappare e rivendicarsela, ha preferito provare a rimanere nell’ombra e nascosto negli Stati Uniti. Com’è finito Manning si sa, e la sua vicenda è la prova provata che Edward Snowden è in pericolo e intitolato al diritto d’asilo.
I FURBETTI – Non sono mancati gli ufficiali dell’amministrazione che hanno provato a negare questa solare evidenza, dicendo che affidandosi alla protezione di paesi come Cina, Russia, Cuba, Venezuela ed Ecuador, senza criticarli, Snowden dimostrerebbe la falsità delle sue intenzioni. E che i suoi veri motivi non hanno nulla a che fare con la difesa delle libertà d’internet e di quella d’espressione. Questa posizione è ipocrita e delirante, spiegherò perché, ma non ha mancato d’ispirare o di sedurre molti commentatori, che si sono schierati in trincea contro quello che è chiaramente identificato come un nemico, una persona impegnata in atti ostili e dannosi. Un risultato abbastanza clamoroso in questo senso è possibile osservarlo nell’Amaca di Michele Serra di ieri, potente nel dimostrare come una scarsa e ingannevole comprensione del caso abbia portato Serra a milioni di miglia dalla realtà, spingendolo alla produzione di un esercizio di trombonismo assoluto.
Se essere sorvegliati è sempre sgradevole, essere sorvegliati dallo Stato è meglio che essere sorvegliati dalla Mafia, e le strade pattugliate dalla polizia fanno meno paura (almeno a me) delle strade percorse da criminali o da bombaroli.
Il sospetto è che Snowden – tutti gli Snowden – non si pongano questo problema. Non si pongano – cioè – il problema della politica, se non nella sua sottospecie “nessuno osi interferire nella mia vita”. Sono bravissimi a dire Io, e dell’individuo hanno fatto un tempio. Ma a quali nuovi equilibri (e dunque a quali nuovi poteri) essi affidino la tutela della libertà, l’esercizio della legge, la repressione dell’odio e della violenza, non è davvero chiaro. Speriamo lo sia a loro: perché hanno vent’anni, e noi non li avremo mai più.
COMMENTARE ALLO SBARAGLIO – Pare evidente che nel caso non si parla delle strade pattugliate dalla polizia, ma delle case, delle caselle di posta , dei computer e anche delle telefonate. Non è dato sapere se Serra lo ignori o lo sottovaluti, ma è altrettanto chiaro che ha nemmeno cercato di saperlo, come non ha cercato di capire le motivazioni di Snowden, che pure s’è spiegato con parole semplici. Una pessima prova, ma anche questa ha una sua utilità didattica. L’effetto, voluto o no, è quello di depistare l’opinione pubblica portandola lontana dall’unica riflessione che veramente vale la pena di spendere in un caso del genere. Posto che il modello che emerge è quello di uno spionaggio degno di uno stato totalitario e che le rivelazioni di Snowden non hanno fatto altro che permettere di fare il punto dell’evoluzione di una realtà che era già tale negli anni ’70, ma che ora armata della capacità d’intercettare e conservare quasi tutte le conversazioni e gli scambi di dati sul pianeta ha assunto un aspetto inquietante, non solo per gli americani.
CHE FANNO GLI STATI UNITI? – Un aspetto inquietante che anche l’amministrazione Obama fa di tutto per tenere nascosto, fondandosi primariamente sull’argomento che tale sorveglianza sia puntata verso l’esterno ed esercitata con estremo ritegno verso l’interno. Al netto del fatto che non è vero, la realtà con la quale si devono confrontare tutti i cittadini e tutti i paesi del pianeta è quindi quella che vede gli Stati Uniti registrare, elaborare e conservare tutti i loro dati e tutte le loro comunicazioni, usandoli poi per difendere o sostenere “gli interessi degli Stati Uniti”. Inutile dire che se tale attività originasse in Iran o in Russia le reazioni di molti commentatori sarebbero state diametralmente opposte, ma non è per niente il caso d’accontentarsi di sottolineare una partigianeria tanto sconsiderata.
UN DIBATTITO LIBERO E APERTO? – L’amministrazione Obama ha dato il benvenuto al dibattito su NSA, ma al dibattito non potrebbe partecipare Snowden se fosse rimasto in America e non hanno potuto partecipare altri che hanno rivelato azioni scorrette o criminali e sono finiti sul banco degli imputati perché per farlo hanno violato qualche “segreto”. Al “dibattito” in effetti stanno partecipando in pochi, non c’è stata nessuna ribellione, ma anzi preoccupanti segni d’assuefazione e conformismo, indegni del mito americano della land of free, gli americani sembrano più attratti dalla caccia a Snowden che alle sue rivelazioni, che pur non essendo tali gli potrebbero procurare una condanna pluridecennale.
LE DEMOCRAZIE SPARITE – Tutti quanti si preoccupano del fatto che Snowden sia finito tra le braccia di governi che non hanno alcun rispetto per le libertà e i diritti fondamentali nascondono e nel farlo si nascondono e ci nascondono l’amara verità per la quale a Snowden non è offerta alcuna alternativa. Il primo scandalo, l’aspetto più sconcertante di questa vicenda è che Snowden non possa pensare di trovare asilo in una delle grandi democrazie europee o anglosassoni, ciascuna delle quali potrebbe legittimamente opporre il diritto d’asilo politico a Washington anche in persistenza di trattati d’estradizione e accordi bilaterali. Nessuno impedisce alla Francia di accogliere Snowden come ha accolto gli italiani accusati di terrorismo negli anni ’70 e nessuno lo impedisce ad altri paesi, ma nessuno di questi paesi si è fatto avanti, fosse solo per togliere un potenziale strumento di facile propaganda dalle mani di Mosca e Pechino. E nessuna delle grandi democrazie ha pensato in precedenza di spendersi per Julian Assange, che non ha mai fatto altro che diffondere, come dovrebbe fare ogni giornalista e come hanno fatto insieme a lui altri giornalisti, documenti d’importanza storica e giudiziaria fondamentale. Evidente invece il trappolone ordito in tandem da Svezia e Gran Bretagna, che lo ha costretto prima ai domiciliari presso un ospitale e benestante britannico e poi a un anno chiuso dentro l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, il tutto senza che a suo carico sia mai stata formalizzata alcuna accusa. Assange è il testimone più ricercato del mondo, perché lo vogliono interrogare per l’ennesima volta in merito a un caso per il quale da due anni non hanno ancora formalizzato alcuna accusa e che è fondato su presupposti noti quanto in tutta evidenza inconsistenti.
DOVE SONO I DEMOCRATICI? – Il problema non è che Snowden trovi riparo approfittando dell’ostilità di altri paesi agli Stati Uniti, ma semmai che di fronte a una deriva paurosamente totalitaria e fuori controllo delle operazioni di spionaggio americano, di fronte a Guantanamo, alle rendition, alle torture, alla persecuzione di Manning e Assange e a molto altro ancora il cosiddetto “mondo libero” ha taciuto al gran completo, girando la testa in un’altra direzione o collaborando con entusiasmo. Sono le grandi democrazie che hanno lasciato cadere anche formalmente la bandiera della difesa dello stato di diritto, dei valori della costituzione americana, del diritto internazionale e persino del valore della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo all’iniziativa sparsa e scoordinata di una banda più o meno improvvisata d’attivisti e giornalisti che attualmente sono i soli che garantiscono ai cittadini di tutto il mondo di sapere -almeno- come stanno le cose e di poterle apprezzare nella loro vera luce.
LA CODA DI PAGLIA – Non stupisce che molti commentatori, cullati per anni dalla lenta deriva verso la più plateale illegalità e dal confortevole essere parte di un establishment che oggi è sotto accusa per aver ignorato e sopito una situazione scandalosa che si trascina ormai da anni e che ha tragicamente fatto scempio dei diritti fondamentali di americani e no, al punto che oggi cinesi e russi possono rispondere alle critiche di chi li accusa d’implementare una sorveglianza di stampo totalitario, limitandosi a ribattere che gli Stati Uniti fanno molto peggio nei confronti dei cittadini, delle aziende e delle istituzioni di tutto il mondo. O anche che a Guantanamo o nelle carceri private statunitensi, i diritti dei detenuti non sono meno calpestati dei condannati ai lavori forzati nei due regimi ancora fedeli allo stile totalitario, che fu del blocco comunista. Non per niente molti osservatori hanno paragonato lo spionaggio americano al quello iconicamente infame della DDR, per concludere che è ancora più pervasivo.
I FREEDOM FIGHTERS – Non sbaglia Snowden e non sbagliano Bradley e quanti sono finiti sotto accusa per dimostrare e denunciare questa deriva, sbagliano le anime belle che non capiscono che qui non si tratta di allearsi con la Russia o la Cina, ma di difendere gli Stati Uniti da un nemico che li sta rodendo dall’interno e che li ha già allontanati quanto mai dai fondamentali democratici, spingendoli a diventare terribilmente simili a Russia e Cina, sia nella pretesa di controllo totale, che nella repressione brutale dei dissidenti che hanno il coraggio d’opporsi, pubblicamente o meno, a questa evidente deriva.
DRIZZARE LA SCHIENA IN FRETTA – È quindi una grave responsabilità, quella che s’assumono commentatori e politici occidentali quando minimizzano quello che sta accadendo o quando si prestano a deviare il dibattito sulle avventure di Snowden e sulle sue motivazioni. Il tutto dopo aver già digerito con l’indifferenza persino le azioni, le sofferenze e le rivelazioni di Manning, dal valore storico, giornalistico e politico incommensurabile, eppure dimenticate in fretta nonostante abbiano avuto e avranno un effetto sensibile e permanente sulla postura dell’unica superpotenza planetaria a anche molto più in là.
DEMOCRAZIE ALLA DERIVA – La deriva statunitense dopo il 2001, e a ruota quella di Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda, dovrebbe preoccupare ogni sincero democratico e ogni persona che faccia il tifo per la libertà, che dovrebbe tenerci a che gli Stati Uniti non si tramutino in potenza ostile e opaca in balia di oligarchie irresponsabili o di migliaiaia di contractor che non offrono alcuna affidabilità nemmeno ai loro datori di lavoro, ma che hanno le mani e gli occhi su ogni minuto segreto del resto del mondo. Il problema non è che Russia e Cina siano come sono, ma che gli Stati Uniti per certi versi ne siano diventati difficilmente distinguibili e che nemmeno l’alternanza apparentemente democratica dei presidenti americani riesce a scalfire il consenso bipartisan al Congresso, che quando s’arriva alle decisioni che riguardano la sicurezza nazionale s’affida alla parola dei rappresentanti delle amministrazioni e delle agenzie, autorizzando azioni e programmi segreti dei quali i legislatori non sono neppure informati, ma che negli ultimi hanno sostenuto con un unanimismo e un entusiasmo degni di un Politburo. E il tutto a prescindere dalle violente e contemporanee manifestazioni di parte contro il presidente, sia da parte dei democratici con Bush che dei repubblicani per Obama, l’approvazione delle numerose ferite alla legalità costituzionale e internazionale sono state tutte approvate con poco interesse e grande consenso, potenziando moltissimo il complesso militar-industriale e depotenziando moltissimo i contrappesi costituzionali e i diritti umani e civili di cittadini e stranieri.
IL COMMA 22 È NIENTE – Un agire che ha creato situazioni francamente imbarazzanti e impresentabili, soprattutto perché per coprire abusi e illegalità sono stati impiegati il segreto e la sua stessa protezione con una forza e una frequenza mai viste prima negli Stati Uniti, nemmeno ai tempi della Guerra Fredda. Le corti segrete che emettono autorizzazioni e pareri segreti hanno prodotto situazioni paradossali, persino una sentenza sull’incostituzionalità delle stesse corti, che però essendo a sua volta segreta non ha potuto produrre effetti ed è emersa solo a distanza di anni.
QUELLI CONSAPEVOLI – Una deriva pericolosa, che però è affrontata con circospezione e prudenza da tutti, a cominciare dalle grandi corporation americane, che hanno trovato più conveniente piegarsi e farsi complici, che resistere a una pressione evidentemente intesa ad evadere la legge e a comprimere o violare i diritti fondamentali dei cittadini degli Stati Uniti e del resto del mondo. Illuminante in questo senso è la trascrizione di un incontro tra Julian Assange e il CEO di Google Eric Schmidt dalla quale emergono evidenti la consapevolezza della gravità problemi da parte di Google e dall’altra la subalternità dell’azienda alla lettera della legge. Legge che è riconosciuta assurda e ingiustificabile, tanto che lo stesso Schmidt mostra comprensione e persino l’intenzione di aiutare Assange e Wikileaks, nei limiti di quella discutibile legalità, a conoscere quali dei membri di Wikileaks sono oggetto di curiosità e indagini segrete degli Stati Uniti. Non proprio il comportamento che ci si aspetterebbe se fosse convinto di trovarsi di fronte a uno sconsiderato criminale paranoico, come alcuni amano dipingere Julian Assange e nemmeno il comportamento di chi è convinto che queste misure siano fondate e negli interessi del suo paese, della sua azienda o della sua persona.
UNA DERIVA CHE DURA DA TEMPO – L’evidenza preoccupante è quindi quella per un vistoso allontanamento degli Stati Uniti dai fondamentali democratici, sintetizzata dalla famosa battuta per la quale a forza d’esportare democrazia ne sono rimasti a corto, una deriva che si consuma nell’indifferenza o con l’omertosa complicità delle democrazie più o meno grandi e dei grandi araldi del pensiero liberale e libertario, dei tradizionali araldi del diritto alla privacy come ad esempio dei protagonisti delle furiose polemiche sulle intercettazioni telefoniche nel nostro paese, che erano uno scandalo perché quelle ordinate dalla nostra magistratura erano disposte con troppa abbondanza e poco rispetto della privacy dei non delinquenti. Ma che ora trovano perfettamente normale minimizzare l’attività degli americani che si risolve nello spionaggio sistematico e indiscriminato dei nostri politici, della nostre istituzioni e associazioni e persino delle nostre aziende e dei loro movimenti bancari.
INVECE DI DIVAGARE – Quello che Michele Serra e quei giornalisti e politici che hanno divagato malamente sulla questione dovrebbero preoccuparsi di pensare e di chiedersi, non è tanto che vantaggio possano trarre russi e cinesi dalle azioni di Snowden o se sia meglio essere spiati da Washington o da Pechino. ma di cosa accadrebbe se Washington diventasse simile a Pechino e Mosca nel rispetto dei diritti fondamentali e della libertà d’espressione e di cosa sarebbe il caso di fare per evitare che questo succeda e perché s’inverta l’evidente deriva autoritaria, oppressiva e anti-democratica che è stata la cifra evidente delle amministrazioni Bush prima e di quelle di Obama poi. Se Snowden, Assange, Bradley e quelli che li supportano sono un’armata bìBrancaleone che si batte in difesa della democrazia e dei diritti umani senza capirci troppo, sarebbe il caso di non lasciarli soli in questo immane compito e magari di di sollecitare i tanti politici e giornalisti che campano riempiendosi le bocca con la parola libertà, a fare lo stesso, in nome di un’America e un mondo più liberi e democratici, l’unico vero antidoto a modelli come quello russo o quello cinese.
Pubblicato in Giornalettismo
giandavide (@thegrandavide)
26 giugno 2013
mah non sono molto d’accordo. sia per il paragone con manning, che ha fornito dati molto concreti, mentre snowden ha solo rivelato che il termine intelligence è un eufemismo della parola “spionaggio”, e che lo spionaggio esiste e lotta insieme a noi. poteva anche dire che l’acqua bolle a 100 gradi ma evidentemente non siamo pronti a queste grandi rivelazioni. l’idea che me ne sto facendo, durante questo suo tour mondiale, è che tenda a dare l’idea che russia usa, cina, sono tutti uguali. e pazienza se negli ultimi due paesi è estremamente facile passare dall’osservazione al sequestro omicidio senza eccessivi problemi data la scarsa trasparenza del sistema legale: è la stessa cosa. poi che gli usa difendessero gli interessi usa è un’altra rivelazione che mai si si sarebbe potuto arrivare: io pensavo che difendessero gli interessi di topo gigio… poi che la cosa esca fuori da uno che è entrato nella cia dopo lo scandalo watergate, e quindi dopo che si è saputo che la cia ha fatto assassinare un bel popò di gente per difendere gli interessi americani, mi suona tutto ancora più ridicolo. e non perchè non me ne freghi nulla della privacy, ma se si considera l’ipertrofismo diffuso a dire ai quattro venti i cazzi propri, specialmente dopo facebook, devo dire che per me si tratta di un problema educativo: esiste una diffusa scarsa percezione dei problemi relativi alla privacy, anzi il modello aggregativo dominante in rete è quello di rendere la propria vita privata fruibile a tutti, con l’illusione di poterla in seguito sfruttare o monetizzare. e di fronte a una tale stupidità collettiva e ai suoi risultati ghettizzanti e totalizzanti, credo che il problema dell’intervento dei servizi sui dati sia secondario, specie quando vi sono dei meccanismi di garanzia in grado di controllare l’operato delle istituzioni, insomma quando lo stato è in grado di processare se stesso. quindi devo dire che sono più scandalizzato con il governo italiano per il caso uva, piuttosto che con il governo americano per il caso snowden.
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mazzetta
27 giugno 2013
Lasciati dire che non hai assolutamente presente la dimensione del problema, che non è quella di guardare dentro Facebook o di dire che lo spionaggio esiste
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littlecommiecraig
26 giugno 2013
Riflessioni lucide, il problema però sta tutto nelle conclusioni. Oggi l’alternativa non è – né può più essere – fra stati “totalitari” e decmorazia liberale. Se le democrazie occidentali si sono spinte verso forme di controllo sempre più pervasive, non l’hanno fatto per un vezzo o per una scelta arbitraria e reversibile, ma appunto per “difendere i propri interessi”. Quali? Quelli dei grandi agglomerati di potere economico, costretti ad agire in un contesto di crescente competizione internazionale. Se non si tocca la questione fondamentale che chiama in causa le basi economiche delle società “democratiche” – ossia come viene prodotta e distribuita la ricchezza – appellarsi al ritorno ad un passato mitico della democrazia (che in realtà non è mai esistito) equivale a fare esercizio di puro idealismo. Più che ad un ritorno ai principi democratici liberali classici, resi superati dallo sviluppo stesso del capitalismo, bisogna guardare oltre, ad un modello diverso di società, che non potrà nascere da altro che dal rovesciamento e dal superamento del capitalismo.
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Randolph Carter
26 giugno 2013
Se posso chiederti, di questo commento cosa ne pensi, Mazzetta?
http://www.keinpfusch.net/2013/06/ancora-la-storia-di-prism-e-snowden.html
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mazzetta
26 giugno 2013
mi pare minimizzi molto, a parte che ho sottolineato anche io, sin dai tempi dello scandalo SWIFT, il vantaggio competitivo rappresentato da questo genere di spionaggio, già emerso quando si scoprì che Echelon era stata usato per dare vantaggi a Boeing e penalizzare Airbus
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giovanni
26 giugno 2013
“indegni del mito americano della land of free,”
un mito è menzognero per definizione, non si può essere degni di una balla. Del resto se ci sono 500.000 persone che lavorano a questi apparati di controllo, ci sono altri milioni di loro familiari che non possono non sapere cosa fanno i loro cari, altre migliaia di dipendenti di società beneficiate dallo spionaggio (vedi appunto il caso da te citato della Boeing) e così via. Come ogni sistema criminale di ampia portata, non può non avere una base sociale molto larga.
per giandavide:
“che gli usa difendessero gli interessi usa è un’altra rivelazione che mai si si sarebbe potuto arrivare:”
questo è scontato, che però spiino gli alleati per fare i propri interessi CONTRO di loro è una rivelazione fondamentale. Ad esempio per mandare a morire ammazzati quelli che difendono gli F35.
“che la cosa esca fuori da uno che è entrato nella cia dopo lo scandalo watergate, e quindi dopo che si è saputo che la cia ha fatto assassinare un bel popò di gente per difendere gli interessi americani,”
non c’è una sola affermazione in questa frase che sia lontanamente verosimile.
1) Snowden non è dipendente CIA,.è un contractor (insomma, un dipendente di una società che ha un appalto con la CIA, il che rende ancora più grave la cosa, perchè se già i servizi segreti che in teoria dovrebbero usare i dati raccolti per la sicurezza nazionale, non lo fanno, figuriamoci una società che opera per i s.s. a fini di lucro cosa potrà mai fare coi dati raccolti!).
2) nel watergate la Cia non c’entra niente, e non c’è stato nessun popò di gente assassinata su suo ordine
3) Snowden è nato nel 1983, e quindi direi che è molto più probabile che tra le sue motivazioni a fare quel lavoro ci siano state l’ingenuità tipica di molti “digital native” che porta a pensare che internet possa essere libera (nel suo computer a casa hanno trovato adesivi di supporto per la EFF e Tor), e l’11 settembre, molto più che proseguire l’ignobile tradizione del Watergate. E’ molto probabile che fosse convinto che il suo lavoro fosse davvero carpire dati per la sicurezza, e quando si è accorto che gli veniva chiesto di fare ben altro (sostanzialmente il “soffia” fascista), la sua cultura “naturalmente” liberale l’abbia portato a fare quello che ha fatto. SOlo chi non vuole che certi segreti vengano rivelati può accusarlo di malafede.
” di fronte a una tale stupidità collettiva e ai suoi risultati ghettizzanti e totalizzanti, credo che il problema dell’intervento dei servizi sui dati sia secondario,”
Snowden ha dimostrato che la Cia NON spia il pischello brufoloso che racconta i fatti propri su facebook, ma spia massicciamente qualsiasi movimento si opponga ai poteri forti economici, per esempio Occupy Wall Street. E impedire ai servizi di fare questo è non solo primario, ma FONDAMENTALE perchè si possa parlare di democrazia.
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Lorenzo
27 giugno 2013
Una volta Michele Serra mi faceva ridere. Poi ha iniziato a farmi pena. Adesso mi fa paura.
Riuscire a scorgere nel dilagante idealismo (individualismo?) giovanile un pericolo per la tenuta della democrazia e contrapporlo all’istituzione-dogma-feticcio Stato(-Mafia) ha in sè qualcosa di demenziale oltre che servile.
Neppure Saviano credo sia riuscito mai a scender tanto in basso, colle sue difese disperate dei soldatini in missione militare per conto dello Stato (presunto-non-Mafia) e i consigli pastorali ai compagni che in piazza vanno armati di casco-ariete, ed è tutto dire.
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giandavide (@thegrandavide)
27 giugno 2013
@giovanni.
gli alleati degli usa? e chi sono? gli stati a cui gliel’ha tirata nel culo in questi anni? ma allora sei veramente un’ingenuo.
1) non dipendente diretto ma dipendente per outsourcing. accindeti che cavilli che tiri fuori.
2) se credi che la cia non abbia armato nessuno, che col nicaragua ad esempio non c’entri niente, buon per te, ma si tratta di cose così scontate e risapaute che non credo nemmeno necessario approfondire. trovo però squallida e anacronistica questa difesa d’ufficio, dato che sarebbe potuta uscire da un filobush qualsiasi. forse sono gli antiamericani a prescindere e i filoamericani che stanno diventando uguali
3) queste spiegazioni psicologistiche le trovo ridicole, sembrano pese di peso da quei programmi tv di contropaccotto storico per cui gli eroi esistono veramente e hitler parlava con gli uccellini. cioè è bello essere degli ingenui idealisti e credere al primo eroe che capita, ma poi si finisce a scrivere stronzate sulla psicologia delle persone che ci potrebbero stare bene in una fiction di serie b, ma che come spiegazioni non spiegano nulla. dato che non avete il potere di leggere nella mente della gente, mezza pagina di inutile analisi psicologica ve la potete mettere anche in quel posto, dato che fino a prova contraria è roba che esce dalla vostra mente, non dalla sua. d’altra parte gli ideali sono una cosa confusa, i soldi sono una cosa concreta. e dato che mi ritengo, al contrario vostro, marxista, le spiegazioni che subordino le cause economiche a un soggettivismo di matrice solipsistica per me possono finire nella pattumiera.
per il resto se dal mio messaggio hai capito che sostengo che la cia spia il tizio che si fa le seghe, vuol dire che o mi sono spiegato molto male, o che hai dei problemi di comprendonio.
io ho solo detto che i servizi segreti hanno sempre fatto operazioni di spionaggio sottocoperta, e questo è successo praticamente sempre, e credo che sia assolutamente antistorico riferirsi a un’età dell’oro della democrazia in cui andava tutto bene e nessuno spiava nessuno: tutto ciò non è mai esistito nella realtà. io volevo semplicemente dire che questo atteggiamento scandalizzato, se paragonato alla scarsa percezione della privacy che risulta evidente da siti come facebook, fa percepire un certo scarto: voi che inneggiate a un mondo senza spie che non è mai esistito, e il resto del mondo che non gliene frega nulla di essere spiato e spamma tutto su internet. fate vobis.
ho trovato anch’io interessante questo articolo
http://www.keinpfusch.net/2013/06/ancora-la-storia-di-prism-e-snowden.html
sebbene anche qua, dopo un’analisi seria e interessante, l’autore si dà alla letteratura e descrive i moti psicologici di snowden per come li ha potuti percepire dal suo viaggio nel mondo delle scoregge. però trovo credibile la prospettiva del blogger secondo cui il caso snowden sia prevalentemente mirato alle informazioni commerciali, e quindi che colpisca le azinede più che le persone. ciò rende le spiegazioni sul patriottismo di snowden ancora più ridicole: questo entra nella cia (in outsourcing) per idealismo, e poi se ne esce scandalizzato quando scopre che la cia favorisce le aziende americane e non quelle cinesi? ma che patriota è questo? mi ricorda il chirurgo che non può operare perchè ha paura del sangue e altre amenità del genere. e poi se si tratta di notizie su spionaggio commerciale/industriale, che cosa c’entra l’opinone pubblica? qua mi sa che entreranno in gioco gli avvocati.
insomma un peccato perchè delle belle analisi con dei bei ragionamenti sono poi rovinati da queste uscite psicologistico-moraleggianti che, al contrario del resto dell’analisi, non sono dimostrabili in alcun modo (specie quando la persona di cui si parla è libera e fuori dal carcere).
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mazzetta
27 giugno 2013
anche a te dev’essere sfuggito il dettaglio per il quale non si tratta di un sistema per lo spionaggio all’estero, ma un sistema di sorveglianza totale, attraverso il quale è possibile far quel che si vuole dei cittadini e anche degli stessi politici americani.
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giandavide (@thegrandavide)
27 giugno 2013
non mi sembra che mi sia sfuggito: ho sottointeso il fatto che quando non c’era internet lo spionaggio si faceva con il telefono e in generale con i mezzi del tempo. ma direi che è una caratteristica di internet quella di superare i confini nazionali, e che è logico che applicando delle pratiche di intelligence più o meno losche a un contesto del genere si ottiene un sistema di spionaggio che colpisce anche l’estero, fintantochè esso si appoggia ad aziende americane. ma non capisco come sia possibile affermare che il governo americano può fare quello che vuole: fino a prova contraria sembrerebbe che il governo americano non è nemmeno riuscito a fare il culo a snowden, quindi se le premesse sono queste direi che non ha molto senso considerare queste entità come delle intelligenze superiori e malvage. malvage e losche lo saranno pure, ma intelligenti ho i miei seri dubbi. credo che si tratti di rappresentanti istituzionali che maneggiano denaro molto spesso e che si sono abituati troppo a farlo, e sono ormai interessati a nuove forme di procacciarsi denaro piuttosto che combattere una controrivoluzione nel nordamerica, dato che per fare controrivoluzione servono i rivoluzionari da combattere, e non ne vedo molti in giro. e rimane il fatto che una cosa è controllare le comunicazioni di un’individuo, un’altro è farla sparire senza che nessuno sappia nulla. e la prima cosa non implica automaticamente la seconda. e sotto questo aspetto, in italia uva, aldovrandi e cucchi sono spariti nel nulla, senza nemmeno essere controllati. hanno solo trovato davanti a loro un intoccabile che li ha uccisi e casomai si prende pure una promozione per questo. altro che cia.
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giovanni
27 giugno 2013
fare l’uomo di mondo che irride lo scandalo altrui per minimizzare dicendo che così va il mondo e quindi il problema non è il delinquente che delinque, ma chi si scandalizza del delitto, è una tattica che non funziona, di Ferrara che si copre di ridicolo ne basta e avanza uno.
Io so benissimo che gli alleati USA sono servi, il problema è che non lo capiscono quei milioni di cittadini che votano quei politici che agli USA portano l’acqua con le orecchie.
“non dipendente diretto ma dipendente per outsourcing. accindeti che cavilli che tiri fuori.”
non è un cavillo, è un dato fondamentale per demolire una delle risposte che lo stato-caserma yankee usa per giustificare lo spionaggio: “sì, vi spiamo, ma cerchiamo solo i terroristi e i vostri dati sono sicuri”: Se fosse vero, farebbero gestire lo spionaggio solo a gente di comprovata fedeltà allo stato, non ad aziende private il cui fine è fare soldi, e non garantire la sicurezza, e quindi sono portati “per natura” ad usare i dati sensibili a proprio vantaggio.
“se credi che la cia non abbia armato nessuno”
te lo ripeto, fare quello saputo che spiega agli ingenui come va il mondo non te lo puoi permettere, perchè non sei nemmeno capace. Io NON ho detto che la Cia non arma nessuno, ho detto che non c’entra niente col Watergate, punto. Hai detto una scemenza, ammettilo per il tuo bene, perchè la svicolata con incluso ad hominem di darmi del bushista (quando sei TU quello che minimizza, dicendo che si è sempre spiato, chi non lo sa è un fesso e quindi svegliatevi bambini e imparate a stare al mondo) è davvero patetica.
“si finisce a scrivere stronzate sulla psicologia delle persone”
chi è che ha iniziato col pistolotto sul tizio che essendo dipendente CIa dopo che il Watergate e bla bla DEVE essere per forza un delinquente interessato solo ai soldi? ANcora una volta, ti rendi conto che ti sei dato del fesso da solo?
“voi che inneggiate a un mondo senza spie che non è mai esistito, e il resto del mondo che non gliene frega nulla di essere spiato e spamma tutto su interne”
nessuno inneggia a un mondo mai esistito, sia MAzzetta che io puntualizziamo che MAI nella storia le spie hanno avuto un potere così grande, e questo è un fatto, che la tua minimizzazione basata sulla pretesa che siccome al resto del mondo non gliene frega niente, il crimine non c’è. Una pretesa falsa perchè non tutti raccontano i fatti propri su FB, e la CIa spia quelli che NON lo fanno, non i pischelli, e quindi esiste sia il crimine che la percezione della sua gravità, con buona pace dei tuoi vani tentativi di minimizzare il tutto.
“questo entra nella cia (in outsourcing) per idealismo, e poi se ne esce scandalizzato quando scopre che la cia favorisce le aziende americane e non quelle cinesi? ma che patriota è questo?”
quindi per te il patriottismo sarebbe difendere i profitti dei dirigenti delle grandi aziende USA? E tu saresti marxista? LOL
“(specie quando la persona di cui si parla è libera e fuori dal carcere).”
Questa come difesa della STasi USA le batte tutte. La persona è libera perchè è fuggita PRIMA di aver mai contattato un giornalista, proprio perchè ha avuto la prova di come si possa parlare “liberamente” di certe cose con quello che è successo ad Assange e Manning (che è stato TORTURATO per esplicita ammissione di chi l’ha detenuto). Ci vuole una gran faccia di tolla per rivendicare come cosa positiva lo stato di non detenzione di un fuggitivo, quasi fosse merito di chi gli farebbe volentieri il bis del trattamento Manning….
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mazzetta
27 giugno 2013
t’ha dato del bushista :D
mi vien da ridere 2 volte…
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giandavide (@thegrandavide)
28 giugno 2013
se mi dai del ferrara vuol dire che hai grossi problemi di comprendonio, dato che non ho scritto una parola in difesa degli usa. ho solo detto che come la maggiorparte degli uomini sono mediamente idioti. mavabbè. per il resto io ho solo detto che dopo lo scandalo watergate si è saputo cosa faceva la cia, e qusto è un dato risaputo, non ho detto che la cia è implicata direttamente eccetera. controllare e poi scrivere. per il resto ho solo applicato un meccanismo di natura economica piuttosto che morale: in quanto la cia è quello che è, ho semplicemente dedotto che l’habitus di snowden è quello di un individuo che lavora per la cia, e quindi ho trovato questionabile la sua morale un pò la stessa cosa che fai tu quando parli dei contractor. ma sembra che il principio ti vada bene a volte e a volte no. mettiti d’accordo con te stesso. per il resto ti consiglio di dare una ripassata a popper: qualsiasi scoperta fatta da robinson crusoe sarebbe scientificamente irrilevante, in quanto non avrebbe uno sbocco sociale per le sue applicazioni tecniche. allo stesso modo, le informazioni che si trovano su internet sono irrilevanti se non sono condivise. d’altra parte google funziona in modo che ogni utente tende a trovare cose simili a quelle che ha cercato precedentemente, e tende quindi a molecolarizzare ulteriormente le informazioni. in questo contesto in cui le informazioni diventano importanti solo se condivise, il controllo dei social network risulta cruciale per una gestione sociale dall’alto, altro che le conversazioni private che sono troppe per risultare leggibili facilmente senza filtri. e quale filtro migliore di quello che gli utenti si autoimpongono rispondendo all’imprinting pavloviano di facebook?
per il resto a parte i pipponi morali, la differenza tra noi due è questa: io non escludo che abbia preso soldi e salvacondotto da entità come russia e cina per scatenare questo caso internazionale. tu lo escludi a prescindere. e a questo punto ti chiedo: ma hai controllato il conto in banca di snowden oppure è una tua speculazione personale? puoi escludere senza ombra di dubbio che abbia avuto contatti con servizi segreti di altri paesi, sebbene gli agenti doppi o tripli siano sempre stati una tradizione dei servizi segreti? di fronte a questa fondamentale mancanza di dati è difficile convincere il sottoscritto riguardo all’onestà di snowden, e anzi direi che in questi casi trovo molto più spiegabile la bieca avidità materiale che le antropologicamente poco probabili purezze morali. e il paragone con manning mi sembra veramente poco appropriato, dato che manning non lavorava per la cia, ha fornito dei dati sensibili molto più rilevanti, ed è finito molto peggio. poi certo, potrei essere smentito dai fatti, ma la realtà mi sembra molto diversa, e continuo ad essere molto più indignato per la mancanza di trasparenza dello stato italiano che di quello americano. ma non è che io sono americanista, e voi siete evidentemente più scandalizzati da cose lontane esotiche e poco attinenti con la quotidianità che dalle nefandezze di casa nostra, mentre io, dopo avere guardato la mia saccoccia, trovo quella degli altri più meno sproporzionata.
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mazzetta
28 giugno 2013
sai che ragioni alla rovescia?
nessuno deve dimostrare che Snowden NON abbia preso soldi, semmai è chi ha questa idea che deve.
permettimi di dirti che i tuoi interventi sono privi di senso e nettamente viziati da un evidente interesse a voler arrivare dove vuoi tu a prescindere dalle risultanze fattuali e storiche
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giandavide (@thegrandavide)
28 giugno 2013
vabbè se mi rispondi con le supercazzole buonanotte. io ho semplicemente detto che in mancanza di dimostrazioni sono libero di pensar male degli altri, anzichè vedere in loro delle soggettività eccezzionali uscita dall’ottocento. e poi di che interesse stiamo parlando? mi stai dando del ferrara anche tu? appigliandoti a cosa, di grazia? e poi di che risultanze si sta parlando dato che si tratta di una vicenda in cui non ci sono dati certi e ed è necessario un certo grado di speculazione? boh. io credo piuttosto di avervi spiazzato e che non sappiate come rispondermi, ma vabbè, chissenefrega
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mazzetta
28 giugno 2013
non risponderti a cosa? mi pare chiaro che tu tenda a banalizzare una situazione evidentemente gravissima. Non ti si può seguire su questo piano perché i fatti dimostrano altro dalla tua ricostruzione, sulla quale quindi ha poco senso speculare. Non metti in difficoltà nessuno, stai solo dipingendo ipotesi tue che fanno a pugni con i fatti
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giandavide (@thegrandavide)
28 giugno 2013
mah mi sembra che sia tu a banalizzare dicendo che “un sistema di sorveglianza totale, attraverso il quale è possibile far quel che si vuole dei cittadini e anche degli stessi politici americani”. si tratta di affermazioni di una vaghezza impressionante, ma vedo che non hai intenzione di uscire da una prospettiva complottista nella quale il cittadino non può far niente e il “potere” è sempre monolitico e onnipontente. non sono ovviamente d’accordo, dato che questa è proprio la prospettiva che giustifica “gli amici al bar” di gino paoli e tutto il disfattismo che ne sta dietro. peccato, perchè ho una certa stima di te come giornalista, ma dato che non mi piace parlare delle scoregge possiamo finirla qua.
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mazzetta
28 giugno 2013
ecco, ci mancava l’accusa di complottismo
ci sono documenti e testimonianze in abbondanza che dimostrano l’esistenza di un apparato di spionaggio mostruoso e di pratiche da stato totalitario, visto che è impiegato anche per reprimere il dissenso e in maniera ostile contro i paesi presunti amici ed alleati.
c’è l’evidenza che migliaia di persone possano accedere a quei dati e farne quel che vogliono, anche aziende private, poi negare che possano servire per scopi illeciti?
non c’è niente idi vago, se non nelle obiezioni con le quali cerchi di ridurre e banalizzare una realtà che ha allarma mezzo mondo, e non c’è niente di peggio per la democrazia di chi si volta dall’altra parte accettando che sia lesa in nome d’imprecisati interessi
per cui, perdonami, ma qui se c’è qualcuno che fa discorsi da bar, quello sei indubbiamente tu, che tiri in ballo a caso il disfattismo e lo mescoli con il complottismo perché non puoi fare altro per contrastare l’evidenza
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giandavide (@thegrandavide)
28 giugno 2013
evidentemente hai letto poco attentamente: non ho detto che i tuoi contenuti sono complottisti, figurati in tal caso se stavo o a leggere, figurati a rispondere. ti faccio notare che quando te ne esci fuori con affermazioni del tipo “un sistema di sorveglianza totale, attraverso il quale è possibile far quel che si vuole dei cittadini e anche degli stessi politici americani”, il livello della tua discussione scende rispetto al resto dell’articolo, e denota un’atteggiamento disfattista e poco razionale
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mazzetta
28 giugno 2013
un sistema del genere è chiaramente aperto a ogni genere d’abuso, riconoscerlo non c’entra nulla con il disfattismo, che comunque mi sembra una robaccia da evocare, disfattismo de che?
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giandavide (@thegrandavide)
29 giugno 2013
continua a mancare la connessione logica tra la sorveglianza via internet e la possibilità per cia e nsa di fare sparire fisicamente le persone, che è legata a fattori che con prism non c’entrano una sega; io sono più preoccupato di questi aspetti, dato che il numero elevato di individui spiati non deve trarre in inganno: le capacità di lettura e investigazione sono sempre le stesse, e i criteri per riconoscere la pericolosità sociale e quindi gli individui da sorvegliare rimangono sempre gli stessi. insomma posso credere che facciano indagini nascoste e mirate su qualcuno, non che le facciano su tutti solo perchè possono farlo, dato che in tal caso perderebbero tempo e soldi a smistare dati inutili senza cavarne probabilmente nulla. il modello grande fratello è poco pratico e poco aggiornato: oggi c’è il metodo montessori: ti insegno a farti male da solo (come diceva guzzanti).
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mazzetta
29 giugno 2013
scusa, ma le rendition cosa sono?
le detenzioni segrete, con processi segreti, prove segrete e anche senza senza processi, cosa sono? Uccidere le persone, anche americani, con i droni cos’è? di che parli?
di che ” i criteri per riconoscere la pericolosità sociale ” parli? le persone sono innocenti fino a che non si prova che hanno compiuto un reato in una democrazia, tu sei semplicemente già abituato a scenari pesantemente antidemicratici ed è evidente che parli di cose sulle quali non rifletti, o forse rifletti male
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giandavide (@thegrandavide)
29 giugno 2013
lo scandalo snowden parla di detenzioni segreti e uccisioni tramite drone? a me non sembra, e quindi la faccenda è da un lato off topic, dall’altro non confermata. e quindi mi sembrano molto più rilevanti faccende come quella di uva, cucchi o aldovrandi. e il fatto che voi mi giudichiate un antidemocratico perchè sono più toccato da questi tre casi rende evidente solo una cosa: che io sono molto meno abituato a vivere in uno scenario non trasparente e antidemocratico di voi, che quando leggete il nome cucchi o aldovrandi ignorate ciò che avete letto e passate oltre. sotto questo rispedisco al mittente le accuse di protofascismo completamente gratuite, e vi consiglio di guardare la vostra saccoccia prima di giudicare gli altri.
per il resto parlo dei loro criteri, non dei miei, e questo è evidente. oppure pensi che i servizi non abbiano dei criteri di scelta? qundi, secondo questa perla di logica deduttiva, non avendo criteri, come effettuano le scelte su chi sorvegliare? a casaccio, facendo scegliere dei lamantini ammaestrati? oppure ricevono le informazioni telepatiche dal supercomputer della cia? io credo che molta gente non riesca a concepire un mondo senza computer, e che quando deve farlo si abbandona a un esotico luddismo. eppure i compurer sono una presenza recente nella vita umana, e non mi risulta che il mondo prima fosse radicalmente diverso
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mazzetta
29 giugno 2013
scua, ma che cazzo t’inventi? a parte che la lotta di PA l’ho sostenuta da prima che arrivasse ai giornali, mi pare chiaro che tu abbia solo voglia di fare a noi contro voi e per il resto tu abbia poche idee e molto confuse. Che è l’unica evidenza che si può trarre da messaggi come questo. Non ne sai, non he hai idea, ma come tanti altri parli lo stesso dall’alto di una presunzione che fa solo ridere
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giandavide (@thegrandavide)
30 giugno 2013
direi che dalla risposta il presuntuoso sei tu. è inutile discutere in questi casi, specie quando il tuo interlocutore non sembra nemmeno leggere quello che scrivi. per il resto le affermazioni vaghe e confuse le hai fatte tu nella risposta, io le ho solo analizzate nella loro incoerenza logica. rimane il fatto che se non si è in grado di fare un minimo di riflessione astratta su ciò di cui si parla si rimane al livello dell’uomo della strada. e sembra che sia questo il caso: io foucault l’ho letto, tu no. o forse ti è sfuggito qualcosa. comunque evidentemente ti ho sopravvalutato. finiamola qua.
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mazzetta
30 giugno 2013
“mi sembrano molto più rilevanti faccende come quella di uva, cucchi o aldovrandi.” sarebbe l’analisi?
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giovanni
1 luglio 2013
parlare di Aldrovandi non è un’analisi, è una svicolata, e pure abbastanza pietosa, che fa il paio con l’altra svicolata “vabbè, ma tanto la gente parla dei cazzi suoi su facebook, di che si lamenta se la Cia sa tutto?”. Come se non esistessero le rendition, che derivano appunto dall’attività di spionaggio fatta a monte, e come se lo scandalo riguardasse fb, e non lo spionaggio SISTEMATICO di qualsiasi centro di potere economico e politico globale.
Sto Giandavide si crede molto furbo, ma non capisce che su questo blog nessuno è fesso, e vediamo benissimo qual è il giochetto.
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giandavide (@thegrandavide)
1 luglio 2013
diciamo che riguardo ai casi sopracitati ci sono dei chiari sintomi di uno stato che può fare quello che vuole senza rendere conto a nessuno.
e nei casi che citi tu? dove sono sto drone di snowden? dove è sta lista circonstanziata sulle sparizioni rivelate da snowden? dove è sto controllo totale di cui parli? insomma, nei fatti, quali sono sti casi peggiori di quello di aldovrandi da voi citati? trovatemene uno prima di darmi dell’ipocrita. in mancanza di esempi gli ipocriti siete voi, dato che prendete per il culo i morti equiparandoli a cose che non esistono.
io ho solo detto che solo degli idioti si potrebbero sorprendere del fatto che gli usa spiano la russia: lo spionaggio esiste da sempre, le spie hanno da sempre avuto il potere di infrangere le leggi, gli usa hanno sempre spiato alleati e nemici, specie se si tratta di alleati di terz’ordine come i tedeschi. e credere che storicamente lo spionaggio tra usa e resto del mondo sia sempre andato rose e fiori denota anche un’imbarazzante impreparazione a livello storico. poi vedere la lussemburghese cattolicodemocratica viviane reading che appoggia pienamente le vostre posizioni “alternative” e correa che rifiuta il vostro eroe, preferendolo affidarlo a quel gigante dei diritti umani che è la russia, e che immagino per voi sia diventato il vero campione della democrazia, rende ancora di più l’idea di quanto non ci abbiate azzeccato. riguardo al resto, dovreste studiarvi un pò foucault, leggervi qualcosa come “sorvegliare e punire”, e capirete che non siamo più in una società del sangue e che il controllo sociale non funziona più come funzionava nel medioevo e come sembra funzionare ancora nelle vostre menti poco abituate a riflessioni astratte. mi dispiace anzi di avere sollevato il problema davanti a della gente ignorante come voi, di solito quando so di interloquire con i caproni evito di fare discorsi troppo complicati, e, come ho detto sopra, vi ho evidentemente sopravvalutato.
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uitko
1 luglio 2013
Mi sembra mi sembra che giandavide minimizzi. Dire che “si sa che si spia a tutto spiano” è banale. Anche perchè non è vero che lo si sa. L’opinione pubblica non ne è pienamente consapevole, e sopratutto è disposta a passarci sopra perchè:
1) tanto lo si fa per cercare i terroristi
2) al massimo leggerenno cagate scritte su feibuk. E se uno ci scirve cosa importanti è colpa sua.
La realtà è che un sistema di controllo giustificato dalla parola “sicurezza” diventa strumento per difendere gli interessi americani. Storia vecchia (vedi il caso Echelon) ma di cui evidentemente non sono tutti lo capiscono visto che molti (politici, giornalisti e cittadini) dicono che “si va bene, tanto io scrivolo solo cagate in rete, che le leggano pure”.
Ma la realtà è che prism apre due problematiche. La prima politica. Già nel 2009 saltò fuori che gli strumenti giustificati dalla lotta al terrore erano usati per intercettare dei deputati americani. Motivi sconosciuti, ma sicuramente questi deputati non volevano mettere bombe augli aerei. SI ipotizza l’utilizzo dello spionaggio per sicurezza per condurre lotte politiche.
La seconda è che le informazioni, tratte ad esempio dalle caselle di posta del presidente di samsung vengono vendute alla apple (è solo un esempio inventato eh).
Cosa ne consegue? che la lotta al terrore nata nel 2001 ha dato una spinta ulteriore ad un sistema di dominazione economica e politica. Ne fanno la spesa i lavoratori di quelle aziende che perdono i bandi contro i concorrenti americani e i paesi che vogliono scegliere linee politico-economiche alternative a Washington. Sono entrambe cose accadute 1000 volte negli ultimi 50 anni, anche senza prism. Ma il fatto che noi infromati lo sappiamo non significa che ne siano tutti consapevoli, ed inoltre lo scnadalo prism ci aiuta a togliere quell’alone di sacralità e intoccabilità che ruota attorno alla guerra al terrore islamista.
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giandavide (@thegrandavide)
1 luglio 2013
è chiaro che la mia è una generalizzazione a grandi linee, ma credo che la spiegazione si trovi nel fatto che la gente sia disposta a passarci sopra, piuttosto che inconsapevole del tutto. secondo me questo dell’atteggiamento della società civile è un problema ancora più grave rispetto al preteso panottismo metafisico denunciato da mazzetta come da napolitano (tutti vogliono fare i salvatori della patria). riguardo alle scorrettezze commerciali si tratta sicuramente di un problema grave, ma non è evocando scenari da guerra fredda che si risolvono queste situazioni: è preferibile riuscire a portare in tribunale le aziende la cui condotta scorretta ha procurato vantaggi ingiusti.
poi credere che basta un tizio che fa dishciarazioni finora poco circostanziate per cambiare la società è ridicolo e denota un’atteggiamento di sudditanza ai media che non fa intravedere niente di buono. il fatto che la guerra al terrore non vada tendenzialmente più di moda è una circostanza completamente indipendente dalla dichiarazioni di snowden, ma è molto più legato al forte cambiamento delle condizioni economiche dell’occidente dal 2001 ad oggi: oggi si percepisce la lotta al terrorismo come inutile rispetto a come la si percepiva 10 anni fa. e quindi ben venga snowden. non è che è arrivato snowden e la gente capisce tutto in un colpo che la suddetta lotta è inutile. il fatto che in questi 10 anni si sia entrati in crisi e recessione non è un particolare. quindi, a parte sta brodaglia mediatica supportata dai peggio pezzi dell’establishment io di ciccia ne vedo molto poca.
anche perchè il vostro discorso fa acqua: non servono i servizi segreti per rendere il sistema politico americano una merda, dato che una merda lo è già: finanziamenti da lobby e multinazionali, ingerenze più o meno dirette della finanza sulla politica, politica estera uguale a prescindere da chi vinca, salvataggi delle galassie finanziarie con i soldi pubblici. in un contesto così inflazionato da paraculi di qualsiasi specie, anche se ci si mette in mezzo il tizio con la barba finta devo dire che lo scenario non mi cambia molto. e chi sono gli altgri giganti politici che sarebbero stati spiati dagli usa? barroso, medvev, la merkel, ovvero della gente che se fosse per loro ci pignorerebbero a tutti la casa. ma per favore…
eppure non mi sembra che il caso snowden abbia minimamente sensibilizzato l’opinione pubblica sullo strapotere delle “buone” multinazionali: anzi sembra che se non fosse stato per i “cattivi” servizi segreti sarebbe andato tutto benissimo, con il libero mercato che ci porta le magnifiche sorti e progressive.
in questo senso mi sembra che non sono certo io quello che sta banalizzando. io vedo problemi più grossi e complessi rispetto a quelli che risultano da una visione manichea che appiattisce la realtà (e si contradice parecchio nel farlo) dato che bisogna trovare i “buoni” oltre ai “cattivi” e quindi fare corrispondere la realtà a questi inutili schemi moraleggianti. io preferisco pensar male, e quindi per me sono quasi tutti potenzialmente pezzi di merda con abbondanti venature di idiozia, specialmente quando entrano di mezzo i soldi: multinazionali e società finanziarie, servizi segreti (snowden compreso), governo usa ma anche governo tedesco e italiano, per non parlare dei russi.
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mazzetta
1 luglio 2013
son problemi tuoi, io che c’entro?
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giandavide (@thegrandavide)
1 luglio 2013
e mi stavo scordando mario mauro, con il quale immagino condividiate pienamente l’umore scandalizzato. come diceva? per amare la pace bisogna armare la pace? ah ah ah
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giovanni
1 luglio 2013
se sei convinto di parlare con ignoranti, perchè continui a spammare?
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giovanni
1 luglio 2013
*trollare, ovviamente. E non solo qui
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gengiss
3 luglio 2013
Ottimo articolo, complimenti. Devono essere proprio i veri democratici (“liberali” per la precisione) a denunciare questi fatti, e non difendere gli Usa anche quando sono indifendibili. Ma siccome liberali veri in Italia non ne abbiamo, ci ritroviamo i Ferrara di turno che il giorno prima inveiscono contro i magistrati italiani perchè intercettano Berlusconi (su autorizzazione di un giudice per reati specifici), e il giorno dopo minimizzano lo spionaggio (universale e illegale) della Cia.
Giandavide, invece, ho idea che sia uno di quelli che pensano che chi scrive i messaggi più lunghi o più numerosi, ha più ragione. Come quelli che pensano che che alza di più la voce, ha più ragione…
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giandavide (@thegrandavide)
5 luglio 2013
ci sono quelli che parlano per argomenti e hanno bisogno di spazio per sviluppare questi ultimi, e ci sono quelli che si dedicano agli slogan, che cercano la brevità e hanno senz’altro più successo in una società di caproni analfabeti
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giovanni
6 luglio 2013
è peggio un caprone analfabeta o uno che continua a trollare su siti di caproni analfabeti?
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gengiss
9 luglio 2013
Mah… io ho letto molte parole, ma pochi argomenti
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