Mario Bocchio difende i suoi Protocolli dei Savi di Sion

Posted on 16 giugno 2013

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Giornalista professionista, “Ufficio Stampa presso Consiglio regionale del Piemonte”, così scrive Mario Bocchio, già eletto come rappresentante e oggi dirigente provinciale del PDL (con un passato nel MSI) nella provincia piemontese, autore di un clamoroso falso che accusa gli immigrati di comportamenti orrendi che invece risultano frutto della sua fantasia. Una calunnia costruita ad arte, con il risultato di costruire una “notizia” che è subito stata condivisa da migliaia di persone, che si sono scatenate in un’orgia d’insulti e di minacce all’indirizzo degli immigrati e dei musulmani.

Il falso è ancora visibile sulla sua pagina Facebook e si risolve nell’aver usato la foto di un gatto, crocifisso in Ghana anni fa da abitanti del luogo, incidentalmente cristiani e infuriati per la presenza di gatti randagi, per illustrare un messaggio che si apre con la domanda: “Cos’ha da dire la ministra Kyenge? ” e si conclude con una storia inventata di sana pianta da Bocchio. Secondo il quale a Ragusa dei non meglio identificati “musulmani” avrebbero fatto una manifestazione “anticristiana” portando in corteo un gatto crocifisso.

Fatto del tutto inventato, che poi ha usato come pretesto per un’invettiva contro i “selvaggi”, rivolta ai “veri italiani” come lui, quelli che non “… sempre si piegano a novanta gradi nel nome del buonismo” e un rantolo contro gli immigrati in chiusura.

Oggi Bocchio, che ieri ho pressato per ottenere spiegazioni, ha concluso il rilascio di una serie di assurdità sostenendo che lui ha solo commentato una notizia già diffusa da altri, indicandola nel post di un blog intitolato GATTO CROCEFISSO A RAGUSA. AIDAA DENUNCIA. Peccato solo che l’autore del post, Lorenzo Croce, per quanto noto per le sue fantasie non abbia affatto scritto di musulmani o di manifestazioni anticristiane. Alla sua AIDAA è riconosciuta la diffusione seriale di notizie fantasiose, ma la notizia del gatto crocifisso a Ragusa non fa parola di manifestazioni, di cristiani o di musulmani. E non c’erano nemmeno in un altro articolo che ha indicato ieri allo stesso scopo.

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Non c’è nessuna “precisazione che trattasi di protesta anticristiana” e  “i relativi commenti molto accentuati di condanna” sono rivolti all’impiego della foto che non c’entra appunto con la notizia. Foto che prima era senza didascalia, aggiunta solo in seguito alle proteste dei commentatori, ma niente musulmani, niente cristiani, niente proteste anticristiane, niente del genere, zero. Solo l’evidenza di un’operazione dolosa e calunniosa che ricorda in minore i “Protocolli dei Savi di Sion”, il falso d’epoca zarista costruito per alimentare l’odio contro gli ebrei.

Tutta roba che ce l’ha aggiunta Bocchio, dolosamente, forse attingendo ulteriormente da un articolo ugualmente falso di matrice leghista, che sfruttava la stessa foto già un anno fa. Anche quello ancora online e per di più costruito a sua volta  su un’altra fonte di pregio, quel Giulio Meotti già licenziato da alcune testate estere per i suoi  plagi e  tarocchi e ora alle dipendenze de Il Foglio. “What will Meotti’s employers at Il Foglio do?“ si chiedevano su maxblumenthal.com giusto un anno fa, la risposta è che se lo sono tenuto. Una bella catena di gente che ha a cuore l’onestà dell’informazione, non c’è che dire, per un risultato davvero notevole. Un risultato che Bocchio ha cercato di negare addirittura che possa avere una dimensione politica, dicendosi “cittadino”, a propostito d’onestà. Ma c’è da capirlo, rischia di fare la fine della leghista Dolores Valandro dopo un incidente del genere ed è inutile dire che in altre democrazie europee sarebbero i suoi compagni di partito ad assere ansiosi di liberarsene.

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Per il momento quindi, siamo ancora a Boccchio che si difende con le supercazzole e con il suo falso ancora bello in evidenza in bacheca su Facebook, e sul blog  Freeanimals, anche oggi condiviso da più di un migliaio di persone. Da notare che il post invece è stato rimosso da una pagina Facebook chiaramente xenofoba dopo analoghe proteste, Bocchio invece resiste.

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Tirando le somme si tratta quindi di un remix di stronzate (cit. Frankfurt) dal quale Bocchio ha tratto tutta la storia sui musulmani anticristiani che manifestano a Ragusa con il gatto crocifisso, assemblando dolosamente notizie di dubbia attembilità per crearne una tutta sua e originale, usata poi come spunto per berciare contro Cecile Kyenge e quelli che non sono “veri italiani” come lui.

Per spiegarsi Bocchio ha pubblicato il testo che segue e fornito una serie di buffe risposte su Twitter, nelle quali cerca in ogni modo di svicolare dalla sua evidente responsabilità. In attesa di vedere se Bocchio sarà perseguito da qualche autorità  o riceverà almeno un’ammonizione dal suo partito per quello che appare un falso doloso che ha come unico scopo apparente quello d’incitare calunniosamente all’odio verso i neri e i musulmani, ecco per onor di cronaca il testo integrale con le sue spiegazioni:

Gatto in croce: tutte le verità, subito. Mi hanno anche minacciato di morte

Mio malgrado mi sto trovando al centro di un episodio che sta facendo parecchio discutere e che non può essere attribuito ad una mia malcelata volontà di creare casi inesistenti. Mal che meno ad arte, con l’unico scopo di fomentare l’intolleranza razzista. Lungi da me tale finalità.Ecco pertanto, che voglio riassumere ogni passo della vicenda.Sfogliando la home del mio profilo Facebook vengo colpito da un post che parla dell’episodio successo in Sicilia, con tanto di fotografia, e di precisazione che trattasi di protesta anticristiana e con relativi commenti molto accentuati di condanna. Cosa faccio allora? Per meglio approfondire il fatto vado a consultare Google che mi rimanda ad un preciso sito, tale “Ideazampa”, che riportava la fotografia dell’animale crocifisso da un gruppo di persone di colore e uno specifico episodio realmente accaduto in Sicilia, con tanto di denuncia da parte degli attivisti animalisti. La truculenta immagine accompagnava la notizia, in maniera tale che è stato logico riferirla al fatto. Successivamente al polverone creatosi a seguito del mio post, il sito “Ideazampa” ha deciso di precisare con una didascalia che la foto non si riferiva alla notizia, ma ad un episodio successo in Africa.Io ho semplicemente commentato l’episodio per come allora era stato presentato, NON DA ME, che oltretutto non vivo la realtà siciliana, senza peraltro, sempre da parte mia, coinvolgere in maniera attiva la mia militanza politica e le mie convinzioni ideologiche, ma semplicemente come semplice cittadino che viene profondamente ed emotivamente colpito da una simile notizia.Il fatto che in diversi commenti oggi in rete, si faccia riferimento al partito in cui milito, è una voluta, quindi dolosa strumentalizzazione fuori tema. Questo sì.Ma il fatto che nel Ragusano si siano verificati episodi di crudeltà inaudita nei confronti dei gatti è realtà inoppugnabile, che merita ogni forma di condanna.Vorrei inoltre soffermarmi sulla fotografia, che certo non è un fotomontaggio, che ritrae un povero gatto crocifisso da persone di colore. Il fatto che sia stata scattata in Africa, o che possa riferirsi ad un episodio successo in Italia non cambia la sostanza: offende due volte. Primo: perché lede nel profondo chi è cristiano, come il sottoscritto, visto che il sacrificio in croce di Gesù Cristo viene accostato ad un gatto. Oggi, soprattutto in Nigeria, le proteste anticristiane sono una drammatica realtà, come le persecuzioni dei cristiani in tutto il mondo. Le vignette satiriche contro Maometto, che vanno certamente condannate, non vennero pubblicate nei paesi islamici ma misero in subbuglio tutto il mondo musulmano, per cui anche se successo altrove, l’episodio illustrato nella foto deve fare insorgere la protesta, soprattutto visti i grandi sforzi che si stanno facendo (e io ci credo convintamente) per una pacifica convivenza dei popoli attraverso anche il dialogo interreligioso.Secondo: gli atti di crudeltà contro gli animali vanno condannati ovunque essi si possano compiere.Per fare completa luce sul fatto denunciato dal sito E NON DAL SOTTOSCRITTO, ho immediatamente richiesto la produzione di un’interrogazione parlamentare e ho scritto al prefetto di Ragusa, in maniera tale che si possano avere anche i chiarimenti per cui un sito abbia potuto liberamente accostare la fotografia dell’animale crocifisso ad una serie di episodi successi in Sicilia e perché la stessa continui ad essere in rete.Io ho avuto sicuramente il coraggio di andare contro al cosiddetto “politcally correct”, ma non accetto che si possa mettere in dubbio la mia buona fede, tantomeno che mi si minacci addirittura di morte, con messaggi di questo tenore: “Sfigato nazista razzista di merda sei. Meriti la morte se solo ti avessi tra le mie mani! ora tengo d’occhio la tua bacheca, così se pubblichi altre cazzate razziste come quella del gatto io ti vengo a prendere di persona sappilo. Voi bastardi pieni di soldi che infiammate ste cazzate da paleolitico meritate la morte”. E questi sarebbero coloro che vorrebbero fare la divisione tra ciò che è bene da ciò che è sbagliato?

Desta particolare impressione questo suo dirsi minacciato, visto che i commenti alla maggioranza delle 18.000 condivisioni del suo post ineggiano all’impiccare i negri e i musulmani, quando va bene, e vista la virulenza del testo che ha vergato per accompagnare il suo tarocco. Ma da sempre i razzisti colti sul fatto tendono a farsi vittime, anche in questo caso Bocchio sembra volerci confermare che non è lui a essere razzista, ma sono loro a essere selvaggi inferiori. E chi si scandalizza per le sue robacce è un buonista piegato a novanta gradi. Una retorica che non mente, come non mentono i suoi imbarazzanti e scomposti tentativi di difesa