Il Giornale pubblica un articolo su Breivik nel quale riporta la sua condanna a 21 anni senza spiegare che il sistema norvegese prevede, prima del suo rilascio a fine pena, un ulteriore giudizio che lo potrà condannare ad altri cinque anni se considerato ancora pericoloso. Al termine dei quali ci sarà un altro giudizio identico e così via, una sequenza teoricamente possibile fino alla sua morte. Molto più di un ergastolo quindi.
A margine dell’articolo, come a corredo di quasi tutti quelli ugualmente scarsi pubblicati in giro per la rete, c’è un’orgia di forcaioli e indignati che commentano insultando i norvegesi e il loro sistema giudiziario, che diventa così il fulcro di un dibattito allucinante, e non solo perché fondato su presupposti errati, osservando il quale si ricava l’impressione che molti italiani pensino alla Norvegia come a un paese malato. Il tutto per la gran gioia di quanti condividono le idee di Breivik e le diffondono impunemente anche nel nostro paese, proprio dalle pagine di fogli come quello in questione. Ma non si tratta di un astuto espediente della direzione, in questo caso colpevole di “semplice” sciatteria.
Come spesso accade dalle nostre parti, si finisce a parlare di niente e a puntare il dito su altri, senza neppure rendersi conto di quanto tale processo finisca per dimostrare, complessivamente, la pochezza di un paese che si sopravvaluta pericolosamente. Con molto ritardo la redazione (come altre) ha poi aggiunto due righe con la necessaria precisazione, ma ormai l’orgia si era consumata e presumibilmente continuerà oggi nei bar e tra gli ombrelloni.
Saranno contenti i commentatori, che ora più che mai sembrano idioti che si sono azzuffati per niente, ma difficilmente loro o la redazione ne trarranno qualche insegnamento per il futuro. I norvegesi hanno dimostrato di saper imparare e uscire a testa alta anche da una terribile disgrazia, dalle nostre parti purtroppo siamo ancora alle prese con il problema di uscire da queste fangose dinamiche scatenate dall’ignoranza e da una cultura che più becera non si potrebbe.
erdematt
25 agosto 2012
Parole sacrosante, purtroppo.
D’altronde in un paese che riesce a parlare del nulla, come la presunta polemica provocata dal dinamitardo Cecchi-Paone con Cassano sugli omosessuali, quando tutti sanno che il miglior amico di Fantantonio è un gay dichiarato (come? Non lo sapevate? Oimmei…), è tutto dire…
Pace e bene…
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antonello
25 agosto 2012
“Molto più di un ergastolo quindi.”
Cosa vuol dire?
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la-laura
25 agosto 2012
Che dopo 21 anni passati in carcere ( che a me sembra un periodo piuttosto lungo da passare) avra’ la speranza di uscire ma tale speranza gli potra’ essere tolta. E restera’ a sperare di uscire 5 anni dopo. Ma anche quella volta potra’ ricevere risposta negativa. E cosi’ per anni e anni.
Fermo restando che se questo invasato razzista dopo 21 26 31 o più anni uscira’ sara perche non sara più in grado di commettere u reato simile o avra’ ammesso di avere compiuto un atto vigliacco e schifoso e avra’ rigettato le sue idee. Se accadra’ io mi dichiarero’ soddisfatta
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kowapaolo
25 agosto 2012
Che da un ergastolo (o da più ergastoli), in Italia, si può uscire. Gli esempi sono innumerevoli. Come sono fuori di galera Mambro e Fioravanti.
Teoricamente, da questo ciclo di allungamenti di pena, si può non uscire mai.
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max
25 agosto 2012
a me quel che turba di piu’ e’ che di menti di quel tipo ce ne sono altre, in attesa che suoni il ‘campanellino’.
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eventibusflexus
27 agosto 2012
Un sistema molto più sensato del nostro, che prevede condanne a multipli ergastoli salvo poi far uscire i condannati dopo qualche anno.
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mcforesight
28 agosto 2012
Nulla da eccepire sul come hanno gestito la lucida follia del killer (anche se convinto di quanto professa con i suoi “camerati” e quindi capace d’intendere e di volere, sempre folle resta), dovrebbero esser sempre così anche da noi i processi.
Quello che può far storcere il naso a noi è il paragone con i nostri fasulli ergastoli e la detenzione d’oro alla quale andrà in contro il reo.
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bufalo70
1 settembre 2012
Forse, come già hanno commentato altri, il giornalista de ”il Giornale” s’è assuefatto all’andazzo della Giustizia nostrana, e prevede il minimo della pena per il pluriomicida dei pavidi di Utoya …
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