Dopo una serie di articoli sulle maggiori testate americane che attribuivano la responsabilità delle pessime (eufemismo) condizioni di lavoro negli stabilimenti Foxconn a entità impalpabili come il mitico “mercato” o ad altri attori del sistema, persino ai consumatori, Fair Media Watch ha fatto i conti in tasca ad Apple e “scoperto” che gli specialisti chiamati a commentare il fenomeno non hanno sistematicamente preso in considerazione il fatto che Apple faccia utili molto superiori e quelli dei suoi concorrenti e che quindi possa tranquillamente spendere di più per prodotti costruiti senza infliggere sofferenze e pericoli alla manodopera E senza per questo dover aumentare il prezzo dei propri prodotti.
Stesso discorso vale per l’esportazione del processo produttivo, far costruire un iPhone da un operaio americano aumenterebbe del 20% il suo costo di produzione, che è stimato in 188 dollari a fronte di un prezzo di vendita di 649$, con un utile sul pezzo del 71%. Utile stellare che sale ancora dove è venduto in euro, a 659€ come in Italia, che in dollari sono qualcosa più di 873.
Ad Apple basterebbe abbandonare la pretesa di guadagnare più di tutti. E quindi le condizioni di lavoro presso i fornitori Apple, dipendono esclusivamente dal livello di profitto che la Apple pretende. Non che sia una novità o che ci volesse chissà quale scienza per capire che ogni ipotesi volta a cancellare o minimizzare le responsabilità di Foxconn o Apple è da accogliere come strumentale, visto che loro è l’attività d’impresa, loro sono i profitti e loro sono anche le responsabilità delle rispettive filiere produttive.
Ma rimane importante per segnalare l’emergere di articoli ed analisi del genere, tanto simili ad altri già accorsi in altri contesti a cavillare, per nascondere l’ovvio all’occhio dei consumatori e delle opinioni pubbliche.
Aggiornamento: proprio oggi (lunedì) Apple ha annunciato di essersi accordata con la Fair Labor Association, alla quale ha demandato vaste ispezioni (senza precedenti per scala e profondità) presso Foxconn e gli altri fornitori. Le ispezioni sarebbero già in corso.
Davvero di pessimo gusto la chiusura “pubblicitaria” del comunicato: “Apple designs Macs, the best personal computers in the world, along with OS X, iLife, iWork and professional software. Apple leads the digital music revolution with its iPods and iTunes online store. Apple has reinvented the mobile phone with its revolutionary iPhone and App Store, and is defining the future of mobile media and computing devices with iPad“.
Santiago
13 febbraio 2012
scusa, ti rimprovero, questo pezzo è da far uscire domani verso le 10, non a quest’ora!! (domani lo retwitto ;) )
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mattpumpkin
14 febbraio 2012
A questo punto direi che la scelta della Apple, oltre che per il profitto, è per il posizionarsi come brand forte, investendo su aspetti che gli altri concorrenti in parte trascurano. Penso soprattutto al design e a tutto quel che ne consegue.
Qualsiasi cosa piuttosto che investire sulla salute degli operai e sulla sicurezza negli impianti.
Ti segnalo, a proposito di “esternalizzazione dei danni” questo articolo su MJ:
http://motherjones.com/environment/2012/02/rare-earths-lynas-bukit-merah-malaysia?page=1
ciao e complimenti per il lavoro, m.
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Alessandro
14 febbraio 2012
vorrei fare un commento: nell’articolo si dice che se fatto da operai americani, il costo dell’ iphone sarebbe del 20% in piu’ a fronte di un margine del 71%. Detoo cosi’ non fa una piega.
Ma:
1) Fatto da operai americani dove? Che io sappia ormain negli Stati Uniti non esistono piu’ grandi siti produttivi per componentistica elettronica di quel tipo. Al massimo ci sono aziendine che non possono garantire quell’alta produzione
2) Io come azienda chiedo a te fornitore un prezzo, lo negozio e ci si accorda. Apple avra’ tanti difetti ma non si puo’ imputare a un cliente come stabilisca i costi un fornitore. Te quando compri la pasta non chiedi alla coop/carrefour/ecc… quanto paga gli operai la barilla, tanto per dire
3) Foxxcon e’ famosa perche’ e’ gigantesca e vanta clienti “importanti”, tipo apple o sony, appunto. Ma ti assicuro che essere operaio in un’azienda di componentistica elettronica e’ una merda ovunque, sia li’ che in altri posti. Anche il pc da cui tu stai scrivendo e’ fatto di componenti elettronici e il processo produttivo e’ piu’ o meno iguale da tutte le parti. Si dice che l’azienda faccia lavorare 8 ore di fila gli operai con pausa pranzo e breve sonnellino: bene, pensi che nelle altre fabbriche (anche in italia o germania) sia diverso?
Io non voglio giustificare nessuno pero’ mi sembra quantomeno azzardato dare la colpa a un costruttore del lavoro di altri.
La foxxcon, ripeto, probabilmente ha avuto piu’ eco perche’ e’ gigantesca, quella fabbrica conta piu’ di 300.000 dipendenti, una citta’ di medie dimensioni, quasi quanto bologna. Statisticamente su 300.000 persone qualcuna che sta male c’e’. Quello di cui hanno bisogno per davvero sono aumenti di stipendio ma e’ una trattativa tra foxxcon e i suoi operai. cosa c’entra apple?
Con tutta la stima, io quando leggo articoli che parlano di produzione industriale rimango allibito perche’ e’ chiaro che e’ scritto da chi in fabbrica non ha mai lavorato.
Vogliamo elimiare il lavoro alienante dell’operaio in fabbrica? benissimo, pero’ non ho ancora visto soluzioni tecniche fattibili. A meno che non sia come qui, che le aziende chiudono e portano in cina, cosi’ non ci sono piu’ operai alienati. In compenso ci sono tanti disoccupati disperati.
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mazzetta
14 febbraio 2012
Apple è famosa per le stringenti condizioni che riesce ad imporre ai suoi fornitori
Tutte le grandi aziende hanno il pieno controllo sui fornitori, vai ad esempio a chiedere ai fornitori Fiat chi comanda e chi detta le condizioni nel dettaglio, farai scoperte interessanti
Foxconn non fa semplicemente lavorare “8 ore di fila” i suoi dipendenti, se ti fossi informato forse avresti presente i termini della questione e non divagheresti sul’eliminazione delle fabbriche a caso. Qui si parla di un’azienda che a fronte di un’epidemia di suicidi in fabbrica ha messo le reti anti-suicidio e di peggio ancora…
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Alessandro
14 febbraio 2012
Guarda, sono disponibile a parlare (anche partendo da punti di vista diversi), mi sembra che sul tuo blog si possa fare.
Non parlo per sentito dire, lavoro in campo automotive (non Fiat, ma e’ uguale) e ho lavorato proprio nel Guangdong, poco lontano da Shenzhen e Foshan, dove sono le fabbriche Foxcon. Ti potra’ sembrare strano ma parlando con i cinesi preferiscono lavorare in queste grosse multinazionali proprio perche’ le condizioni sono migliori. di base nelle aziende elettroniche lavorano specialmente donne perche’ il lavoro non e’ usurante (a livello fisico) nel senso che l’ambiente e’ pulito e a temperatura controllata; e’ usurante a livello psicologico perche’ stare tutto il giorno a montare pezzettini tutti uguali (e servono le dita piccole, per questo donne) e’ un amerda, sono il primo a dirlo. “Tutte le aziende hanno il pieno controllo dei fornitori”: non e’ assolutamente vero. Se mi parli dell’indotto Fiat (bertone, ad esempio) che praticamente hanno un solo cliente e’ vero. Ma questa e’ un’azienda che di clienti ne ha una marea, basta guardare sul sito o su wikipedia. Sicuramente apple e’ cliente grosso e ha voce in capitolo ma non puo’ averene il controllo e probabilmente non e’ interessata.
Epidemia di suicidi: al solito, non voglio giustificare ma dimmi te cosa faresti.7 suicidi non sono una bella cosa (ci mancherebbe se giustificassi questo) ma su 300.000 persone… secondo me a bologna ce ne sono di piu’, ti ripeto.
Che poi le cause siano umputate al tipo di lavoro puo’ darsi, e’ psicologicamente duro fare tutti i giorni la stessa cosa; ma qui si torna all’organizzazione della produzione, se qualcuno propone un metdodo migliore sono il primo a sottoscrivere.
“rete anti-suicido e peggio ancora”: non conosco i dettagli, se me li dici mi fai un piacere.
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mazzetta
14 febbraio 2012
da qui puoi andare a ritroso, altrimenti usando come chiavi foxcomm+apple trovi sicuramente molto materiale
poi la questione non è se siano -meno peggio- ma che debbano essere a posto, anche perché queste sono le aziende che poi contribuiscono a fissare lo standard per parecchie decine di milioni di lavoratori
e da nessuna parte ho scritto o sostenuto che sia più cattiva, al massimo più avida
il punto è convincerli che l’avidità ha dei limiti e se se li pongono i suoi concorrenti se li può porre anche Apple
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Alessandro
14 febbraio 2012
grazie per il link. Fammi chiarire una cosa: a livello teorico io posso essere daccordo con quello che scrivi al 100%, a livello pratico ho seri dubbi.
Per esempio:
1) nè più buona nè più cattiva. bene. qual eè il limite accettabile? O meglio, qual è il margine che una società dovrebbe fare su un prodotto e dare ai fornitori? A parole è semplice, però se mi dai un numero ne parliamo meglio, non è così semplice
2) L’articolo cita reti antisuicidio: per quello che ho capito per evitare che i lavoratori si ammazzino lanciandosi dal tetto. Bello o brutto, ma cosa c’è di sbagliato? Nel senso, secondo me non è un particolare scandaloso… anche nella mteropolitana di Tokyo ci sono degli specchio per far sì che la gente si guardi e desista dal lanciarsi sotto a un treno. E’ certamente impressionante ma è una contromisura (più o meno funzionale, non lo so)
3) Si citano i dormitori aziendali. Io li difendo! Nessuno è obbligato a starci, sono un “benefit” per gli impiegati, visto che l’affito costa poco e nel guangdong vengono un mare di persone a lavorare dal resto della cina. Ce ne fossero anche in Italia sarebbe maglio, che poi è la logica dei vari villaggi anni ’60 fatti da olivetti, piaggio ecc…
4) i suoi concorrenti i limiti non se li pongono, se non come facciata. Intanto foxxcon è fornitore di un mare di concorrenti di apple, quindi non capisco i limiti che si pongano… secondo nell’articolo si cita HP. Allora, io PERSONALMENTE ho visto un fornitore di plastiche dell’ HP e ti assicuro che era più un cantinaro che altro. Di cosa stiamo parlando?
5) Standard per decine di milioni di lavoratori: guarda, quello standard lo fissa solo il goveno, non le aziende. Nella stessa regione dove c’è la foxxcon c’è anche la honda: nel 2011 c’è stato un grosso sciopero e il governo ha imposto alla honda aumenti tra il 20% e il 32%. Le aziende possono sollo ubbidire perchè se c’è una cosa molto chiara da quelle parti è che lo stato comanda e il mercato ubbidisce.
So che faccio la figura dell’avvocato del diavolo (di foxxcon in questo caso) però c’è sempre di più la tendenza a parlare della cina (e dell’oriente) per stereotipi. Non è assolutamente rose e fiori ma, per esperienza, a me sembra che lì le condizioni migliorino, qui peggiorni. Non è un caso che in Italia si parli di abolizioni di diritti dei lavoratori e di precariato mentre lì, dove c’è un presunto sfruttamento selvaggio, è stato intordotto da un paio d’anni il primo contratto collettivo nazionale. COrsi e ricorsi storici.
p.s.: secondo me l’articolo prende per buone dell bufale. Si parla di lavoratori di 12, 13, 14 anni. Mi sembra una cazzata. Non che non esista ma aziende di quel tipo non li assumono perchè sono le prime a essere esposte e controllate. Se mi dici l’officina spersa nel Sichuan ci sono queste situazioni ma in queste grosse aziende lo stato è il primo che impone di nnon porgere il fianco alla “propaganda occidentale” e di evitare lavoratori illegali; che poi un cinese di 20 anni sembri un ragazino di 13 è un altro discorso.
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mazzetta
14 febbraio 2012
non “è la logica dei vari villaggi anni ’60 fatti da olivetti, piaggio ecc…” in 13 per stanza
e il problema non è quale margine ai fornitori, ma le condizioni dei lavoratori, sono quelle che devono essere accettabili e per tali s’intende in linea con lo stato dell’arte, non rispetto alle fabbriche peggiori
così come l’articolo non vuole criticare la Cina, ma nasce dall’osservazione di fenomeni globali e prende spunto da caso apple-foxconn per trarre conclusioni il più lontano possibile dall’ipocrisia che lo circonda, che non è made in Apple o in China, ma è una costante globale con la quale devono fare i conti lavoratori e consumatori ovunque, identica a quella dei giganti della canna da zucchero come a quella di tutte le grandi corporation che per piccoli risparmi di scala sono pronti a far correre rischi enormi alla forza lavoro, ai cittadini e all’ambiente
ogni pressione che spinga per un miglioramento delle condizioni di lavoro (che vuol dire anche sicurezza ed emissioni inquinanti), ovunque, dev’essere benvenuta e le aziende che possono farlo devono farlo senza accampare le scuse che aziende come Apple accampano per anni prima d’intervenire
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mattpumpkin
14 febbraio 2012
@ Alessandro: credo che il punto non sia tanto la stortura innegabile del sistema capitalistico, che giustamente sottolinei e a cui, per ora, sembra quasi impossibile rimediare.
Il punto sollevato da questo post di Mazzetta, e da molti altri sul caso Apple, è piuttosto l’alienazione del consumatore dal reale processo produttivo alla base di un prodotto “made in” Cupertino.
Come scrive Walden Bello, a livello di immaginario collettivo, “mentre Hewlett Packard e Dell si sono associate nel subappalto, la fortuna di Apple nella fabbricazione di prodotti che catturano l’immaginazione popolare ha impedito che la si sporcasse con l’immagine di esportatore di mano d’opera.”
E’ questo il problema: denunciare ciò che si nasconde dietro la mitologia del self made Mac, ovvero la solita storia di sfruttamento organizzato della manodopera: esternalizzare i costi e internalizzare i profitti, senza farsi carico dei problemi derivanti. Anzi, diventando modello para-filosofico di distribuzione della conoscenza applicata.
Oltretutto mentre contribuisci, con le tue scelte, a mettere in ginocchio l’economia reale del tuo paese.
Consiglio questo articolo:
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o32299:e1
ciao, m.
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Angel
14 febbraio 2012
La politica presentata dalla Apple nelle sue pubblicità stride con ciò che è effettivamente è. Ma io l’ho sempre detto che Steve Jobs era un poco str*nzo, anche se mi hanno quasi linciato sulla pubblica piazza per avere pronunciato parole così blasfeme (i fans di Steve Jobs sono peggio delle bimbeminkia di Justin Bieber, true story).
A tal proposito consiglierei il video “Hungry Beast – Best file: Apple”, è su Youtube e si spiega molto meglio di me.
Ma a parte questo mi sembra che nel caso della Foxconn la Apple sia presa come capro espiatorio. Questa è la lista delle aziende tech che si affida alla Foxconn: Acer Inc., Amazon.com, Cisco, Dell, Gateway, Hewlett-Packard, Intel, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia, Samsung, Sony, Sony Ericsson.
Avere un computer, un cellulare o altro è come avere un Mac o iPhone. Non si può neanche più dire che la Apple è più cara, perché un Samsung SII costa praticamente quanto un iPhone, ma ha sistema operativo Android cioè è in mano a Google, quelli dei “Don’t be Evil” che sono gratis e si fanno soldi su di te grazie alla pubblicità e alle ricerche che vengono associate al tuo ip (hello, grande fratello).
No, niente, questo era per dire la mia opionione. Mi fa molto piacere che la Apple spinta dalle critiche decida di fare qualcosa per questa situazione, ma il problema è molto più ampio ed è giusto che le persone vengano informate su tutta la questione. La Apple non è più cattiva, è cattiva come le altre.
P.S. Tengo a precisare che non sono un Apple maniaca. Ho un PC e un notebook che monta Linux, uso il Mac in ufficio e lo odio con l’intensità di mille soli: lavoro in uno studio di grafica e l’uso dei Mac infatti lo giustifico solo per i grafici o per chi lavora con video o roba del genere, altrimenti sono soldi buttati (questa è la mia parte genovese che parla). Però uso iPhone, iPod e sto pensando di comprarmi l’iPad: non c’è una vera alternativa a questi simpatici aggeggi per quanto mi riguarda, per me funzionano meglio degli Android e comunque Google mi spaventa più di Apple. Ecco.
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mazzetta
14 febbraio 2012
nelle puntate precedenti è emerso che i concorrenti di Apple sono più sensibili al tema e Apple è finita sul banco degli accusati dopo un processo lungo nel quale sono stati analizzati molti dati, reportage e comportamenti dell’azienda, puoi risalire all’indietro dai link
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Angel
14 febbraio 2012
Ho letto sia il tuo post precedente (questo, vero? https://mazzetta.wordpress.com/2012/01/26/foxconn-tutta-colpa-dei-clienti-apple/) sia l’articolo del times, ma non capisco da dove vengono questi dati, dall’articolo del Times le uniche compagnie che vengono citate che “spingono” (push) sono quelle come HP e Nike… le altre però non vengono neppure nominate.
Mentre sull’altro tuo articolo leggo solo l’ultimo pezzo che si rifa proprio alle mie obiezioni di sopra. Ma il mio problema rimane. Anche se rinuncio ad Apple, non posso fare a meno di spostarmi verso i suoi concorrenti che hanno gli stessi problemi con la stessa società.
Ho sempre informato sulle condizioni lavorative di Apple e continuerò a farlo.
Il giorno dopo la morte di Steve Jobs ho chiesto, polemicamente, alle persone che lo stavano piangendo come se fosse morto Gesù, se davvero sapessero tutto quello che ha fatto. E’ un genio, ho detto, ma la Apple è una società con grossi problemi, nonostante citi Ghandi e dica “think different”, e questi problemi sono imputabili alla sua gestione (senza contare a livello umano il non riconoscere sua figlia e addirittura affermare in tribunale di essere sterile pur di non pagare gli alimenti: se tanto mi da tanto…). Non ho mai visto tante reazioni negative alle mie parole come in questo caso. Come mi permettevo di giudicarlo? Apparentemente sono stata indelicata, perché era appena morto. (Che poi questa cosa di proteggere i morti mi sembra un po’ assurda, la morte mica ti redime!)
E’ una discussione interessante ed è un po’ che medito di farci un post sul mio blog, allargandolo al sociale al tempo del web 2.0 e al fenomeno dello Slakativism. Va bene se ti cito? Così magari riesco a mettere le mie idee un po’ più in ordine e mi spiego anche meglio.
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Aldo
14 febbraio 2012
si moltiplicano gli articoli sul tema, anche se questo potevano farlo meglio visto che ci si sono messi in tre
http://www.valigiablu.it/doc/754/apple-vale-come-il-belgio-lincantesimo-della-mela-avvelenata.htm
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Zani
16 febbraio 2012
ASSIOMA GENERALE
per arrivare ad essere uno tra i 2000(arbitrario) uomini più ricchi del mondo puoi solamente essere un uomo di MERDA.
Credetemi è impossibile che sia altrimenti.
Non esistono eroi miliardari.
Non esistono squali vegetariani e nemmeno morigerati.
Non esistono parassiti che lascino l’ospite prima di averlo consumato all’ osso, bisogna sempre anninentarli altrimenti questi inesorabilmente continuano la loro azione.
Allo stesso modo non esistono aziende, imprese, o cose che da sole possono essere negative. E’ sempre l’ uso che ne fa l’ uomo. Quindi non è Foxxcon! Non e Apple!
Abituiamoci a mettere i puntini sulle i, per piacere che il mio nemico non può essere un azienda e nemmeno una fabbrica. MA SEMPRE E SOLO IL MONA CHE DIRIGENDOLA PENSA DI ESSERE SUPERIORE E POTER SOVERCHIARE QUELLI CHE EGLI GIUDICA SUOI SUBALTERNI.
Posso fare la rivoluzione rompendo un laptop? O forse è meglio che me la prendo con un uomo?
…c’è sempre un uomo dietro ad ogni cosa ed è sempre quello che bisogna cercare.
… è una fortuna alle volte si nasconde dietro il nome di dio, ma è sempre e solo un semplice uomo.
Z.
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mirko
17 febbraio 2012
sarò un pò naive, ma credo che l’ obiettivo di questa polemica (oltre che contro il bambinismo e l’ ignoranza sociale insiti nell’adorazione di questi aggeggi magici brandizzati) potrebbe tornare ad essere non un concetto ma una prassi ( che non ha mai sfondato, ma adesso che siamo in crisi, magari…) : il boicottaggio!
E che cazzo ormai si da per scontato che sia le aziende che i consumatori debbano considerare NORMALE lo sfruttamento (che si ritorce poi contro i consumatori stessi con la delocalizzazione) e riempire di soldi chi peggiora il mondo in cui viviamo.
Sarò stato ingenuo a non pensarlo prima, ma ora che so come viene fatta quella roba NON LA COMPRO, semplice, e l’ idea che “far costruire un iPhone da un operaio americano aumenterebbe del 20% il suo costo di produzione” mi fa pensare …
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